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E-mail per Bersani

Ho inviato al segretario questa:

Segretario, leggo dai giornali che Migliavacca e Reggi stanno trattando per le modifiche da apportare allo statuto in vista delle primarie. Ti ricordo che esiste una commissione statuto che non mi sembra sia mai stata investita dalla questione. Possibile che le regole debbano essere un fatto privato tra due contendenti e che il Partito debba essere escluso da una decisione tanto importante? Sinceramente trovo tutto questo scandaloso.
Un abbraccio e buon lavoro.
Raffaele Viglianti – Direzione Provinciale PD Latina

Le regole che non ci sono

Tutto previsto, da mesi. Ora, nel PD, si accorgono che mancano le regole per lo svolgimento delle primarie. Qualcuno glielo sta facendo notare da un pò. Ma c’è il rischio che le soluzioni siano peggiori dell’assenza di regole. Soluzioni che, tra l’altro, Migliavacca (Bersani) sta trattando con Roberto Reggi (Renzi), come se le regole riguardassero solo i due contendenti principali e non l’intero partito, secondo la logica del caminetto. Ma non esiste una commissione, per questo? A dir poco vergognoso. E poi la confusione che regna sovrana: 10.000 firme in 10 regioni? No, meglio 20.000 firme in 20 regioni. No, anzi, meglio raccogliere  il 15% degli iscritti 2011, che fa circa 90.000 firme (che poi bisognerebbe sapere dove andarli a prendere gli iscritti, dato che il tesseramento 2012, in molte parti del Paese, non è nemmeno iniziato). No, dai, facciamo il 30% dei membri dell’Assemblea Nazionale. Chi sono i 1.400 lo sappiamo, basta solo andarli a prendere uno ad uno, una sorta di accompagnamento coatto, visto che quando l’Assemblea viene convocata si presentano un terzo o al massimo la metà dei componenti. Ah, e poi la deroga allo statuto che consentirebbe a Renzi ed eventualmente altri di candidarsi dovrebbe essere votata con il 50%+1 dei membri della stessa Assemblea Nazionale. Prenotate un posto bello capiente, per il 6 ottobre. Nella speranza che si riempia. Altrimenti niente deroga. E poi ti risiedi al tavolo con Vendola, con Nencini (!), con Tabacci, con Rutigliano (!!) e decidi con loro se serve il registro o no, se la preiscrizione va fatta prima o il giorno stesso delle primarie. Se il turno è unico o doppio.

Il tutto a due mesi dalle primarie. Secondo me lo fanno apposta.

 

Forse

L’ottimismo? È il sale della vita! Così recitava Tonino Guerra in uno spot televisivo di qualche anno fa.

Un principio universalmente valido, applicabile con entusiasmo alle vicende con le quali ci confrontiamo nello squadernarsi delle nostre esistenze.

Applicabile anche alla politica? Ecco, qualche certezza inizia a vacillare, viste le pessime prove di sè che il mondo politico ha dato nell’ultimo ventennio.

Applicabile anche al Partito Democratico? Beh, in questo caso Guerra rischia di essere smentito alla grande. Prendete, ad esempio, la questione delle regole per le primarie, tanto per il candidato premier quanto per la scelta dei parlamentari. Da quanto tempo si lanciano a Bersani appelli affinchè sia definito il quadro entro il quale iscritti ed elettori possano partecipare a scelte tanto importanti per la vita del PD e del Paese? Tanto tempo sta passando, e ad oggi ancora non si è stabilito praticamente nulla.

Forse il 6 ottobre prossimo si terrà l’assemblea nazionale, nella quale, forse, sarà approvata una deroga allo statuto che consenta ad altri candidati del PD di partecipare alla competizione. Forse il doppio turno, giusto per congressizzare ulteriormente la scelta del candidato premier. Forse si favoriranno forme ampie di partecipazione (ma che vuole dire? che potranno votare i parenti prossimi degli iscritti?). Forse si consentirà di partecipare a tutti. Forse si utilizzerà l’albo pubblico degli elettori e delle elettrici. O forse si richiederà di essere iscritti in un nuovo registro. Forse si parlerà anche del limite dei mandati. O forse no. Forse diranno che a due mesi dalle Primarie è troppo tardi per definire tutta ‘sta roba. Anzi no, quella è una certezza.