Archivi giornalieri: 9 Dicembre 2011

Ottocentotrentaquattro #occupypdlazio

La primissima fase del congresso PD Lazio si è conclusa, per Giovanni Bachelet, con un grande successo. 834 democratiche e democratici del Lazio hanno sottoscritto la sua candidatura. La provincia di Latina ha contributo con 216 firme, segno evidente della voglia di partecipazione che ancora molti nutrono anche in un territorio storicamente difficile per la sinistra e per il PD. Siamo all’inizio di un viaggio lungo e difficile, ma davvero mi auguro di percorrere un bel pezzo di strada con Lorella, Annamaria, Nazzareno, Ernesto, Raffaele, Gianmarco, Nicoletta e ovviamente Fabio, Alessandra e Momo, già compagni, in un solo anno, di tante battaglie. Saremo nei circoli, ad illustrare la “mozione Bachelet”, convintissimi sostenitori dell’idea di PD abbiamo in mente. Un PD aperto, contaminato, plurale, rispettoso delle regole, coraggioso, autorevole, capace di interpretare il presente e di volgere lo sguardo dritto al futuro. Non sappiamo dove arriveremo. Ma sappiamo che, al fianco di Giovanni, ci saremo.

L’ossessione di Baffino &Co #occupypd

Si tratta di ricostruire l’Italia su basi più giuste e assicurare un futuro di progresso. Questo richiede un’alleanza che vada oltre il centrosinistra e punti a una collaborazione con il Terzo polo. Guai ad assumere oggi comportamenti che compromettano questa prospettiva.

TerzoPoloTerzoPoloTerzoPoloTerzoPoloTerzoPoloTerzoPoloTerzoPoloTerzoPolo TerzoPoloTerzoPoloTerzoPoloTerzoPoloTerzoPoloTerzoPoloTerzoPoloTerzoPolo TerzoPoloTerzoPoloTerzoPoloTerzoPoloTerzoPoloTerzoPoloTerzoPoloTerzoPolo TerzoPoloTerzoPoloTerzoPoloTerzoPoloTerzoPoloTerzoPoloTerzoPoloTerzoPolo TerzoPoloTerzoPoloTerzoPoloTerzoPoloTerzoPoloTerzoPoloTerzoPoloTerzoPolo TerzoPoloTerzoPoloTerzoPoloTerzoPoloTerzoPoloTerzoPoloTerzoPoloTerzoPolo.

Dicevamo? Alleanze con il Terzo Polo? Le parole futuro di progresso mi riportano alle recriminazioni berlusconiane che attribuiva agli eredi del PCI, ossia a noi, la volontà di riportare in Italia un’ideologia che aveva causato misera, distruzione e morte. Meglio Fini, Casini e Cicciobello, senz’altro. Ma siccome dal labirinto delle alleanze il PD dovrà uscire, non sarà certo D’Alema a dettare la linea in una intervista o mentre mette un pò di legna sul focolare.

Ribadisco. Ci vuole un c-o-n-g-r-e-s-s-o.

Voglio le prove

In mezzo a tante cose sacrosante, Gramellini ci inzippa pure lui ‘sta storia del sindacato che non paga l’ICI. Ecco, io vorrei che qualcuno mi citasse una norma, un provvedimento, un editto, un decreto legge, un cazzo di qualcosa che mi provi, senza possibilità di fraintendimenti, che il sindacato è esentato dal pagamento dell’ICI, ISI, IMU o come diavolo volete chiamarla. Aspetto fiducioso e sono pronto a pubblicare qualsiasi cosa che mi dimostri il contrario. Grazie.

Non voglio morire Montiano

Se non fosse che l’articolo de Il Foglio riporta frasi di autorevoli esponenti del PD, mi verrebbe il dubbio che il Giulianone Nazionale gioca a mettere zizzania tra le fila nemiche. Ma credo non sia così, comunque. Era logico che, una volta intrapresa la strada di sostituire B. con un governo quantomeno decente, qualcuno pensasse che sposare in toto le tesi Montiane in termini economici e sociali fosse una tentazione alla quale non resistere. Nessuno mette in dubbio il fatto che la situazione economica fosse di una gravità tale da dover, a tutti i costi,mettere a posto i conti pubblici. Ovviamente c’è modo e modo di fare ciò e, al netto dell’accettazione da parte del PDL di provvedimenti che scontenterebbero parte del loro elettorato, la cronaca di questi giorni ci dice che ci sono gli spazi per conuigare equità, rigore e crescita. Qualche miglioramento alla manovra economica sta per essere apportato, e spero che altri,  indirizzati ad un una maggiore equità sociale, siano proposti e approvati. Ciò che mi preoccupa è la deriva neo-riformista che rischia di prendere il PD. Se si strappa la foto di Vasto per abbracciare Passera, allora non mi si può venire a dire che questa è la normale prosecuzione di un’esperienza di governo alla quale il PD ha lavorato per mesi. Queste sono scelte politiche importanti, fondamentali per un partito che comunque si candida a guidare il pasese con un mandato politico pieno alle prossime elezioni politiche. E allora, al solito, queste scelte non si fanno con le dichiarazioni sui giornali, non si fanno a casa di qualcuno. Si fanno con un congresso. Così ciascuno di noi decideà di che morte deve morire. Morte politica, s’intende.