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I fantastici cinque

Non starò qui a farvi il pippone con la sintesi geopoliticosocialantropologica del confonto tra i cinque dell’apocalisse, in rete già se ne trovano a carrettate. Ma vi dò le mie impressioni a pelle. Mi è piaciuto moltissimo Vendola. Diretto, concreto, senza remore. Parole chiare sui diritti, sulle alleanze, sui temi economici. Evoca emozioni, magari un pò meno di un annetto e mezzo fa. Ma parla al cuore e al cervello. Bersani ecumenico, solido. Rassicurante. Unificatore. Ha un progetto in testa, o ti piace oppure sei contro di lui. Laura Puppato un pò evanescente. Inesperta sui grandi palcoscenici e si vede. Non ha bucato lo schermo. Ha provato ad attizzare la polemica ma le è andata male. Tabacci navigato. in un paio di occasioni ha steso Renzi. Sono agli antipodi e tutto sembra amplificare le differenze tra i due. Però mi è piaciuto quando ha chiesto di non votare per lui, ma per la coalizione. Renzi. Renzi. La prima impressione che ho avuto è stata di assistere ad una televendita. Il modo di guardare alla telecamera, di gesticolare. Non riesco ad essere obiettivo con Renzi perchè non mi è eccessivamente simpatico. Condivido però con lui l’idea che le nuove generazioni non debbano aspettare il proprio turno, in politica come nel mondo del lavoro. E che non debbano chiedere favori a nessuno. Ottimo sul no all’UDC e nel rimarcare i fallimenti di una classe dirigente che ha fatto il suo tempo. Deludente sui diritti, e già so che la cosa non piace nemmeno alla mia amica Cristiana. Fuggo da lui a gambe levate quando propone Ichino come modello per la riforma del mercato del lavoro.

In definitiva, oggi ho le idee più chiare su chi votare, domani non so. Mi conforta il fatto che il centrosinistra è vivo, e di questi tempi è già tanto. Un pò di rammarico per non aver visto un mio amico, là in mezzo. Ma ci aspettano altri traguardi.

Bersani non fare Casini

Paolo analizza il voto in Sicilia. Numeri, mica fondi di caffè, per dire. E ne viene fuori un quadro non troppo roseo, per il PD. Dal quale trarre qualche indicazione per il futuro.

Tanto per sapere, eh!

Dalla Carta d’Intenti di Italia Bene Comune:

L’ha sottoscritta pure Vendola, o sbaglio? Quando leggo “collaborazione con le forze del centro liberale” io traduco UDC.

Vendola ieri sera da Fazio, al minuto 3 e 20 circa (anche un pò prima):

http://www.youtube.com/watch?v=GP5l05Ou8FA

Pierferdi, sempre ieri:

Ora io vorrei sapere chi prende per il culo chi. Perchè Vendola e Casini, mi sembra, hanno le idee chiare.

ll pacco è servito

Non è che ci volesse l’articolo di Europa per capire quale sia il pacco che l’asse PDL-UDC-Lega (più fravaglia varia, e della più autorevole!) sta confezionando al PD. Fottendosene, tra l’altro, della volontà degli italiani che hanno bocciato il proporzionale già vent’anni fa. A questo punto, insisto, meglio tenersi il Porcellum. E Bersani farebbe meglio a dichiarare, sin d’ora, che una legge del genere non la voterà mai. E cadesse pure il Governo, tanto la legislatura è finita. Dopodichè qualcuno ci dovrà spiegare perchè sono mesi che perdiamo tempo appresso a quella merda (politicamente parlando) di Casini.

L’acqua che non c’è

L’estate porta con sè, oltre che il caldo, problemi legati alle forniture idriche che si ripetono puntualmente da anni nonostante da tempo immemore si prometta, da parte di tecnici e amministratori, di porre mano alla questione in maniera risolutiva. I problemi dell’acquedotto che serve le cittadine del golfo di Gaeta sono senz’altro comuni a buona parte del Paese: vetustà degli impianti e condotte colabrodo su tutti, e tali inefficienze fanno si che la situazione diventi critica nel periodo estivo, allorquando la domanda di acqua aumenta a fronte di un’offerta che diminuisce a causa dell’abbassamento delle falde. Sono problemi che vengono da lontano, e precisa responsabilità nel loro puntuale ripetersi è da ascrivere a chi, negli anni, aveva il dovere di far si che i cittadini non dovessero patire per la mancanza di un bene primario e indispensabile come l’acqua. Resto quindi sorpreso nel leggere, in questi giorni, gli articoli di giornale che riportano dichiarazioni dell’assessore provinciale all’ambiente Gerardo Stefanelli, il quale lamenta l’inerzia del Comune di Minturno nell’impartire direttive in merito ad un uso responsabile dell’acqua. Un appello utile, senz’altro, ma viene da chiedersi quali iniziative abbia intrapreso, l’assessore, ai tempi della sua permanenza nel CdA di Acqualatina affinchè i problemi dell’approvvigionamento idrico nel periodo estivo non dovessero ripetersi. Così come viene da chiedersi di quali iniziative in tal senso si sia fatto promotore il suo partito, l’UDC, che governa la provincia di Latina e la Regione Lazio. E non parlo di dichiarazioni sui giornali, ma di fatti concreti. Delibere, proposte di legge, stanziamenti economici. Perchè i cittadini, già vessati da un aumento delle tariffe a fronte di un servizio sempre più carente, hanno bisogno di risposte e non di chiacchiere agostane. A maggior ragione sull’acqua, bene comune che gli italiani hanno inteso tutelare nei recenti referendum. I cittadini, infine, hanno bisogno di trasparenza negli atti amministrativi, quindi saremo ben lieti di dare tutto la pubblicità necessaria ai documenti che l’assessore Stefanelli, presidente della commissione trasparenza del Comune di Minturno, vorrà fornirci in merito all’attività sua e del suo partito sui problemi dell’approvvigionamento idrico nel golfo di Gaeta.

Tirar su il morale alle truppe (e perdere la guerra)

Questo è un pezzo tratto dall’intervista a Bersani pubblicata oggi su L’Unità. E la frase che mi ha colpito è questa. Ora io non voglio attaccarmi ai verbi, però quel può, tempo fa, sarebbe stato un deve. O meglio, ci dicevano che sarebbe dovuto essere, obbligatoriamente, un deve. Tra i tanti difetti del bipolarismo in salsa italica, almeno un lato positivo si poteva trovare: ad urne chiuse nel 1994, 1996, 2001, 2006, 2008 si sapeva chi avrebbe governato.

Vincitori e sconfitti. Maggioranza e opposizione. Al netto dei ribaltoni, dei Villari, dei Turigliatto, degli Scilipoti, dei Grillo Luigi. Nel 2013 (o 2012, fate voi), no. Quel può certifica le intenzioni, ormai palesi, del gruppo dirigente del PD. Un’alleanza dei Democratici e dei Progressisti (PD, SEL, quelli dell’IdV che si sono rotti di Di Pietro, i Sindaci) prima delle urne che sfida i Moderati (UDC, Montezemolo) e il Centrodestra classico o quel che ne rimane, con o senza la Lega. Poi, ad urne chiuse, si dà il via all’alleanza con l’UDC con i Moderati. Il tutto condito con una sana dose di chimica politica applicata alla legge elettorale che, ancora una volta, viene concepita per salvare il proprio culo e non per offrire una prospettiva di governabilità al Paese.

Ora, tralasciamo lo spettacolo indecoroso delle dichiarazioni dei giorni passati di Bersani, Vendola, Casini. Tra balzi in avanti, smentite, vorrei ma non posso, posso ma non voglio. Veniamo ad oggi. Ecco, io trovo questa road map un inganno. Un passo indietro indecente rispetto alle esigenze del Paese. Una mancanza di responsabilità. Una mancanza di coraggio. Una mancanza di progettualità per il futuro dell’Italia, soprattutto. E non venitemi a parlare della Carta d’Intenti, per cortesia. Quella è roba per noi, forse. E se dico noi dico gli iscritti, i militanti, gli ortodossi (e nemmeno tutti, peraltro).

Io vorrei fare una domanda a chi, oggi, tra di noi, si inalbera e inveisce gridando al tradimento contro chiunque cerca di far capire quali siano le contraddizioni drammatiche entro le quali si muove il PD in questa fase politica e che rischiano di disorientare ancora di più cittadini ed elettori.  E attacca a testa bassa chi cerca di indicare un percorso diverso, più lineare, se vogliamo, ma più difficile perchè presuppone un’assunzione di responsabilità che deriva dalla forza delle proprie idee e del proprio progetto per l’Italia.

Ma secondo voi, con questa roba qua, li recuperiamo gli elettori che ci hanno abbandonato negli anni? Quelli che non vogliono più andare a votare, quelli che votavano per noi e ora votano Grillo? Quelli schifati dalla politica. I precari della scuola e dell’università, i ragazzi di quarant’anni che non riescono a programmare il loro futuro. Insomma, una parte consistente di quelli che stanno fuori dal PD e che rappresentano, o dovrebbero rappresentare, il futuro del Paese?

Gimme Hope

E niente, poi auguriamoci che non si chiami davvero Polo della Speranza. Primo perchè Polo mi fa pensare a Polo delle Libertà. E mi viene in mente Bossi giovane che nelle interviste pronunciava la parola Polo in un modo così sguaiato: paaaaaaaaaoaoaooaalo. E poi il Polo mi ha sempre fatto venire in mente il freddo, i brividi. Ecco, i brividi.

Poi, signori miei, amici democratici e progressisti e liberali e moderati e di Centro, la Speranza mi sa di chi si appella al Signore, se ci crede, o a un’entità astratta, tipo Quelo, e si augura che gli vada di lusso. Perchè l’impresa è di quelle disperate. Ecco. Qui la speranza non c’entra. C’entrano le proposte. Chiare, coerenti, riconoscibili. Fatte, magari, da persone credibili. E siccome la Carta d’Intenti è ontologicamente poco concreta, altrimenti si sarebbe chiamata Carta delle Proposte, o Carta dei Fatti, allora tocca proprio farli, ‘sti referendum. Così magari Buttiglione tace per sempre, oppure davvero l’acqua diventa bene comune, oppure si riforma il walfare e il mondo del lavoro sul serio.

L’asintoto

Passi la giornata a Villa Ada, poi vai a sentirti gli Afterhours alla FNAC con tutta la famiglia e pensi che la giornata è stata meravigliosa nonostante tutto. Poi accendi la TV trovi Pierferdi. Mi sta sul culo all’ennesima potenza, Pierferdi. Fattoriale, tendente all’infinito. Asintoticamente sul culo. Casini è parte del problema. Nomen omen, del resto. Come può essere credibile chi ha contribuito in maniera decisiva a farci precipitare nella situazione in cui siamo tutti? E non parlo semplicemente della situazione economica, la crisi è globale e blablabla. Parlo della crisi del sistema-Italia. Casini ci parla di responsabilità. Quale? Quale? Casini ha governato con Berlusconi per anni. Casini ha votato la maggior parte delle leggi ad personam. Casini ha voluto il Porcellum. E non parliamo dei temi “eticamente sensibili”. Casini ha voluto il ritorno al proporzionale per poter continuare a far quel che cazzo voleva, destra o sinistra, non importa. Perpetuare se stesso, del resto è in Parlamento dal 1983. Casini perpetua i sistemi di potere che ammazzano le regioni, le province, i comuni. Come si fa solo a pensare di poterci salvare insieme ad uno così. Bersani!!!! Ma come si fa a non essere scossi da un moto di rabbia quando ti viene a parlare di sacrifici uno che di sacrifici, negli ultimi quarant’anni, non ne ha visto nemmeno l’ombra? Uso le sue parole. Lo trovo amorale, immorale. Ma vaffanculo! E dai!

No alle alleanze con i partiti omofobi

Un testo teoricamente inattaccabile, dunque. Ma l’oltranzismo del centro-destra e dell’Udc, e la loro chiusura verso qualsiasi forma di tutela giuridica delle persone omosessuali, ha avuto la meglio.

Ecco, il PD ci pensi bene prima di allearsi con l’UDC. Sempre. Ovunque.