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Il PD della provincia di Latina riparte

E così la situazione di stallo nella quale era precipitato il PD della provincia di Latina si è conclusa lunedì con la ratifica, da parte dell’assemblea provinciale, del coordinamento che traghetterà il PD pontino verso il congresso. Si è discusso per settimane se fosse più opportuno scegliere un segretario pro-tempore, o un segretario vero e proprio, se commissariare la federazione, se istituire un coordinamento stretto o un coordinamento allargato.

Quest’ultima soluzione è sembrata la più confacente allo status quo del PD provinciale, e quindi coordinamento allargato sia.

Una premessa alla premessa, per sgomberare il campo dagli equivoci: non si è giunti alla situazione attuale per un semplice problema di incompatibilità. Il fallimento politico della passata segreteria è sotto gli occhi di tutti. E anche chi di quella segreteria non faceva parte o l’ha (politicamente) combattuta si porta con sè un pezzo di responsabilità. Se non si parte da qui non si va da nessuna parte. E allora possiamo semplicemente aspettare il tempo che passerà da oggi al congresso, in un organismo inutile. Oppure possiamo provare, insieme, a riempirlo di contenuti, questo tempo.

Cose da fare non mancano.

C’è da risolvere i conflitti sorti in vari circoli prima e dopo le elezioni amministrative. Presenti e passate. Penso a Sabaudia, Aprilia, Sonnino. Penso a Gaeta. La prima cosa che chiederò sarà di ascoltare per provare a ricomporre fratture che, ad oggi, sembrano insanabili.

C’è da definire il percorso che ci condurrà al congresso, un percorso che deve garantire la massima partecipazione di iscritti, elettori, cittadini.

C’è da utilizzare l’albo degli elettori, quello delle primarie di fine 2012.

C’è da gestire il tesseramento secondo principi di trasparenza, senza cordate e capibastone.

C’è da chiudere i circoli morti, e da valorizzare quelli vivi.

C’è da assicurare che gli eletti del PD contribiscano economicamente alla vita del PD, come sancito dallo Statuto.

C’è da voltare pagina nelle nomine delle aziende partecipate.

C’è da coordinare l’azione degli amministratori, dei consiglieri regionali, provinciali e comunali. E il governo nazionale con il PDL non aiuta, in questa fase politica.

Insomma, ce n’è abbastanza per non restare con le mani in mano, in questi mesi. E lasciare un lavoro già avviato al prossimo segretario, da scegliere con un congresso aperto a tutti nel quale, finalmente, si confrontino idee e proposte politiche e non più correnti monolitiche o nomi di facciata.

Personalmente mi metto a disposizione del PD provinciale, con umiltà e spirito costruttivo. E per qualsiasi cosa scrivetemi: viglianti.raffaele@gmail.com.

Sempre sul PD della provincia di Latina

Il Partito Democratico della provincia di Latina è formalmente senza una guida da settimane, e sembra davvero lontana qualsiasi soluzione condivisa che restituisca al PD provinciale autorevolezza e credibilità. Nonostante ciò continuano nomine, spartizioni, annessioni, prese di posizione di singoli, analisi politiche a dir poco miopi, il tutto in assoluta continuità con la passata gestione e in assenza di un minimo di confronto pubblico. Sorprendono quindi le ipotesi di nomine all’ATER piuttosto che alla ASL, delle quali si discute senza tenere nel benché minimo conto competenze e professionalità e dalle quali ci dissociamo con fermezza. Sorprende la naturalezza con la quale, nel Comune di Pontinia, si allarga la maggioranza a pezzi dell’opposizione, come voler suggellare anche a livello locale l’asse PD-PDL, immemori di ciò che il PDL ha rappresentato nella nostra provincia. Non sorprendono più, invece, i toni inutilmente trionfalistici di chi ha co-gestito in maniera fallimentare il partito provinciale e cionondimeno si attribuisce il merito politico di vittorie di Pirro che lasciano sul campo, in moltissime realtà, un Partito Democratico ridotto a percentuali da prefisso telefonico o lacerato da lotte intestine che la segreteria uscente non ha saputo o voluto ricomporre, tanto da portare, anche recentemente, alla sparizione del simbolo stesso del PD. In definitiva, laddove il partito provinciale ha tentato di svolgere un ruolo di mediazione e direzione politica, come nei comuni di Aprilia, Sabaudia, Sonnino, i risultati sono stati a dir poco disastrosi, mentre il PD è risultato vincente dove è il partito locale è stato lasciato libero di scegliere autonomamente percorsi politici e alleanze. Come a Formia, dove Sandro Bartolomeo e la coalizione di centrosinistra hanno vinto nonostante il partito provinciale.

Il Partito Democratico della provincia di Latina ha bisogno di ripartire in netta discontinuità con il passato, tanto nei metodi quanto nel personale politico. Pertanto rinnoviamo l’invito a cercare un percorso comune che traghetti quanto prima il PD pontino ad un congresso aperto ad iscritti ed elettori, un congresso nel quale, finalmente, si possa discutere liberamente di temi, di idee, di proposte politiche per il Paese e per il territorio piuttosto che di nomi, di tessere e di formule che non riscuotono più alcun interesse da parte dei cittadini.

Lettera al commissario del PD Lazio Vannino Chiti – Parte seconda

Abbiamo scritto al Commissario Regionale del PD Lazio per informarlo su ciò che bolle in pentola nel PD della provincia di Latina a congresso concluso (si fa per dire).

Controcorrente_2Caro Vannino,
abbiamo partecipato al congresso del PD in provincia di Latina con una nostra candidatura e una nostra lista indipendente dal nome ControCorrente.
Ti scriviamo per informarti in merito agli ultimi sviluppi della situazione del PD di Latina.
Sicuramente conoscerai l'esito del congresso.
Preferiamo soprassedere sulle modalità con le quali esso si è svolto.
Il dibattito, ancora una volta, è stato praticamente assente.
Nella quasi totalità dei circoli la stratificazione della contrapposizione tra le correnti, opportunamente rimescolate per l’occasione, è stata tale da non consentire defezioni, salvo rare eccezioni.

Ancora una volta il congresso è stato utilizzato per una conta interna al partito e non per discutere nel merito le proposte politiche che i quattro candidati hanno portato all'attenzione degli iscritti.
Ad ogni modo, il congresso adesso è finito, ma non per tutti.
Sabato scorso si sarebbero dovuti riunire i membri della nuova assemblea per l'elezione del presidente e del tesoriere, ma la giornata si è conclusa con un nulla di fatto perchè chi aveva deciso di convocare l'assemblea senza riuscire ad avvisarne tutti i componenti ha poi sollevato un'eccezione circa l'irregolarità delle convocazioni stesse.
Tutto ciò nasconde un feroce braccio di ferro per la presidenza dell'assemblea tra la corrente uscita sconfitta dal congresso, che vorrebbe tale carica assegnata per sè, e chi invece ha avuto la maggioranza dei voti e dei delegati.
I segnali che arrivano in questi giorni non sono confortanti. Abbiamo il timore che pretesti "burocratici" e formali possano essere addotti per un ulteriore rinvio dell'assemblea di domenica prossima, con il fine ultimo di impedire l'insediamento di una presidenza sgradita da una parte del partito che ha deciso di chiudere la porta a qualsiasi collaborazione con l'attuale segreteria.
Pensiamo che su questa vicenda si possano giocare le residue speranze per dare credibilità all'azione politica del PD in provincia. Pertanto confidiamo nella tua persona affinchè si vigili su quanto sta accadendo e sul rispetto delle regole che il partito stesso si è dato, nella speranza che, finalmente, il PD provinciale possa uscire dalla logica del muro contro muro che tanti danni già ha prodotto e tanti ne rischia ancora di produrre.
 
Raffaele Viglianti
Fabio Luciani
Cosmo di Perna

 

Lettera al coordinatore del mio circolo

Logo_PD_MinturnoCaro Roberto,
il congresso è ormai alle spalle e, a bocce ferme, è possibile tirare le somme di quanto successo negli ultimi giorni.
Prima di tutto, però, desidero ringraziare te e i compagni del PD di Minturno per il supporto e l'affetto che avete dimostrato per la mia persona, al di là della condivisione del progetto che ho messo in piedi nelle settimane antecedenti lo svolgimento del congresso.
In maniera particolare desidero ringraziare Nicola, Gabriele ed Emily per essersi resi disponibili, a vario titolo, ad appoggiare la mia candidatura.
Ringrazio Patrizia per il supporto incondizionato al mio progetto.
Ringrazio Mario per le sue parole di incoraggiamento.
E infine ringrazio Claudio e Pino per la loro lealtà nei miei confronti e nei riguardi del Partito.
Il percorso unitario che è stato fatto sia per il congresso di circolo sia per il congresso provinciale ha consentito di svolgere i lavori per la prima volta dopo anni, come evidenziato da Piernicandro, in un clima sereno.
Certo, il partito dovrebbe chiedersi a cosa servano congressi tipo quelli che abbiamo tenuto nel 2009 e nel 2010, nei quali è praticamente assente il dibattito.
Non a caso, un tempo si utilizzava l'espressione celebrare il congresso, quasi a mettere in risalto la sacralità del rito.
La possibilità di confrontarsi, magari anche aspramente, su questioni politiche conduceva ad un arricchimento collettivo il cui ultimo beneficiario era il partito stesso, e questo circolo virtuoso rendeva forse meno evidenti alcune posizioni che mettevano in eccessivo risalto il singolo rispetto al tutto.
Se è assente il dibattito, e di conseguenza la possibilità di confrontarsi laicamente e scegliere tra le proposte in campo, anche cambiando la propria opinione originaria, emerge allora con tutta evidenza come i congressi diventino solo ed esclusivamente l'occasione di una conta interna. Una conta che serve esclusivamente a corroborare la convinzione di chi, forte dei consensi ottenuti, pensa di poter disporre del partito a proprio piacimento.
Il congresso provinciale ha ancora una volta sancito tutto ciò, e non tragga in inganno il clima sereno di cui parlavo prima e che ha contraddistinto lo svolgimento dei lavori nel nostro circolo.
Anche il nostro circolo ha le sue contrapposizioni e credo che in quest'ottica vada letto l'atteggiamento di chi, dopo aver avuto rappresentanza nella lista dei delegati che rappresentassero Minturno all'assemblea provinciale, ha comunque ritenuto di non dover dare il proprio contributo affinchè partecipasse al voto il più alto numero di persone possibile.
Non posso non rappresentarti, Roberto, la mia paura nei riguardi del futuro del partito nel quale tutti noi militiamo con convinzione, entusiasmo e spirito di sacrificio. Perché se prevarranno i personalismi, il senso di appartenenza alle correnti, l'obbedienza al capo, siamo destinati a fallire miseramente.
Per evitare tutto ciò, ti dico che la mia battaglia iniziata con la candidatura alla segreteria provinciale proseguirà con immutato impegno. Pur nelle differenze profonde che caratterizzano il mio modo di condurre l'azione politica e la mia idea di partito rispetto a chi è uscito vincitore dal congresso provinciale, non esiterò, qualora mi fosse richiesto, a collaborare con il neo eletto segretario, al quale chiederò di far propri della politica del PD sul nostro territorio quei temi che hanno caratterizzato la mozione congressuale di Controcorrente.

Controcorrente_2Primarie territoriali, rispetto delle norme sulla reiterabilità dei mandati, rispetto del codice della buona politica, piena attuazione delle norme statutarie in merito alla costituzione dei comitati di zona, introduzione di un meccanismo premiante per i circoli e i comitati di zona virtuosi, struttura "federalista" del partito che premi le competenze dei territori e non la fedeltà al capo di turno.
Se l'evoluzione del quadro politico nazionale lo consentirà, entro i primi mesi dell'anno dovrà tenersi anche il congresso regionale del PD, atto conclusivo del periodo di commissariamento di Vannino Chiti. In vista di tale appuntamento inizierò a lavorare affinché i consensi ottenuti sui temi che ho posto all'attenzione del congresso provinciale possano allargarsi quanto più possibile.
Mi rendo quindi fin da adesso disponibile a creare un percorso comune che coinvolga, al di là delle correnti, chi ha in mente un PD diverso rispetto a quello attuale, ma soprattutto chi ha in mente una politica diversa, più sobria, più rappresentativa, più dignitosa ma anche più creativa di quella che attualmente conosciamo.
Sono, questi, principi nei quali mi riconosco appieno. E credo che dovrebbero essere fatti propri dal PD a qualsiasi livello, dal segretario nazionale all'ultimo degli iscritti, passando per dirigenti e amministratori locali, se vogliamo dare al partito un futuro che non sia fatto di puro galleggiamento e gestione dello status quo.
Pertanto penso che la spinta propulsiva messa in campo dalle amministrazioni locali che ci vedono coinvolti nel buon governo delle nostre città può fare da volano per la credibilità del PD anche a livello nazionale.
A Minturno il PD si sta cimentando con orgoglio, credibilità, competenza e coraggio nell'amministrazione del Comune. Non ho mai nascosto a te e al partito i miei dubbi nei riguardi del percorso seguito per giungere alla formazione dell'attuale giunta comunale, prima e dopo le elezioni della primavera scorsa. Dubbi che non mi hanno impedito di offrire, con lealtà, il mio contributo affinché Minturno potesse beneficiare di una classe dirigente cittadina rinnovata, anche se parzialmente, e per far si che il PD potesse finalmente essere messo alla prova nel governo della città. Con la stessa lealtà però ti dico che, avendo fatto della trasparenza e della legalità due cardini dell'azione politica del PD, non è possibile far passare sotto silenzio quanto le recenti cronache giudiziarie hanno portato all'attenzione di tutti noi.
Ti chiedo pertanto, come membro del direttivo comunale del PD, di mettere all'ordine del giorno della prossima assemblea del nostro circolo la richiesta di dimissioni del consigliere Romolo del Balzo dalla carica di Presidente del Consiglio Comunale.
Credo sia, quello delle dimissioni, un atto dovuto proprio a tutela del ruolo che Del Balzo ricopre nella vita politica cittadina, cosicché abbia modo di difendersi dalle accuse rivoltegli come meglio ritiene opportuno.
Ma credo sia anche un atto dovuto del nostro partito formulare tale richiesta, affinché quei principi di legalità e trasparenza ai quali tutti ci ispiriamo siano salvaguardati con coerenza e determinazione.
Roberto, sono certo che, in virtù dell'equilibrio dimostrato nello svolgimento della tua funzione di coordinatore, saprai dar voce a questa esigenza, pur nel rispetto del ruolo da te attualmente ricoperto nell'ambito del consiglio comunale.
Ti abbraccio fraternamente.
 
 

Tutti a Latina!

Giovedì 25 novembre alle ore 20.30 presso il circolo PD Latina Centro (via Adua 88) presenterò ai circoli del capoluogo la mozione congressuale di Controcorrente.
Partecipano all’evento Fabio Luciani, consigliere comunale PD a Gaeta, Cristiana Alicata e Pippo Civati.
Sono invitati a partecipare i coordinatori, gli iscritti, gli elettori e i simpatizzanti del PD di Latina e provincia.
Tra gli ospiti Omar Sarubbo, coordinatore del circolo Latina Nord, Fabrizio Porcari, capogruppo PD Consiglio 7^ Circoscrizione Latina Scalo e Giorgio De Marchis, candidato alle primarie per la carica di Sindaco della città di Latina.

Controcorrente_2

Rispettare le regole

Nelle settimane passate ho sottoscritto con convinzione l'appello per le primarie lanciato da Concita de Gregorio sulle pagine de L'Unità.
Stante il vulnus creato dal Porcellum ai principi di democrazia e rappresentanza, riportare nelle mani di ciascuno di noi la possibilità di scegliere i propri rappresentanti alle prossime elezioni politiche mediante elezioni primarie a livello territoriale mi è sembrato quantomeno doveroso.
Un dovere, peraltro, sancito dallo Statuto del Partito Democratico che, all'articolo 19 comma 1 recita: "La selezione delle candidature per le assemblee rappresentative avviene ad ogni livello con il metodo delle primarie oppure, anche in relazione al sistema elettorale, con altre forme di ampia consultazione democratica."
Un principio, se vogliamo, rivoluzionario, che si accompagna ad un'altra norma statutaria che assume una portata fortemente innovativa. L'articolo 22 comma 2, infatti dice che: "Non è ricandidabile da parte del Partito Democratico per la carica di componente del Parlamento nazionale ed europeo chi ha ricoperto detta carica per la durata di tre mandati".
Sulla norma dei tre mandati troverete qui l'ottimo Paolo.
Dato che è mia ferma convinzione portare il dibattito nelle sede competenti, mi impegno da subito a presentare, nella prossima assemblea provinciale, un ordine del giorno per chiedere il rispetto di due criteri già presenti nello Statuto e per la loro applicazione. Ecco la nostra idea di ricambio.
In vista del congresso provinciale del PD di Latina chiedo inoltre ad amici e compagni iscritti nei circoli della provincia di sottoscrivere e diffondere il nostro piccolo appello affinchè, semplicemente, sia dia seguito a quanto previsto dallo statuto del nostro partito.
 

Precisazione su quanto pubblicato da “La Provincia”

Gentili redattori de "La Provincia", nel ringraziarVi per l'attenzione dimostrata nei riguardi dei protagonisti del dibattito che si sta sviluppando intorno al congresso provinciale del PD di Latina, non posso però fare a meno di segnalare una piccola (e unica) imprecisione riportata nell'articolo apparso oggi e che riguarda la mia candidatura.
Tengo infatti a precisare che, per quanto in mia conoscenza, non ho ricevuto alcun appoggio dalla mozione Marino nè da parte di essa. Pur avendo partecipato al congresso nazionale del 2009 come convinto sostenitore del senatore Ignazio Marino, persona che gode di tutta la mia stima politica e personale, sarebbe per me oltremodo difficile riuscire a capire, oggi, cosa sia la mozione Marino in provincia di Latina. Le defezioni de facto di alcuni illustri rappresentanti della mozione Marino hanno, infatti, prodotto un tale rimescolamento di carte sul tavolo della politica pontina da rendere ormai azzardata qualsiasi ipotesi circa l'effettiva esistenza e strutturazione di mozioni e correnti nel partito provinciale, per come le abbiamo conosciute nel congresso nazionale dell'anno passato.  Cito su tutti Giovanbattista Giorgi e Sandro Bartolomeo, i quali, forti dell'autonomia di pensiero che sempre ha contraddistinto il proprio agire politico, hanno deciso di appoggiare, legittimamente ma non senza contraddizioni evidenti, candidati che afferiscono a differenti correnti che animano la vita del PD, sia alle elezioni comunali di Latina sia alla segreteria provinciale del partito. Tale disinvoltura nell'appoggiare ora uno ora l'altro candidato, a seconda delle convenienze politiche del momento, è il segno evidente di come parte del personale politico del PD che ancora agisce nel nostro territorio continui a ragionare secondo schemi, quelli si, da rottamare. Per questo nasce la mia candidatura, ossia in contrapposizione alle catalogazioni correntizie che mortificano il dibattito e riducono la militanza a pacchetti di tessere da spostare in occasione dei congressi, al di là di qualsiasi riflessione sui contenuti con i quali connotare l'azione politica del PD.
Nel ringrziarVi ancora per lo spazio concesso, porgo i miei più cordiali saluti.

Lettera agli amici del PD

Carissimi tutti,
come certamente saprete è partito il treno del congresso Provinciale che ci porterà all'appuntamento conclusivo di Latina, previsto per il mese di dicembre prossimo.
Ho deciso di correre anche io, e così sulla scheda da utilizzare per scegliere quale sarà il vostro segretario provinciale troverete il mio nome e il simbolo della lista collegata alla mia candidatura.
Controcorrente.

Controcorrente_2Un termine che riassume il mio pensiero e il mio impegno. Contro le correnti figlie delle mozioni, che hanno ingessato il PD, mortificato il dibattito, spartito posti e candidature.
Il simbolo è formato da tre frecce bianche contrapposte ad una freccia rossa che va a sinistra – il cuore batte lì, è nella mia natura.
In direzione ostinata e contraria.
La mia piccola storia politica personale è costellata di ostinati appelli rivolti a tutti i compagni di viaggio affinchè si provasse, insieme, a rendere il nostro partito migliore, più forte, più bello. Spesso questi appelli sono caduti nel vuoto.
Come a Minturno, ad esempio, quando rappresentavo la necessità di uscire dagli schemi, proporre metodi nuovi, segni tangibili di discontinuità rispetto al passato.
La politica è altro, mi sono spesso sentito dire. Ha i suoi riti, le sue regole, le sue alchimie.
No. La politica siamo noi, le nostre idee, le nostre storie personali, la nostra passione disinteressata. 
Si possono anche vincere piccole battaglie personali, ma si perde, tutti insieme, la guerra.
E la guerra consiste nella sfida che abbiamo davanti: lavorare per lasciare ai nostri figli e ai nostri nipoti un paese migliore di quello nel quale oggi molti di noi sono costretti a vivere.
Per errori altrui.
Per un disegno ben orchestrato che, nel tempo, ha instillato nella società italiana, il virus dell'incultura che si fa consuetudine, da ostentare e sulla quale creare consensi.
Ma non dimentichiamo la nostra inerzia.
La nostra complicità.
La nostra inettitudine.
Abbiamo avuto, negli anni, svariate occasioni per cambiare il corso della storia del nostro Paese.
Ma non l'abbiamo fatto.
Non siamo stati capaci di indicare con credibilità una strada alternativa. Spesso è prevalso il calcolo politico, la convenienza del momento, l'opportunismo, il cinismo.
Diciassette (!) anni della nostra vita sembrano passati invano.
Sono rimasti sul piatto i problemi di fondo del Paese, semmai aggravati dall'inazione dei governi che si sono, negli anni, succeduti (Prodi I a parte).
Sono rimasti identici gli attori che hanno calcato la scena politica italiana in questi 3 lustri e poco più.
Accomunati, nessuno escluso, dal sentirsi insostituibili.
Diciassette anni sono quasi sufficienti a fare di un bimbo appena nato un uomo, ma non bastano a vedere rinnovata la classe dirigente di un paese. Tantomeno a vedere rinnovata la classe dirigente del nostro partito. Che riassume in sè, anche nella nostra provincia, quegli aspetti negativi della società (familismo, cooptazione, correntismo) che si vorrebbero combattere, estirpare, eliminare.
Molti di quelli che sono, oggi, classe dirigente, vengono dal '68. O dal '77.
Hanno conquistato con i denti le posizioni che oggi occupano, ingaggiando battaglie con i loro illustri predecessori se non con i loro padri, senza colpi bassi ma con fermezza, consapevoli di lottare in nome di un bene supremo, ossia l'evoluzione della società verso forme di convivenza civile universalmente riconosciute che fossero più moderne, partecipate, accessibili, contendibili.
Oggi, fatte le dovute differenze, la società è attraversata dalle stesse pulsioni.
Una larga fetta della popolazione più giovane è tenuta ai margini del mondo del lavoro, delle istituzioni, della politica.
Ma chi prova ad indicare una strada diversa, passa per maleducato.
I "giovani" del PD sono anch'essi maleducati perché osano porre il problema del rispetto delle regole che noi stessi ci siamo dati, come il limite dei mandati oppure l'utilizzo delle primarie per la selezione dei candidati alle elezioni, politiche o amministrative che siano.
Non ne faccio una questione puramente anagrafica, si può essere giovani ma vecchi di cervello e di cuore, come si può essere in là con l'età ma portatori di idee fresche, nuove, e che soprattutto interpretano la realtà dei giorni difficili nei quali viviamo il nostro presente.
C'è, in questo tempo sospeso, fermo al secolo scorso, la necessità di farsi portatori di una politica diversa, più sobria, più rappresentativa, più dignitosa ma anche più creativa di quella che attualmente conosciamo, come è necessario che il contributo di chi si affaccia oggi sulla scena pubblica (parlo dei giovani elettori, non dei giovani dirigenti) sia preso in considerazione.
Credo sia, questo, il tempo della responsabilità di ciascuno di noi. E' essenziale che chiunque, nella consapevolezza delle difficoltà, nell'assenza di risposte precostituite, nel dubbio del risultato, si spenda in prima persona, s'impegni per il cambiamento.
E' giunto il momento di provare ad occupare spazi, senza aspettare che qualcuno apra la porta e ci faccia accomodare al tavolo, seduti sullo strapuntino, in attesa di un posto più comodo.