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#wdays – L’intervento di Pippo, candidato alla segreteria del PD

Per ora vi posto questo:

Domani vi dirò qualcosa su come ho vissuto questi tre giorni molto molto belli. E su cosa ci portiamo a casa.

 

 

Indietro non si torna

Sinceramente non vedo l’ora che arrivi il 3 dicembre. Perchè c’è tanta strada da fare. 

Passo dopo passo.

Il passo conseguente consiste nell’aprire le porte del partito adottando primarie, o altre forme di consultazione vincolante della base, per la composizione delle liste alle prossime elezioni. La direzione del partito può mantenere una piccola quota di posti da attribuire a sua discrezione (come è prassi in tutti i partiti europei), ma il resto deve essere affidato alle scelte degli iscritti o degli elettori.

Il secondo passo, altrettanto urgente e necessario, consiste nell’indizione di un congresso. Se i sostenitori di Renzi (e lo stesso sindaco) sono veramente intenzionati a influire sulla politica del partito e non hanno intenzione di rompere, come la forzatura sul voto al ballottaggio sembra invece suggerire, devono passare attraverso il partito, vale a dire combattere una battaglia interna per la conquista delle cariche. Sulle ali di questa mobilitazione arriveranno certamente al vertice facce nuove, dell’una e dell’altra parte, entrambe slegate dalle vecchie fedeltà ai vecchi schieramenti.

In pochi mesi il Pd ha l’opportunità di cambiare volto a sé stesso e alla politica italiana.

Scaldiamo i motori

Alla fine dell’intervista, incentrata sulla situazione della Lombardia e sulla necessità di svolgere le primarie per la scelta del successore di Firmigoni:

“Certo che sono pronto. Ma anche a sfide diverse come fare il segretario del PD.”

E pure noi siamo pronti, Pippo.

#GreenPD

Il congresso PD 2013 è già iniziato. E uno dei temi da discutere è senz’altro quello del Green-PD. E quindi della Green-Italy, nei lustri a venire. Perchè su ‘sta roba, a quanto pare, ci sta tanta ciccia, tipo quella che si ricaverebbe con una lotta all’evasione fiscale seria.  Un risparmio di denaro “anti-depressivo” (in tutti i sensi). Altro che tagli.

La promessa mancata

Il post di Pippo, stavolta, lo incollo integralmente. Perchè le sue preoccupazioni sono le mie.

Se quello che scrive l’Espresso è vero, ci toccherà fare qualcosa di diverso.

Tanti, tantissimi di noi hanno aderito al Pd perché in Italia ci fosse un soggetto politico capace di guidarci nella Terza Repubblica, non di tornare alla Prima con i protagonisti della Seconda.

Tanti, tantissimi di noi hanno aderito al Pd, perché era un partito democratico fondato sul bipolarismo e l’alternanza. Perché il Pd è stato da sempre a favore di un sistema elettorale che restituisse ai cittadini la possibilità di scegliere e di sapere da subito chi avrebbe vinto e chi perso.

Tanti, tantissimi di noi hanno aderito al Pd perché si impegnava a organizzare il centrosinistra, cercando di dare un profilo di governo coerente alle iniziative della società civilissima, dandosi un profilo rappresentativo di tutte le sensibilità progressiste del Paese e di quelle cattolico democratiche, sulla base di un dettato laico e liberale per quanto attiene la condotta dei singoli.

Se tutte queste condizioni venissero a mancare, non ci sarebbe più non già questo o quel Pd: non ci sarebbe più il Pd. È il caso che gli strateghi se ne rendano conto, perché gli elettori se ne sono accorti già. E stanno già pensando di organizzarsi di conseguenza, per fare quello che avevamo promesso (a noi stessi e agli altri) di fare.

A data da destinarsi

Il congresso nazionale del PD, statuto alla mano, è previsto nel 2013. Le elezioni politiche, se si terrano alla naturale scadenza della legislatura, sono previste nel 2013.

Non so se nell’articolo odierno di Stefano Menichini siano riassunte in maniera esaustiva le scelte di fondo che il PD dovrà compiere da qui alle elezioni. Quello su cui ha ragione Menichini, temo, è questo:  “Di qui ad allora non si svolgerà naturalmente alcun congresso”.