Archivio mensile:Gennaio 2011

Simile tra simili

In Lombardia stanno sorgendo nuclei insediativi come quello della Cascina Vione.

Chi arriva qui…ha chiesto prima di tutto la sicurezza e ha avuto risposte esaurienti. Non saranno tenuti lontano solo ladri o rapinatori ma anche gli "indesiderati". "In città – annuncia la pubblicità della cascina – ci sono traffico, inquinamento, aggressività, violenza e soprattutto troppe persone con origini e abitudini diverse". Qui non rischi di trovarti accanto il migrante che cucina con aglio e zenzero. "Verranno ad abitare qui persone con background culturale e lavorativo comune, ci sarà quel buon vicinato ormai perduto in città".

Un tipico prodotto della paura.
Paura del diverso, paura del crimine (certo, Milano è diventata il Bronx), paura della multiculturalità.
Ma anche del vicino di casa, teoricamente uguale a te.
L'esperienza di una cascina vicina (Villaggio Rovido) dice infatti che si vive nello stesso spazio protetto ma non c'è vita comune: non vengono mai organizzate ricorrenze o festeggiamenti.
In effetti si potrebbero anche fare brutti incontri:
Anche un malvivente può cercare in un "vicinato difeso" il rifugio ideale. E proprio al Rovido è stato arrestato un latitante della 'ndrangheta calabrese

Ma tu, che fai nella vita?

Quando ho letto del rapporto ISTAT e dell'ennesimo triste primato dell'Italia, mi è venuta in mente questa.
I CCCP, all'epoca, non la scrissero certo pensando al lavoro che non c'è.
Però, leggendo i dati relativi alla situazione educativa e lavorativa dei giovani in Italia, calza a pennello.

Le altre donne

Esistono anche altre donne. Esiste San Suu Kyi, che dice: «Un’esistenza significativa va al di là della mera gratificazione di necessità materiali. Non tutto si può comprare col denaro, non tutti sono disposti ad essere comprati. Quando penso a un paese più ricco non penso alla ricchezza in denaro, penso alle minori sofferenze per le persone, al rispetto delle leggi, alla sicurezza di ciascuno, all’istruzione incoraggiata e capace di ampliare gli orizzonti. Questo è il sollievo di un popolo».

Osservo le ragazze che entrano ed escono dalla Questura, in questi giorni: portano borse firmate grandi come valige, scarpe di Manolo Blanick, occhiali giganti che costano quanto un appartamento in affitto. È per avere questo che passano le notti travestite da infermiere a fingere di fare iniezioni e farsele fare da un vecchio miliardario ossessionato dalla sua virilità. E’ perché pensano che avere fortuna sia questo: una valigia di Luis Vuitton al braccio e un autista come Lele Mora. Lo pensano perché questo hanno visto e sentito, questo propone l’esempio al potere, la sua tv e le sue leader, le politiche fatte eleggere per le loro doti di maitresse, le starlette televisive che diventano titolari di ministeri.
Ancora una volta, il baratro non è politico: è culturale. E’ l’assenza di istruzione, di cultura, di consapevolezza, di dignità. L’assenza di un’alternativa altrettanto convincente. E’ questo il danno prodotto dal quindicennio che abbiamo attraversato, è questo il delitto politico compiuto: il vuoto, il volo in caduta libera verso il medioevo catodico, infine l’Italia ridotta a un bordello.

Sono sicura, so con certezza che la maggior parte delle donne italiane non è in fila per il bunga bunga. Sono certa che la prostituzione consapevole come forma di emancipazione dal bisogno e persino come strumento di accesso ai desideri effimeri sia la scelta, se scelta a queste condizioni si può chiamare, di una minima minoranza. È dunque alle altre, a tutte le altre donne che mi rivolgo. Sono due anni che lo faccio, ma oggi è il momento di rispondere forte: dove siete, ragazze? Madri, nonne, figlie, nipoti, dove siete. Di destra o di sinistra che siate, povere o ricche, del Nord o del Sud, donne figlie di un tempo che altre donne prima di voi hanno reso ricco di possibilità uguale e libero, dove siete? Davvero pensate di poter alzare le spalle, di poter dire non mi riguarda? Il grande interrogativo che grava sull’Italia, oggi, non è cosa faccia Silvio B. e perché.

La vera domanda è perché gli italiani e le italiane gli consentano di rappresentarli. Il problema non è lui, siete voi. Quel che il mondo ci domanda è: perché lo votate? Non può essere un’inchiesta della magistratura a decretare la fine del berlusconismo, dobbiamo essere noi. E non può essere la censura dei suoi vizi senili a condannarlo, né l’accertamento dei reati che ha commesso: dei reati lasciate che si occupi la magistratura, i vizi lasciate che restino miserie private.

Quel che non possiamo, che non potete consentire è che questo delirio senile di impotenza declinato da un uomo che ha i soldi – e come li ha fatti, a danno di chi, non ve lo domandate mai? – per pagare e per comprare cose e persone, prestazioni e silenzi, isole e leggi, deputati e puttane portate a domicilio come pizze continui ad essere il primo fra gli italiani, il modello, l’esempio, la guida, il padrone.

Lo sconcerto, lo sgomento non sono le carte che mostrano – al di là dei reati, oltre i vizi – un potere decadente fatto di una corte bolsa e ottuagenaria di lacchè che lucrano alle spalle del despota malato. Lo sgomento sono i padri, i fratelli che rispondono, alla domanda è sua figlia, sua sorella la fidanzata del presidente: «Magari». Un popolo di mantenuti, che manda le sue donne a fare sesso con un vecchio perché portino i soldi a casa, magari li portassero. Siete questo, tutti? Non penso, non credo che la maggioranza lo sia. Allora, però, è il momento di dirlo.

Concita de Gregorio, qui.

Sogno o son desto?

Ma se B., travolto dall'inchiesta Ruby, si fa da parte.
E se si andasse a votare con questa legge.
E se quello che resta del PdL candidasse, che so, Tremonti o Frattini.
E se il Terzo Polo candidasse, che so, Casini.
Allora il PD non avrebbe più la necessità di formare un nuovo CLN.
Potrebbe allearsi con SEL e IDV.
E magari vincere.
Candidando a premier, che so, Zingaretti.
Troppi se
?

Tutti in piazza!

Non poteva mancare il supporto di Letizia Moratti al Premier più puttaniere che la storia ricordi.

Mi chiedo però se sia possibile addirittura manifestare a favore di B.
Certo, in questi ultimi 17 anni ne abbiamo viste di tutti i colori, però vedere signore ingioiellate, magari cattoliche praticanti (si, vabbè), oppure operai cassintegrati infinocchiati dal vorrei ma non posso, manifestare per la libertà del puttaniere di avere rapporti con minorenni, mi sembra davvero troppo.

Mor

Berlusconi, dimettiti!

La presidenza di Libertà e Giustizia chiede le dimissioni di Silvio Berlusconi. Con un documento scritto in inglese dallo storico Paul Ginsborg e firmato dal presidente onorario Gustavo Zagrebelsky e dalla presidentre Sandra Bonsanti, l’associazione si rivolge al Presidente del Consiglio chiedendogli dimissioni immediate. Resignation, dimissioni, è la parola chiave del documento in sei punti, l’ultimo dei quali fa appello agli amici dell’Italia nel MONDO: DO NOT DESPAIR OF ITALY! Il paese ha bisogno della solidarietà e dell’aiuto di tutti.

1. Resignation.
We call upon Silvio Berlusconi to resign immediately from his post as Presidente del Consiglio dei Ministri. In no other democratic country would a Prime Minister, faced with such serious legal accusations, remain in office longer than a few hours. All Italian citizens, of whatever political persuasion, must realise that the image of their country is profoundly tainted if Berlusconi remains in office.
2. Attendance in court.
We call upon Silvio Berlusconi not to defend himself on television, using his substantial mediatic power to discredit the magistrates, but to present himself in court and seek to defend himself there, as would any normal citizen. Once in court, he can in any case hope to benefit from the services of the highest paid lawyers in the country. We sincerely hope, for his sake and that of the country, that he is able to demonstrate his innocence. If he and his supporters reply that the judges are irremediably biased against him, we would like to point out that on more than one occasion in the past he has been given the benefit of the doubt by the courts. In the Mondadori case, for example, the court judged in 2001 his position as Head of Government to be part of the ‘extenuating circumstances’ which in his case alone allowed the crime to be prescribed.
3. The role of the President of the Republic
In a situation in which two of the principal powers of the state – the magistracy and the executive – are on a head-on collision course of considerable danger for the future of the Republic, we call upon its President to observe closely the situation and to be prepared to intervene actively, naturally within the limits of the powers ascribed to his office by the Constitution.
4. The opposition parties
We call upon all the parties of the opposition to put aside their differences and to abandon any jockeying for position, uniting instead their voices in a single request of a single word: RESIGNATION.
5. Civil Society
We invite the many associations and the hundreds of thousands of members of civil society to do the same, pooling their resources and joining hands on a single line of action. We would particularly appeal to Catholic civil society to deplore the hesitations and silences of the Vatican on so important an issue of public ethics.
6. The friends of Italy in the world
We have written this appeal in English as well as Italian in order to reach all those abroad who are friends of Italian democracy. Do not despair of Italy! The country needs your solidarity and help.

Gustavo Zagrebelsky, Paul Ginsborg e Sandra Bonsanti per tutta Libertà e Giustizia.
Firmate qui.