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Bersani non fare Casini

Paolo analizza il voto in Sicilia. Numeri, mica fondi di caffè, per dire. E ne viene fuori un quadro non troppo roseo, per il PD. Dal quale trarre qualche indicazione per il futuro.

Bellissimo

Bello quando ti presenti alle elezioni con una coalizione e un candidato e spari a zero contro tutti gli avversari manco fossero il mostro di Milwakee e poi non vinci con la maggioranza assoluta e sei costretto ad allearti con quelli ai quelli a cui hai sputato in faccia in campagna elettorale e dimentichi tutte le cose brutte che hai detto su di loro e di colpo dimentichi che sono il mostro di Milwakee e diventano la principessa azzurra che vorresti avere al tuo fianco per tutta la vita.

Bellissimo.

L’acqua li bagna e il vento li asciuga

E adesso scatta la corsa per proclamarsi vincitori, nelle elezioni siciliane. Ho vinto, ho vinto! dice Crocetta. Ma che hai vinto, ma che minchia hai vinto? Una regione nella quale votano meno del 50% degli aventi diritto chiunque ha partecipato alle elezioni (eccetto M5S, ahinoi) dovrebbe avere semplicemente la decenza di dire: ho fallito. Abbiamo fallito. Tutti. Senza appellarsi all’antipolitica, al qualunquismo. Ma perchè gli elettori avrebbero dovuto sentirsi attratti da chi ha (s)governato con Lombardo fino a pochi mesi fa, con chi si è alleato con un pezzo di UDC che non ha rinunciato a candidare inquisiti e condannati? Di Musumeci e Miccichè nemmeno parlo. Il tandem Marano-Fava almeno non avevano inquisiti nelle liste, ma comunque non si può dire che rappresentassero una novità politica, nel panorama siciliano. Una classe dirigente che non ha più alibi si arrampica sugli specchi mentre non capisce che attorno tutto crolla, che le persone sono stufe, e che la loro inerzia travolgerà tutto e tutti. Ma di questo ha bisogno la Sicilia? Di questo ha bisogno l’Italia?

Occhio alla Sicilia

I laboratori politici si sprecano, di questi tempi. Alcuni mettono in produzione l’esperimento. Altri no. Ma ce n’è uno che, personalmente, mi preoccupa. Ed è quello siciliano. Lombardo, dopo lo schifo che è riuscito a fare durante il suo mandato con la complicità di pezzi autorevolissimi del PD (Cracolici, Lumia), ha ufficializzato per l’ennesima volta, oggi, la data delle sue dimissioni. 31 luglio. Quindi andrà a fare il contadino, a coltivare erba, a spalare merda con le mani. Bene. Ma non è questo il punto. A meno che non intervengano i venusiani, si voterà in autunno. Quindi prima delle politiche. E in Sicilia il PD vorrà fare le prove generali per le alleanze. A quanto pare niente primarie, il candidato di PD e UDC sarà D’Alia. Con Rosario Crocetta a fare da guastafeste e Claudio Fava unico candidato credibile. Il PDL non pervenuto, per ora. Vi ricordo che alle regionali si vota a turno unico. Se l’asse PD-UDC terrà, diranno che quella è la strada maestra. Se sarà sconfitto, diranno che era un test regionale e proveranno ad andare avanti lo stesso. In mezzo, c’è la richiesta delle primarie, anche per i parlamentari. E i referendum del PD. Per evitare che il modello Sicilia diventi virale in tutto il Paese.