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Lotta alla corruzione e trasparenza amministrativa (a Minturno) #2

La trasparenza amministrativa sembra essere la parola d’ordine che muove l’azione politica di vecchi e nuovi amministratori. Il Comune di Minturno si è dotato di una Commissione Trasparenza, presieduta dall’assessore Provinciale Gerardo Stefanelli, già candidato a Sindaco, che non si risparmia, con l’opposizione tutta, dall’attaccare ripetutamente la Giunta Comunale da poco insediata per episodi poco edificanti che hanno caratterizzato i primi mesi di governo. Nell’associarmi alle richieste di chiarimento sulle vicende ormai note, non posso però fare a meno di far presente che, a distanza di settimane, la mia richiesta di pubblicazione delle spese sostenute nell’ultima campagna elettorale nonchè delle dichiarazioni dei redditi degli amministratori e degli eletti in consiglio comunale è stata ignorata, con l’eccezione del consigliere Mimma Nuzzo che si è resa immediatamente disponibile alla massima pubblicità dei dati che la riguardano. Mi appello, quindi, al presidente della Commissione Trasparenza Gerardo Stefanelli affinchè si faccia parte diligente nel reiterare agli amministratori e al Consiglio Comunale una richiesta che risponde ad una esigenza di trasparenza nel rapporto con la cittadinanza non più eludibile, se davvero le parole sbandierate durante la campagna elettorale non sono state pronunciate per puri scopi propagandistici. Chiedo infine che la Commissione Trasparenza si faccia parte proponente nel destinare un’apposita pagina del rinnnovato sito comunale, all’interno della sezione “Trasparenza Valutazione e Merito”, alla pubblicazione dei dati richiesti, una volta messi a disposizione dal Sindaco, dagli assessori, dai delegati e dai consiglieri comunali di maggioranza e di opposizione.

Minturno: no alla svendita dei beni comuni

Il Partito Democratico di Minturno invita l’amministrazione comunale a non svendere il patrimonio pubblico. La giunta comunale di Minturno con la delibera n. 78 del 18 luglio 2012 stabilisce l’alienazione (ossia la vendita) di diversi terreni agricoli di proprietà del nostro Comune.

In tale piano di dismissioni promosso dal comune evidenziamo delle profonde disparità nel trattamento dei cittadini. Come prima cosa notiamo che molte di queste richieste sono statefatte tra i mesi di maggio e luglio, fino a cinque giorni prima della deliberadi giunta, quindi probabilmente alcuni cittadini possedevano informazioni sull’imminente piano di alienazione e tutti gli altri no. Non sarebbe stato più giusto fare un avviso pubblico?

In secondo luogo riteniamo deltutto insufficienti le cifre inserite nel piano di alienazione, con cifre dicosto al mq dei terreni alienati che presentano differenze tra di loro anche del 1600%, fino ad arrivare a terreni valutati solo 20 centesimi di euro al metro quadro, alienando così ad un nostro concittadino ben 13.000 metri quadr idi terreno alla cifra irrisoria di circa 2.600 euro.

Invitiamo l’amministrazione comunale a condividere i criteri di formazione del prezzo e la lista completa dei beni che non ritiene strumentali.

Invitiamo inoltre l’amministrazionea pubblicizzare la lista di questi beni e a fornirne la relativa planimetria, che è mancante negli allegati pubblicati nell’albo pretorio online, nell’interessedi tutti i cittadini di Minturno: non si può svendere il patrimonio pubblic oper l’interesse di pochi. 

È necessario predisporre un piano alienazioni complessivo dei beni del comune. Invitiamo l’amministrazione avalutare nella giusta sede il piano di alienazione, cioè il consiglio comunale, organo di governo che deve redigere il regolamento per l’alienazione dei beni di proprietà del comune e valutare se siano strumentali  o meno agli interessi dei cittadini di Minturno. A titolo di esempio, con alcuni terreni si potrebbero realizzare degli orti sociali per anziani e famiglie in difficoltà, sia per promuoverestili di vita sani che per aiutare economicamente soggetti a rischio.

Se sivendono a “due lire” i beni del Comune e gli importi da pagare per i servizi, vedi quello di Salvamento (affidato alla cooperativa Escara), in neanche 20giorni vengono triplicati, non c’è altro futuro per il Comune di Minturno se non il dissesto finanziario o un aumento pesantissimo ed insostenibile della tassazione comunale.

Il direttivo del PD

Scauri fa schifo

L’estate sta iniziando, e con essa iniziano i primi problemi, a Scauri.

Uno, gravissimo, riguarda il sacrosanto, intangibile e costituzionalmente garantito diritto a non essere disturbati sotto l’ombrellone da fastidiosissimi quanto insistenti commercianti abusivi (meglio noti come “vù cumprà”) che imperversano sulle bellissime spiagge della perla del Sud Pontino. Quando il “vù cumprà” non riesce a vendere la sua merce, poi, si azzarda nientemeno che a chiedere dei soldi per mangiare, ennesima dimostrazione di insolenza e di mancanza di rispetto nei confronti di chi si gode le meritate vacanze. I bagnanti hanno sentito l’esigenza di far giungere alla stampa la loro preoccupatissima voce di protesta, ben attenti, però, a mettere i puntini sulle i: non siamo razzisti, per carità. Mi verrebbe da dire: excusatio non petita…

In effetti il razzismo potrebbe anche non entrarci, in tutto ciò. Però mi viene da chiedere se i bagnanti (chi sono? boh? mi fanno venire in mente quelle entità astratte tipo il popolo del web) abbiano mai sentito la necessità di protestare per gli affitti in nero. Per venti persone menate dentro un apprtamento di 80 mq. Per  la presenza di camorristi. Per la mancanza di offerta culturale. Per il luna park osceno. Per i cinema all’aperto che hanno sedie che ti spaccano il culo e che se riesci a sentire qualcosa dell’audio del film è un miracolo. Per gli ombrelloni azzeccati azzeccati che se non stai attento ti ritrovi il vicino in braccio. Per le spiagge libere luride. Per la monnezza che l’estate invade tutto il Comune. Per l’inciviltà che regna sovrana. Per la gente che va in motorino senza casco e nessuno fa nulla. Vigili urbani in primis.

A Scauri, il problema, è il “vù cumprà”.

Ultima chiamata per il centrosinistra di Minturno

Di seguito il testo del comunicato stampa inviato domenica. A quanto pare Roberto Lepone mi ha anticipato. Bene. Sotto a chi tocca.

ll quadro politico Minturnese, in vista delle prossime elezioni amministrative, si fa finalmente ricomponendo. Le forze della conservazione e della restaurazione mettono in campo i loro rappresentanti e i candidati a sindaco che gravitano nell’orbita del centrodestra chiedono ai cittadini minturnesi, per l’ennesima volta, un voto di fiducia nonostante pessime prove di governo della città nelle passate consiliature. I nomi di Faticoni, Graziano e Russo, che hanno fatto del trasformismo politico, del clientelismo e del malgoverno le principali caratteristiche del loro agire nell’ultimo ventennio, suonano come un’ulteriore offesa per i cittadini onesti, per le giovani generazioni e per chiunque abbia a cuore il futuro di Minturno e dei suoi figli.
Non stupisce, dinanzi alla possibilità di un profondo rinnovamento della classe dirigente minturnese, l’atteggiamento dell’UDC cittadino che, al pari del partito nazionale, continua a predicare una politica dei due forni a seconda delle convenienze politiche, ma che al momento delle scelte soggiace ai voleri del duo Fazzone-Forte che si stanno, ancora una volta, spartendo la provincia di Latina, anche a costo di mortificare e sacrificare le istanze di rinnovamento che provengono con sempre maggior forza anche del proprio interno.                       
Davanti al pericolo che i gattopardi minturnesi possano ancora una volta truffare cittadini ed elettori, rivologo il mio accorato appello al PD, alle forze di centrosinistra, alle forze civiche, alle associazioni culturali che a vario titolo operano sul territorio grazie all’apporto di giovani che amano sinceramente il territorio e a tutti coloro i quali desiderano rinnovare nel profondo la politica nel nostro Comune affinchè uniscano le proprie forze e le proprie idee per rendere possibile, anche a Minturno, una piccola, grande rivoluzione.
Chi pensa di poter incarnare con sacrificio, dedizione e competenza quelle istanze di rinnovamento che non sono più eludibili, si faccia avanti e dichiari, da subito, di rendersi disponibile a partecipare alle primarie per la scelta del candidato a sindaco di uno schieramento civico e riformista che allarghi gli orizzonti dell’attuale centrosinistra. Si attivi immediatamente quel meccanismo fecondo rappresentato dalle primarie per mettere in circolo idee e permettere ai cittadini di confrontarsi e scegliere un candidato a sindaco forte, autorevole e rappresentativo.

Ripartire? No, grazie

A Minturno sono apparsi, durante le feste natalizie, un bel pò di manifesti con il faccione rassicurante di Paolo Graziano. Ex sindaco di Minturno per ben dieci anni, attualmente consigliere provinciale del PDL, Paolo Graziano ha da tempo annunciato la sua volontà di ricandidarsi alla carica di Primo Cittadino e quindi la comparsa dei suoi manifesti segna in qualche modo l’inizio anticipato della campagna elettorale.

Ripartiamo insieme, lo slogan.

Il concetto di ripartenza implica che un tempo, anche lontano, lontanissimo, ci sia stata almeno una partenza, un inizio, un incipit. Allora io vorrei chiedere ai cittadini minturnesi se durante le passate amministrazioni Graziano si siano accorti che Minturno è mai partita. Se l’ex amatissimo Sindaco ha fatto qualcosa per migliorare domanda e offerta turistica, per evitare l’abusivismo edilizio, per contrastare la criminalità organizzata, per offrire opportunità di lavoro alle giovani generazioni, per combattere il degrado ambientale, per migliorare la qualità del mare, per promuovere la cultura sul nostro territorio, per favorire la nascita di nuove imprese. Paolo Graziano è corresponsabile, al pari della maggior parte delle persone che hanno fatto politica a Minturno con le amministrazioni di centrodestra (mi sento di escludere Ercole Conte e forse qualcun altro), delle condizioni di degrado nelle quali versa Minturno. È corresponsabile del consolidamento del blocco di potere che domina la Provincia di Latina  costituito da Del Balzo-Fazzone-Cusani-Michele Forte. Un blocco di potere spregiudicato, in alcune realtà colluso con la criminalità organizzata, come recenti sentenze della magistratura hanno dimostrato. Un blocco di potere che basa il proprio consenso sul clientelismo e sul malaffare e che rischia di stroncare sul nascere qualsiasi forma di riscatto politico, economico e sociale del territorio pontino.

E allora, ripartire insieme a Paolo Graziano? No grazie, Minturno ha già dato. Andiamo oltre.

Elezioni a Minturno

Nel centrosinistra minturnese, sebbene la definizione della coalizione che affronterà la sfida elettorale per la scelta del Primo Cittadino sia ancora lontana dalla dirittura d’arrivo, sono già due le personalità politiche che hanno dichiarato ufficialmente di volersi candidare alla carica di Sindaco. Alla candidatura di Vito Romano si è infatti aggiunta, nei giorni passati, la candidatura del Sindaco uscente Aristide Galasso. Non posso far a meno di notare come ancora una volta il dibattito in seno al centrosinistra ruoti attorno ai nomi, seppur autorevoli, mentre passa in secondo piano la specifica di contenuti, idee e progetti per il nostro Comune. Auspico, da parte mia, la prosecuzione degli incontri già iniziati con tutte le forze politiche e civiche che gravitano nell’orbita del centrosinistra e che hanno a cuore il futuro del Comune di Minturno e dei suoi cittadini. Ritengo inoltre che, una volta condivisi con le forze della coalizione pochi e qualificanti punti programmatici improntati al reale rispetto della legalità e della trasparenza amministrativa e che vedano in prima fila la parte sana della società minturnese, il naturale approdo del “cantiere” del centrosinistra non possa che prevedere la convocazione di elezioni primarie, come peraltro previsto dallo statuto del PD. A tale consultazione dovrebbero partecipare, con lealtà e coraggio, non solo i due illustri ex sindaci che hanno già avanzato la propria candidatura, ma anche ulteriori esponenti delle forze politiche e della società civile che ritengano di poter rappresentare al meglio il progetto politico della coalizione nonché le istanze di rinnovamento delle classi dirigenti provenienti, ormai, da settori sempre più ampi della nostra società.

Chi si muove, chi sta fermo

Il mondo politico minturnese, com’è noto, è in piena fibrillazione in vista delle prossime elezioni amministrative. Si susseguono incontri, interviste, dichiarazioni. Tra notizie vere o presunte tali, illazioni,  ricostruzioni di fantasia e sprazzi di verità, i partiti politici e le forze della cosiddetta “società civile” iniziano a posizionarsi. Tralasciando il silenzio imbarazzante del PD, che crea non pochi malumori tra la base del Partito Democratico, negli ultimi giorni l’UDC ha iniziato a porsi al centro della scena politica cittadina. Con quale autorevolezza, è però tutto da verificare. Stupisce infatti leggere di una UDC che “dovrebbe costruire una squadra di governo efficiente in grado di produrre una radicale trasformazione della vita politica della città, alla luce dei fallimenti che hanno caratterizzato i recenti governi cittadini”, come se l’UDC e la sua classe dirigente non fossero corresponsabile di quei fallimenti, sia con le diverse amministrazioni di centrodestra che hanno governato il Comune da svariati lustri, sia con la recente e unica amministrazione di centrosinistra. Come poi il partito di Michele e Aldo Forte dovrebbe dar voce alla domanda che c’è nel Paese di radicale cambiamento nella gestione della vita pubblica ed affrontare una nuova stagione della politica resta, sinceramente un mistero. Parole grottesche ma soprattutto mistificatorie della realtà, che vede invece l’UDC, a livello provinciale e regionale,  perpetuare  i propri disegni politico-familiari-clientelari, peraltro in totale organicità con il PDL del senatore Fazzone e di Romolo del Balzo. Dinanzi a scenari ed alleanze  che si stanno prospettando  e che riguardano esclusivamente rese dei conti all’interno del centrodestra, il PD di Minturno deve uscire dal dorato silenzio nel quale si è rinchiuso e far sentire la propria voce. La rinnovata disponibilità di SEL e Verdi ad aprire un tavolo di confronto programmatico con tutte le forze del centrosinistra nonché la disponibilità a candidarsi di un pezzo da novanta della politica minturnese quale il leader locale dell’IDV Vito Romano, impongono al PD la necessità di farsi promotore dell’apertura di un dialogo che coinvolga non solo le forze politiche del centrosinistra, ma anche i movimenti civici e i cittadini di buona volontà,  per definire insieme programmi e candidature, utilizzando lo strumento previsto dallo statuto del PD, ossia le primarie di partito o di coalizione. La recente tornata elettorale amministrativa e referendaria ha dimostrato un rinnovato interesse per la politica dei cittadini e soprattutto delle giovani generazioni, pertanto auspico che il PD di Minturno abbandoni l’idea di alleanze “contronatura” ma sappia, nei luoghi a ciò deputati e nei modi appropriati, aprirsi quanto più possibile al dialogo e alla partecipazione con la società minturnese per coinvolgere  tutte quelle forze sane e disinteressate che vogliono impegnarsi per costruire un futuro migliore per il nostro Comune.