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23 anni?

Tratto da Spinoza.it:

Dan Peterson torna ad allenare dopo 23 anni: pensate che quando si ritirò a Sanremo c’era Morandi, in Italia si discuteva di nucleare e la carriera politica di Gianfranco Fini aveva un’improvvisa svolta.

L'altra svolta è di oggi
La mia impressione è che sia in atto un gioco delle parti che vede coinvolti il PD da una parte e il Terzo Polo dall'altra. Al di là delle dichiarazioni ufficiali sui giornali, la strada è segnata.
E, purtruppo, la direzione nazionale del PD di domani sancirà definitivamente tutto ciò.
Con buona pace di chi non ci sta.

La “giusta” direzione

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Eccoci qui
. La sera prima della direzione nazionale del Pd, ci vediamo a Roma per un incontro pubblico, una 'direzione' aperta agli elettori del Pd e del centrosinistra, un incontro alla pari, in cui ci si possa confrontare sul delicato passaggio politico di fronte al quale si trova oggi il Pd.

Un incontro dedicato ad un Pd restituito ai suoi elettori, quelli che in questi giorni si sono detti molto preoccupati e non sempre si sono sentiti nelle condizioni di comprendere le scelte dei vertici nazionali. 

Un momento di riflessione in cui raccogliere i mille messaggi pervenuti sul sito di Prossima Italia, le lettere e gli appelli inviati a Roma da ogni confine del Paese, per ribadire l’importanza delle primarie e del loro senso politico e dire, insomma, ad alta voce: «prima gli elettori».

Il Pd era nato per questo e, se vuole vincere, come crediamo sia possibile, questo deve essere capace di fare. Attraverso le voci autorevoli dei leader di sempre e di chi al Pd guarda soprattutto per il futuro del Paese.

Dal blog di Pippo.

Lo smemorato di Bettola

Sono passati meno di quindici mesi dalla fine "ufficiale" del congressopiùlungodelmondo, ma, a giudicare dalla strada che sta intraprendendo il PD, sono stati più che sufficienti per far dimenticare al Segretario Bersani quanto scritto nella sua mozione congressuale (che, per inciso, NON ho votato).
Una rinfrescatina alla memoria? Che dite?

bersani

Io sto con la FIOM

Ho firmato l'appello qui.

La società civile con la Fiom: "Sì ai diritti, No ai ricatti". Firma l'appello di Camilleri, Flores d'Arcais e Hack

Il diktat di Marchionne, che Cisl e Uil hanno firmato, contiene una clausola inaudita, che nemmeno negli anni dei reparti-confino di Valletta era stata mai immaginata: la cancellazione dei sindacati che non firmano l’accordo, l’impossibilità che abbiano una rappresentanza aziendale, la loro abrogazione di fatto. Questo incredibile annientamento di un diritto costituzionale inalienabile non sta provocando l’insurrezione morale che dovrebbe essere ovvia tra tutti i cittadini che si dicono democratici. Eppure si tratta dell’equivalente funzionale, seppure in forma post-moderna e soft (soft?), dello squadrismo contro le sedi sindacali, con cui il fascismo distrusse il diritto dei lavoratori a organizzarsi liberamente.

Per questo ci sembra che la richiesta di sciopero generale, avanzata dalla Fiom, sia sacrosanta e vada appoggiata in ogni modo. L’inaudito attacco della Fiat ai diritti dei lavoratori è un attacco ai diritti di tutti i cittadini, poiché mette a repentaglio il valore fondamentale delle libertà democratiche. Ecco perché riteniamo urgente che la società civile manifesti la sua più concreta e attiva solidarietà alla Fiom e ai lavoratori metalmeccanici: ne va delle libertà di tutti.

Andrea Camilleri, Paolo Flores d’Arcais, Margherita Hack

Primi firmatari: don Andrea Gallo, Antonio Tabucchi, Dario Fo, Gino Strada, Franca Rame, Luciano Gallino, Giorgio Parisi, Fiorella Mannoia, Ascanio Celestini, Moni Ovadia, Lorenza Carlassarre, Sergio Staino, Gianni Vattimo, Furio Colombo, Marco Revelli, Piergiorgio Odifreddi, Massimo Carlotto, Valerio Magrelli, Enzo Mazzi, Valeria Parrella, Sandrone Dazieri, Angelo d'Orsi, Lidia Ravera, Domenico Gallo, Marcello Cini, Alberto Asor Rosa.

Prospettive curvilinee (e senza fuga) per l’anno nuovo

Paghiamo di più l'assicurazione RC.
Paghiamo di più la benzina.
Paghiamo di più i mutui.
Paghiamo di più il conto corrente in banca.
Nevica e si fermano i trasporti.

E la lista si potrebbe allungare.

L'Italia è un Paese che sconta una arretratezza infrastrutturale, economica, politica, sociale, che non ha eguali nel mondo occidentale.
il PD dovrebbe avere un'autostrada davanti.
A 200 corsie.
Indicare al Paese quale direzione intraprendere per divantare un paese normale non dovrebbe essere poi così difficile.
Ma se sei parte del problema, può diventare un compito impossibile.
La strada, anzichè andare dritta, inizia a curvare. Le corsie si intrecciano. E la meta si allontana.
Questo è il mio timore, per il 2011.
Anzi, una quasi-certezza.
Se pure dovessimo riuscire a vincere le elezioni (sempre che si vada a votare, si accettano scommesse sulla durata del Governo), cambierà poco o nulla.
Perchè i dirigenti del PD, insieme a capi e capetti di terzi e quarti poli, sono gli stessi da quasi ven'anni e sono parte del problema. Hanno contribuito, chi più e chi meno, ad ingessare il Paese.
Quale idea "rivoluzionaria" potrebbero avere, nel 2011?
Boh…

autostrade_america

Non c’è peggior sordo…

Quando si dice "scollamento tra gruppo dirigente e base del partito".

Prim_1Prim_2Il resto lo trovate qui e qui.
La mia impressione è che si stia provando ad accreditare al tesi secondo la quale le primarie, dopotutto, non sono poi così ben accette da parte dall'elettorato del PD. E invece basta leggere i numeri.

D’Alema, minaccia per l’Italia

Anche se il contenuto dei cablogramma di WikiLeaks che riguarda Baffino L'Alchimista non fosse vero (e secondo me è vero), la minaccia che vedo in giro è costituita proprio da Baffino. Minaccia per la tenuta del PD e quindi anche per l'Italia.
D'Alema, facci una cortesia: prendi la barca, solca gli oceani, esplora terre inesplorate, studia la barriera corallina dell'emisfero australe, aiuta a salvare le tartarughe delle Galapagos.
Ma smettila di fare del male al PD.

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Tutti d’accordo? Ma davvero?

primaI dirigenti nazionali del Pd sono tutti d’accordo con la linea terzopolista e senza primarie lanciata da Bersani. Salvo rarissime eccezioni, il dibattito di domani appare scontato. Perciò, nel momento di massima distanza tra vertici e elettori, valuteremo le condizioni per indire un referendum tra gli iscritti e gli elettori democratici, ai sensi dell’art. 27 dello Statuto del Pd. Prima gli elettori, insomma. E rispetto alle strategie di questi mesi, ove si rivelassero ancora fallimentari, crediamo che qualcuno si dovrà assumere le proprie responsabilità.

Se vuoi sottoscrivere l’appello senza registrarti al sito di Prossima Italia mandaci una mail a prossimaitalia@gmail.com.

Tratto dal sito www.prossimaitalia.it

PD Latina – Prima direzione provinciale

Logo_PD_Latina_2Ieri prima riunione del direttivo del PD provinciale di Latina. Un appuntamento interlocutorio, un ordine del giorno "formale", ma gli spunti interessanti non sono mancati. Il Segretario si è mostrato saggio e soprattutto mi è piaciuta la formula dell'esecutivo aperto alla collaborazione di quella parte del partito che ha deciso, per ora, di non collaborare con la maggioranza uscita vincitrice dal congresso. Ma ho colto nelle parole di Salvatore La Penna uno spiraglio che spero si trasformi quanto prima in una porta spalancata, perchè il PD ha bisogno dell'apporto di tutti per non sprofondare in un coma politico irreversibile. Certo un riequilibrio della rappresentanza, nelle unioni di circolo, rispetto ai risultati dei congressi potrebbe essere poco opportuna, perchè implicherebbe, in alcuni casi, una imposizione dall'alto che contrasterebbe non poco con il principio di autonomia  dei circoli e di salvaguardia della volontà degli iscritti. Confido nel desiderio di vedere superati i contrasti emersi nel congresso e spero solo che non si resti in attesa dell'esito delle primarie di Latina per provare definire, o imporre, o chiedere, nuovi equilibri. Perchè, di questo passo, rischiamo di celebrare una ulteriore coda di un congresso che è già il più lungo del mondo. Unica nota dolente, per ora, l'inadeguata presenza di donne nell'esecutivo. Forse Enrico poteva osare di più, ma il mancato apporto di una parte del partito e quindi delle democratiche che in questa si riconoscono, non ha aiutato ad ampliare il campo delle scelte. Comunque di lavoro, per l'esecutivo fin qui varato, non ne mancherà, così come evidenziato dalla relazione del segretario ma anche dagli interventi di alcuni dei membri del direttivo.
Claudio Cappelli ha ricordato a tutti, se ce ne fosse stato bisogno, la situazione drammatica dell'industria pontina. Occorre quindi che il partito si dedichi con efficacia ad imbastire una nuova politica industriale che sopperisca in maniera credibile all'incapacità del centrodestra, che governa da vent'anni e può vantare di aver portato la nostra provincia a conseguire, nel corso dell'anno, il peggior PIL tra tutte le province laziali (- 6% a fronte di un decremento medio del 2,8%).

Giuseppe Pannone ci ha evidenziato altri problemi che attanagliano la nostra provincia per i quali il PD deve offrire proposte convincenti alla cittadinanza: sicurezza, legalità, giustizia, immigrazione, ambiente. Sono i temi presenti trasversalmente nelle differenti aree della nostra vasta provincia e sui quali il Partito Democratico deve trovare una sintesi che  offra risposte quanto più univoche e concordanti. Su tutto ciò si gioca la credibilità del partito ma soprattutto la possibilità di governare pezzi sempre più consistenti del nostro territorio, possibilità che non appare remota come un tempo dinanzi all'evidente crisi politica del centrodestra, anche nella provincia di Latina.

p.s. nota personale a margine della serata. Un colloquio personale con Sesa. Guardarsi reciprocamente negli occhi, quando si parla, è sintomo di grande franchezza. E dal confronto, che spero sia solo agli inizi, abbiamo da guadagnarci tutti. Sempre. Ho un grande rispetto per la sua storia politica e credo che la sua esperienza non vada persa, ma vada messa a disposizione del partito. Se i nostri dirigenti più navigati hanno davvero a cuore le sorti del Partito Democratico ma soprattutto del Paese, devono interrogarsi sul perchè della disaffezione di molti nei riguardi della politica e, in particolare, nei riguardi del PD. Devono chiedersi perchè questo fenomeno riguardi schiere crescenti di giovani elettori. E devono infine chiedersi se siano in grado di mettere in campo strumenti politici ma anche comunicativi e linguistici per relazionarsi efficacemente con  le nuove generazioni. Secondo me la rappresentanza della fascia più giovane della popolazione, alle prese con la scuola che non insegna, l'università che non funziona, il lavoro che manca e quando c'è non ti consente di programmare il tuo futuro, non può che essere delegata a chi è in grado di interpretare tali paure e tali problemi in quanto portatore di un vissuto comune. Per questo ritengo che il compito dei dirigenti di lungo corso del PD sia quello di favorire, incentivare, aiutare la crescita di una nuova classe dirigente che abbia piena e consapevole autonomia di pensiero. Un investimento sul futuro che, colpevolmente, negli ultimi anni, il PD non ha fatto. Per paura. Per istinto di autoconservazione. Si è preferito allevare delfini che hanno finito con l'essere delle pallide imitazioni dei loro padrini politici. Ma un partito che non diventa l'arco attraverso il quale nuove frecce possano solcare il cielo della politica è un partito perdente per definizione.