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I conti si fanno alla fine

Anzi, fra tre anni. Tanto bisogna aspettare per capire quale sarà stato l’impatto del jobs-act sul mondo del lavoro italiano. E sul precariato.

I 79.000 (ricordate questo numero, diventerà un mantra come 40,8) assunti grazie alle decontribuzioni introdotte nella legge di stabilità e quelli che verranno con il contratto a tutele crescenti sono una buona notizia ma, consentitemi, anche un’ovvietà. Se lo strumento prevalente (non unico, lo sappiamo) è quello del contratto a tutele crescenti, e soprattutto se è conveniente per le aziende, è ovvio che i nuovi assunti (oppure le altre forme contrattuali preesistenti che sono trasformate nel nuovo contratto) usufruiscano di quella tipologia di contratto.

Penso alla mia azienda. i 5 entrati nelle ultime settimane invece del contratto interinale avranno il contratto del jobs-act. Ma sempre precari sono, per i prossimi tre anni.

Il 27 marzo del 2018 sapremo se avranno meritato l’agognato contratto a tempo indeterminato o se saranno rimasti precari.

Il tempo, come sempre, sarà galantuomo.images