Archivi giornalieri: 27 Giugno 2011

Ultime dalla Val di Susa

Jacopo ed altri amici ci aggiornano sulla situazione in Val di Susa. Con saggezza e pragmatismo. Quando si dice andare oltre la cronaca governativa e la vulgata dell’opposizione. 

Gli scontri che si stanno verificando in queste ore tra manifestanti No Tav e le forze dell’ordine, dimostrano una volta di più che sull’Alta Velocità Torino-Lione la politica ha fallito.

Crediamo che i fatti che si stanno susseguendo alla Maddalena siano il triste, ma prevedibile, epilogo di una vicenda che il Governo ha gestito con arroganza e superficialità, escludendo dal tavolo politico di maggio gli amministratori contrari all’opera, e che molti esponenti politici, anche del nostro partito, hanno contribuito a inasprire, invocavano l’uso dell’esercito per favorire l’apertura dei cantieri.

Nel ribadire tutti i nostri dubbi di merito sull’utilità dell’opera sentiamo al tempo stesso la necessità di opporre un rifiuto radicale e irrevocabile verso tutti i linguaggi e i comportamenti che in nome del no alla Tav stanno cercando di impedire una dialettica tra le diverse posizioni in campo, o peggio, come è successo pochi giorni fa, stanno scivolando in atti di violenza e intimidazione.

Da questi modi di approcciarsi al problema della Tav noi prendiamo nettamente le distanze.

Per quel che ci riguarda, vogliamo ragionare su cinque punti:

1. Una linea che non serve. Diversi studi, in primis le risultanze dei lavori dell’Osservatorio tecnico, dimostrano che costruire una nuova linea ferroviaria non risolverebbe i problemi trasportistici del nostro paese. Senza un’adeguata politica di trasferimento del traffico merci da gomma a ferro (che oggi non c’è), la nuova linea si trasformerebbe nell’ennesimo episodio di spreco di denaro pubblico, cosa che in questo momento l’Italia non può permettersi.

2. Rilanciamo il Fare. Quello vero però, non quello strumentale che è stato proposto a fine aprile da Mario Virano.

3. Parliamo di percorso “per fasi” e non “a fasi”. Un percorso strutturale e non temporale. Si proceda alla progettazione e realizzazione del nodo di Torino, vera strozzatura dell’attuale collegamento ferroviario Torino-Lione. Questo intervento permetterà di realizzare il Servizio Ferroviario Metropolitano in grado di fornire una risposta importante per un trasporto pubblico nell’interesse di centinaia di migliaia di pendolari.

4. Nessuna compensazione. La vera “compensazione” sono gli interventi previsti dal Progetto Strategico della Provincia di Torino, provvedendo ad un miglioramento della linea storica e a un potenziamento del servizio per i passeggeri. In soldoni, metropolitana fino ad Avigliana. Tutto questo può essere fatto solo con il consenso della popolazione e delle amministrazioni locali.

5. Rispetto per gli accordi del Progetto Strategico per il territorio interessato dal collegamento ferroviario Torino-Lione è il “pacchetto” di proposte e di sviluppo che è stato predisposto con il coinvolgimento dell’intero sistema istituzionale e dalle rappresentanze sociali.

Ovviamente, per tornare a discutere nel merito dell’opera, chiediamo che cessino immediatamente gli scontri e che il Ministro dell’Interno Maroni si faccia carico della gravità della situazione.

C’è poi un’ultima questione, che riguarda la politica con la P maiuscola. Quella che amministra i territori, che affronta i problemi con serietà ma anche con fantasia e con coraggio, che migliora la vita quotidiana delle persone. Che riduce i conflitti e non gioca ad alimentarli utilizzando le forza dell’ordine per aprire i cantieri.

Ancora una volta ci sentiamo di condividere i principi che ispirarono il Fare che, a nostro avviso, è stato caricato di una eccessiva valenza tecnica, tralasciando la sua importanza politica, perdendosi nel mare delle proposte e dei progetti che hanno accompagnato la storia ventennale della Tav. Questa è stata la più grande debolezza della politica della nostra valle. Avere una proposta concreta e credibile e non difenderla con la forza che sarebbe stata necessaria. Anche per un’eccessiva “timidezza” nei confronti delle frange più radicali del “movimento”.

Gli scontri di Chiomonte ci dicono che è giunto il momento di recuperare il tempo perso.

Dobbiamo avere l’ambizione di rilanciare una proposta in grado di cambiare la metodologia di costruzione delle grandi opere pubbliche in Italia e in Europa, coinvolgendo le amministrazioni dei territori coinvolti, tutelando l’ambiente e risparmiando denaro pubblico. Solo così riusciremo a far uscire la Valsusa dall’isolamento politico in cui è piombata e ad affrontare un problema in maniera ragionevole ed efficace.

Primarie a Minturno

Nei giorni scorsi ho raccolto e rilanciato  l’invito formulato dagli amici di SEL e Verdi affinchè si apra un cantiere per Minturno in vista delle elezioni Comunali che si terranno nella primavera del 2012 (http://www.telefree.it/news.php?op=view&id=90939). Le vicende politiche Minturnesi, da un punto di vista dei rapporti politica/cittadini, possono avere due sbocchi: allontanare ancora di più cittadini ed elettori dal “palazzo”, schifati da manovre e interessi più o meno velati che hanno vissuto il loro acme nei giorni passati, oppure stimolare una rinnovata partecipazione da parte di chi non si sente più rappresentato da un modo di concepire la politica in maniera clientelare e personalistico. Se allora è vero, com’è vero, che i referendum e le recenti elezioni amministrative si sono contraddistinti per il rinnovato interesse degli italiani per la politica e per decisioni che riguardano in prima persona loro e il futuro delle nuove generazioni. Se è vero, com’è vero, che la maggiore spinta al “cambiamento” è giunto dalla partecipazione dei giovani elettori (e Minturno, per quanto riguarda i referendum, non è stata certo in controtendenza), allora compito di un partito politico “riformista” che vuole essere guida per il centrosinistra e che guarda al futuro del Paese è quello di assecondare la rinnovata passione politica che anima le nuove generazioni. Quale mezzo migliore, allora, se non quello di coinvolgere direttamente gli elettori, se non quello di dar loro la parola per scegliere i propri rappresentanti nelle istituzioni? Le elezioni primarie di coalizione sono previste dallo statuto del PD, si sono tenute con successo nella maggior parte dei Comuni che hanno visto vincere, poche settimane fa, Sindaci del centrosinistra. Il PD si è quindi messo in gioco in molte realtà, a volte con successo del proprio candidato. Altre volte la vittoria nelle primarie è andata ad un candidato esterno al PD, ma ovunque si è messo in moto un meccanismo vituoso di partecipazione che si è poi mostrato decisivo per la vittoria della coalizione. Penso quindi che Minturno non possa e non debba essere esentata dallo svolgimento delle primarie di coalizione per la scelta del prossimo candidato a Sindaco del centrosinistra, e che proprio il PD debba farsi promotore di tale iniziativa politica. Certo, partecipare richiede coraggio, ma è un coraggio che viene premiato perchè laddove ci sono programmi seri, supportati da candidati onesti e credibili e gli “sconfitti” delle primarie si mettono a disposizione della coalizione con lealtà, le energie che si mettono in moto con le primarie costiutiscono un patrimonio politico eccezionale. Chiedo quindi ai miei pochissimi lettori di esprimere il loro parere in merito, partecipando, se vogliono, al sondaggio che ho inserito sul mio piccolissimo blog e magari aiutandomi a diffonderlo quanto più possibile tra i potenziali elettori del PD e del centrosinistra.

Sondaggio per le primarie del centrosinistra a Minturno