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I giovani (bugiardi) dell’UDC della provincia di Latina

Ci ho pensato, prima di scrivere queste due righe. Ho pensato se valesse la pena di fare pubblicità indiretta a chi racconta balle degne dei migliori (o peggiori, fate voi) contaballe del Paese. Però davanti alla menzogna non resisto. Perchè di menzogna si tratta, quando Gerardo Stefanelli accusa Nicola Zingaretti di essere un falso moralizzatore:

La risposta di Nicola la trovate qui:

“Nella vicenda sollevata non c’è quindi alcunché di anormale né, tanto meno, alcunché di illegale. L’iniziativa del Partito Radicale si prefigura quindi come un osceno tentativo di discredito di una persona perbene, una macchina del fango in piena campagna elettorale. Per questo ho dato mandato ai miei legali di presentare una querela per diffamazione.”

Sia chiaro, non è che mi aspettavo qualcosa di diverso da chi ha costruito una carriera politica all’ombra della famiglia Forte.

Diffidate, gente. Non c’è cosa peggiore di un giovane già vecchio dentro.

 

Le armi non servono

Sembra che la camorra nel sud pontino faccia notizie solo quando usa le armi. L’omicidio del boss scissionista Marino aTerracina è tanto eclatante quanto, se vogliamo, scontato nella sua efferatezza, in un territorio nel quale la criminalitá fa affari da anni nel quasi piú totale silenzio. Senza la necessitá di usare le armi. E con la complicitá di parte della politica. Ne abbiamo avuto prova con il caso Fondi, cittá del ras Claudio Fazzone, senatore ex poliziotto che non disdegna(va) di tenere buoni rapporti con le cosche calabresi tanto da consegnargli, in pratica, le chiavi del Comune. Incassando la solidarietá dei clan  politici che dominano la provincia e non solo: Forte e tutta l’UDC, Cusani, Graziano, Del Balzo. E quando la politica va a braccetto con la criminalitá per consolidare il proprio potere elettorale l’una e il proprio potere economico l’altra, ecco che si consuma l’omicidio di un territorio. Altro che armi.

Romoletto in auto blu

Le Olimpiadi a Roma non si fanno più, ma a quanto pare sarà difficile disfarsi della Commissione speciale Roma 2020 e Grandi Eventi della Regione Lazio. Basterà togliere dalla denominazione Roma 2020 e lasciare i Grandi Eventi. E così a Romoletto resterà l’auto blu e una ulteriore indennità di 900 € al mese. Ovviamente saremo ben lieti di essere smentiti.

Per rinfrescare un pò la memoria Romolo Del Balzo è stato nominato, non senza polemiche, presidente della Commissione de quo a mo’ di consolazione per essere stato silurato dai suoi stessi amici di partito dalla Commissione Lavori Pubblici all’indomani del suo arresto per la vicenda munnezza a Minturno. C’è da dire che almeno i suoi l’hanno silurato. A Minturno, dove era Presidente del Consiglio Comunale e grazie a lui (PDL) si reggeva l’amministrazione PD-UDC, nemmeno quello. Per dire.

Think global to act local

“I lavori della commissione avevano subito una battuta d’arresto, a causa di un emendamento presentato dall’assessore Forte che prevede l’eliminazione di ogni riferimento alla Legge regionale 15/76 sui consultori familiari.” Il resto qui.

Non mi venite a dire che gli accordi  che  si stanno facendo con l’UDC un pò ovunque nella provincia di Latina non c’entrano nulla con quello che accade in regione.

Due forni bastano?

Quando qualcuno mi decanta le virtù dell’UDC ribatto che una delle cose che trovo davvero inaccettabili, a livello nazionale così come a livello locale, è la politica dei due forni. E trovo ancora più inaccettabile che il PD non abbia nulla da ridire su tali comportamenti politici. Anche a Minturno, il partito di Michele e Aldo Forte, sodali di Fazzone in Regione e in Provincia, dialoga con il PD e con pezzi di centrosinistra, ma contemporaneamente tesse la sua tela con Nuova Area e Volare, due liste locali che fanno capo ad altrettanti campioni del trasformismo che gravitano in area PdL. A meno che non si voglia mettere tutto nello stesso calderone, un progetto pilota della Santa Alleanza che alcuni, nel PD, vorrebbero si realizzasse anche a livello nazionale.  Ma questa è un’altra storia.

Dimissioni

Mi associo all’invito formulato da Giorgio. Bevilacqua e Alla devono dimettersi.

Concordo anche con il giudizio sull’UDC. Se è vero, come è vero, che rappresentano la morte della politica, allora occorre risolvere in maniera definitiva il problema delle alleanze con l’UDC a tutti i livelli.

Nazionale e locale.

Non è possibile pensare a percorsi comuni con un partito che ha un’idea della politica come quella incarnata dalla famiglia Forte: trasformismo, clientelismo, opportunismo. Come non è possibile pensare di governare l’Italia con un partito che appoggia delle leggi regionali infami come quella sui consultori nel Lazio oppure si oppone in Parlamento all’approvazione di una legislazione che regoli in maniera non ideologica il fine-vita.

E checchè ne pensi D’Alema dell’UDC, per governare la Prossima Italia, non abbiamo bisogno.