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Se quarantasei vi sembran poche…

Di seguito le 46 forme contrattuali che permettono l’accesso al mondo del lavoro in Italia.

Rapporti subordinati
1. Contratto di lavoro dipendente a tempo indeterminato
2. Contratto di lavoro dipendente a tempo determinato
3. Contratto a termine per attività stagionali
4. Rapporti speciali in agricoltura (tempi determinati fino a 101 e 151 giornate, con indennità speciali, superati a partire dal 2008)
5. Contratto di lavoro dipendente a tempo indeterminato, part time verticale
6. Contratto di lavoro dipendete a tempo indeterminato, part time orizzontale
7. Contratto di lavoro dipendete a tempo determinato, part time misto
8. Contratto di lavoro dipendete a tempo determinato, part time verticale
9. Contratto di lavoro dipendete a tempo determinato, part time orizzontale
10. Contratto di lavoro dipendete a tempo determinato, part time misto
11. Contratto di inserimento
12. Contratto di re-inserimento lavorativo
13. Contratto di formazione e lavoro (solo settore pubblico)
14. Contratto di apprendistato 1
15. Contratto di apprendistato 2
16. Contratto di apprendistato 3
17. Somministrazione a termine
18. Somministrazione a tempo indeterminato (staff leasing)
19. Contratto di lavoro a chiamata a termine senza obbligo di risposta
20. Contratto di lavoro a chiamata a tempo indeterminato senza obbligo di risposta
21. Contratto di lavoro a chiamata a termine con obbligo di risposta
22. Contratto di lavoro a chiamata a tempo indeterminato con obbligo di risposta
23. Contratto di lavoro a chiamata per particolari periodi dell’anno (week end, vacanze natalizie, pasquali, estive)
24. Job sharing
25. Lavoro a domicilio
26. Telelavoro subordinato

Rapporti Parasubordinati (Lavoro autonomo)
27. Lavoro a progetto
28. Collaborazione coordinata e continuativa
29. Collaborazione coordinata e continuativa fino a 30 giorni
30. Telelavoro in forma parasubordinata

Rapporti di lavoro autonomo
31. Prestazioni occasionali di lavoro autonomo senza partita Iva (ritenuta d’acconto)
32. Lavoro autonomo con partita Iva (professionisti, artigiani e commercianti, agricoli, senza cassa)
33. Agenti di commercio
34. Coadiuvanti famigliari
35. Telelavoro in forma autonoma

Rapporti speciali
36. Associazione in partecipazione
37. Venditori a domicilio
38. Rappresentanti
39. Lavoro domestico
40. Lavoro accessorio (voucher)
41. Lavoro accessorio per percettori di ammortizzatori sociali (fino a 3000 euro)
42. Stage e tirocini
43. Stage curricolari
44. Tirocini di reinserimento per disoccupati
45. Tirocini per categorie particolarmente svantaggiate
46. Forme di lavoro che non determinano rapporto (famigliari)

Ne usciremo vivi, forse

Io sto provando a capire quale sia la proposta del PD sulla riforma del mercato del lavoro. Le quattro proposte in campo (Ichino 1 e Ichino 2, Madia e Nerozzi che riprende il testo Boeri-Garibaldi)  sono riassunte qui. E fino ad ora ci siamo. Si avanzano delle proposte, si discute, si sceglie.

Forse.

Oggi leggo una intervista a Franco Marini dalla quale sembrerebbe che la proposta Boeri-Garibaldi sarà quella avanzata dal PD. Siamo sicuri? Ne hanno discusso solo su Facebook e sui giornali o anche nelle sedi opportune? A me non risulta.

Ma leggo anche un articolo su  La Repubblica dal quale emerge che il Governo sarebbe orientato a seguire la strada della proposta Ichino (quale delle due?). Mi direte, il Governo è una cosa, il PD un’altra. Il Governo propone, i partiti emendano, se possono.  

Ma non sarebbe il caso di fare un pò di chiarezza, per evitare discussioni infinite e bagni di sangue? No?

Trovare una sintesi

Ieri ho postato su FB un piccolissimo appello a Pietro Ichino e a Susanna Camusso ad incontrarsi e trovare una soluzione ai problemi del mercato del lavoro. Ne è scaturito un discreto quanto animato dibattito. Premesso che sono stra-contento della presa di posizione di Bersani sull’art. 18. Premesso che non sono un fan del professor Ichino anche se non demonizzo le sue proposte. Premesso che sono iscritto alla CGIL  quindi riconosco pregi e difetti del mio sindacato. Penso che il dibattito sull’articolo 18 sia strumentale, non credo che i problemi del mercato del lavoro italiano siano imputabili all’articolo 18 e che quindi licenziare con più o meno facilità possa risolvere la questione lavoro nel nostro Paese, soprattutto per le nuove generazioni. Ci sono varie proposte in campo, se ne discuta serenamente. Ma il sindacato deve fare uno sforzo decisivo per riuscire a dare una rappresentanza, e non esclusivamente una tessera, a tutti quei lavoratori che, oggi, tutele non ne hanno e quindi diffidano di un sindacato che sembra rivolto soprattutto a tutelare (e meno male!) chi è già inserito nel mondo del lavoro con contratti a tempo indeterminato. Per quanto detto Pietro Ichino e Susanna Camusso rappresentano, idelamente, le due posizioni estreme che dovranno necessariamente trovare una sintesi se davvero PD e CGIL hanno a cuore le sorti del Paese e delle giovani generazioni.

L’indecenza senza limiti del ministro Sacconi

Ecco, ascoltare il ministro Sacconi che, per evocare il rischio di un nuovo terrorismo (che, tra l’altro, sembra proprio non esserci), cita Marco Biagi, “il rompicoglioni”, beh, mi sembra davvero un’indecenza. Lasciatelo stare Marco Biagi, neoliberisti da quattro soldi. Non si sa più quante volte avete pronunciato il suo nome invano, in questi dieci anni di precariato selvaggio.