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Riformare le riforme (e non solo)

La strada è lunga è tortuosa, ma le cose accadono facendole accadere. E le brutte riforme si modificano (si spera) facendo proposte alternative a quelle in discussione.

La prudenza non è mai troppa, ma quanto si sta verificando in queste ore dà un (ulteriore) senso al nostro stare in campo.

E a chi continua a dire, quasi ossessivamente: andatevene da questo partito, sapete solo criticare, non volete bene al vostro segretario, siete sfascisti, gufi, rosiconi, grillini, diciamo NO. Finché ci sarà spazio per il confronto, per il dibattito, per il ragionamento noi saremo qui con le nostre idee perché il PD è anche casa nostra. E ci staremo con gentilezza e determinazione, abbassando i toni e alzando i contenuti, proseguendo nel coinvolgere le persone sui temi e sulle proposte, perché la politica è un progetto collettivo.

Perché questo sappiamo fare.

E poi magari, un giorno, la minoranza diventa maggioranza.

PD Lazio – La storia infinita

Il comunicato di Cristiana Alicata e Giovanni Bachelet sulla situazione ormai grottesca del PD Lazio.

“In un momento come questo, in cui si chiede al Partito Democratico di interpretare la necessità di partecipazione e trasparenza che negli ultimi mesi e’ stata protagonista indiscussa della vita politica del Paese – si pensi al referendum ed alle amministrative di questa primavera – la strada maestra per restituire al Lazio un partito forte appare essere solo quella delle primarie. Il richiamo al senso di responsabilità a cui Bersani aveva richiamato la classe dirigente del Lazio non andava scambiato per un invito a trovare una soluzione tra poteri interni, ma doveva essere interpretato come l’invito a cercare un segretario forte, autorevole e di garanzia per iscritti ed elettori e non per gli equilibri correntizi. Trasparenza ed ascolto s iano d’ora in poi i nostri fari.” Così commenta Cristiana Alicata l’inaspettata conclusione del secondo incontro del coordinamento politico del PD Lazio, dove ieri a tarda notte, dopo aver raggiunto sotto la paziente guida del commissario Chiti un accordo unanime su date e percorso per l’elezione del segretario regionale, alcuni partecipanti hanno rovesciato il tavolo, vanificando ogni precedente sforzo di convergenza e unità. “Dagli amici mi guardi Iddio -commenta Giovanni Bachelet, anche lui membro del coordinamento- in un anno di commissariamento e molte ore di riunione il commissario nominato da Bersani trova proprio in una delle aree che lo avevano sostenuto nel 2009 il veto a un percorso condiviso conforme a quanto auspicato dal Segretario nell’ultima direzione nazionale.” “Ringrazio Chiti per il lavoro fatto e mi auguro -conclude Bachelet – che Bersani respinga le sue dimissioni e confermi il percorso identificato sotto la sua guida per l’elezione del segretario regionale .”

Sondaggio PD Lazio

Lo lancia Cristiana. Qui. Il prossimo passo per venire a capo della ingarbugliatissima matassa del PD Lazio sarà chiamare l’esorcista. O forse le cose sono più semplice di quanto non si pensi. Del tipo, dare la parola agli elettori. Con le primarie. Vabbè, rispondete al sondaggio, intanto.

PD Lazio, ovvero il coraggio che manca

E quando dico che bisogna dare la parola agli elettori del PD, mi riferisco anche alla segretaria regionale del PD Lazio. Invece il partito prende direzioni opposte e continua a non rispettare regole e impegni. Il commissario Chiti doveva portare il partito alle primarie, il comitato politico nominato ad agosto doveva servire a questo. Invece si vuole nuovamente eleggere il segretario in una assemblea della quale non si conosce nemmeno bene la composizione, tra defezioni e mancate surroghe.  ‘Sta storia che fare le primarie in un momento difficile per il Paese distoglie dai problemi seri e non interessa a nessuno chi sia il segretario del PD lazio, poi, mi pare una boiata.  Ditelo ai capicorrente se sono interessati o meno alla segreteria regionale del PD Lazio, visto che già gli amici si stanno scannando per avere assicurato un posto alla Camera o al Senato, 2012 o 2013 che sia. Io voglio un segretario regionale che faccia nuovamente politica nel Lazio dopo anni e non uno messo lì per equilbri interni o per non rompere le palle a Zingaretti in vista delle comunali di Roma.

Nico’, pure tu, fai cadere le braccia! Se partecipi alle primarie a Roma (e forse anche a livello nazionale) vinci a mani basse contro chiunque, e invece devi fare gli accordicchi e gli inciuci per spartire equamente pezzi di partito. Con la complicità di Bersani e Franceschini e Fioroni e Quellidellamarino e Moscardelliani e Dubaldiani e Distefaniani e Astorriani e Gasbarriani. Ma basta! Ma ci rendiamo conto che più lo chiudiamo ‘sto PD e più la gente ci schifa nelle urne? Tutti contenti a coltivare i vostri orticelli elettorali mentre il PD affonda. Ma bravi!

Cosa succede nel PD della provincia di Latina

Il PD Latina non gode di ottima salute. Credo sia fuori di dubbio. Il passaggio all’UDC di Loreto Bevilacqua, ultimo segretario provinciale (sic!) prima della gestione di Enrico Forte, segna un ulteriore momento critico nella vita del partito provinciale, già colpito, nelle passate settimane, dalla vicenda Alla, consiglere provinciale passato anch’egli alle dipendenze della famiglia Forte (Michele & Son).

Certo, il trasformismo è uno dei mali della politica italiana, e il PD non ne è sicuramente esente. Qualcuno potrà commentare: poco male, un ex demo-cristiano contento di tornare alla casa madre. Forse. Ma non solo. A mio avviso il problema sta molto a monte. Come ho avuto modo di dire nei giorni della corsa alla segreteria provinciale il PD, nella provincia di Latina, non è mai nato. La contrapposizione tra ex-DS ed ex-Margherita, esplosa in tutta la sua drammaticità nel recente congresso, continua a provocare malumori e lacerazioni che la tregua sancita in vista delle elezioni amministrative non hanno di certo sopito. Il partito naviga a vista, manca una strategia politica a livello provinciale sulle alleanze che rischia di disorientare gli elettori anche in vista delle future elezioni politiche (si vedano le vicende di Gaeta e di Minturno) e i risultati non lusinghieri riportati nell’ultima tornata elettorale (salvo rare eccezioni) sono il sintomo di un partito che non riesce a risollevarsi da uno stato pressoché comatoso. Ma le responsabilità non stanno a Latina. Come può il PD esprimere una leadership convincente a livello provinciale quando manca di una guida a livello regionale? Il Pd Lazio è commissariato da ormai un anno, i dirigenti regionali hanno perso ogni credibilità, tra proposte di alleanze impossibili con la lista di Renata Polverini, lotte intestine e accordicchi per la nuova segreteria. Non c’è altra modo, per uscire dall’empasse, che ridare la parola agli iscritti ed eleggere una nuova assemblea regionale che possa designare un segretario in grado di guidare il partito con autorevolezza. Il Lazio non può farsi trovare impreparato in vista delle elezioni politiche e delle elezioni comunali di Roma che si terranno, presumibilmente, nel 2013. Ciascuno farà la sua parte. Noi ci saremo.