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Cose semplici e banali

Pensiamoci:

Se gli italiani decideranno di dare la maggioranza al Pd, non ci sarà bisogno di estendere l’alleanza a nessuno per formare il governo. E ci sarà la possibilità di discutere in Parlamento, con tutti o quasi, delle riforme che hanno bisogno di un sostegno più ampio della maggioranza di governo. E lo si potrà fare senza pasticci, accordicchi, compromessi e soprattuto la cosa che temo di più: gli alibi. Avremmo voluto fare la riforma del lavoro così e così, ma poi è arrivato Casini che ci ha detto che non si poteva fare e allora…

Ecco, tutto questo lo abbiamo già vissuto nell’ultimo anno. Direi che è sufficiente per tutti.

Proposte a confronto – Pt.3 – Casa

Bersani: molte famiglie, soprattutto giovani, sono in grave difficoltà: non riescono a comprare casa, a pagare l’affitto, a estinguere il mutuo o ad accedere alle case popolari. Il PD rilancerà il mercato degli affitti, tra l’altro dando vantaggi fiscali a chi metterà sul mercato le abitazioni a prezzi calmierati. Siamo contrari a consumare altro territorio. Per questo metteremo al centro la manutenzione e la trasformazione del patrimonio esistente, compreso quello pubblico.

Berlusconi: condono edilizio.

Monti: faremo tutto quanto è stato impossibile fare fino a qualche settimana fa.

Proposte a confronto – Pt.2 – Evasione fiscale

Bersani: Decisiva per noi la fedeltà fiscale. Gli interventi da questo punto di vista riguardano, oltre all’uso concreto ed efficiente delle banche dati, soprattutto la riduzione nella circolazione del contante: la trasparenza nei pagamenti è fondamentale. Considerando i benefici che verrebbero alle banche da un maggior ricorso agli strumenti di pagamento elettronico (bancomat, carte, ecc…) sarà necessario fare un accordo con le aziende di credito perché azzerino, o comunque abbassino in modo decisivo, i costi delle carte. Sarà importante anche rendere più difficili tutte quelle attività che oggi consentono di spostare facilmente fondi e basi sociali da un paese all’altro per non pagare le imposte.

Berlusconi: condono fiscale.

Monti: faremo tutto quello che non è stato possibile fare fino a qualche settimana fa.

Fate voi.

I primi 100 giorni secondo Marina

Mancano appena tre settimane, e il potenziale rovinoso della vicenda Mps (in arrivo gli avvisi di garanzia) può essere contenuto solo, omeopaticamente, dando il senso di una restituzione del maltolto:

impegno per una drastica riduzione dei costi della politica condotta con mano ferma: rinuncia al finanziamento pubblico, abolizione delle province e di tutti gli enti inutili, dimezzamento del numero dei parlamentari, riduzione di stipendi, indennità ed emolumenti, tetto alle spese -i 124 milioni per tenere in piedi la Camera nel 2012 sono intollerabili- e così via, sapendo bene che con ciò non si diminuisce il debito, ma certamente si aumenta la fiducia

• adozione di una legge anti-evasione rigorosissima, eventualmente sul modello americano: le buone leggi ci sono già, basta importarle. Piano per una riduzione graduale delle aliquote in corrispondenza dei maggiori incassi

nuova legge elettorale (anche perché secondo la gran parte degli osservatori la legislatura non durerà , e il tema del voto si riporrà a breve)

Il tutto nei primi 100 giorni.

Si potrebbero fare tante altre cose, ma queste tre, a me pare, sono decisive.

Mi sembra che Marina abbia ragione

Lista non è un sostantivo femminile

Al netto dei Razzi e degli Scilipoti, “fottuti” in partenza dai loro nuovi compagni di viaggio (nemmeno un po’ di riconoscenza, diamine!), quello che colpisce delle liste PDL pubblicate è il numero irrisorio di donne presenti. Se ho letto bene nel collegio senatoriale della Lombardia per trovare il nome della prima donna bisogna arrivare alla posizione 22. E anche in altri collegi la storia non cambia. Fatti loro. Il PD porterá in parlamento una rappresentanza composta al 40% da donne. Ma tanto siamo tutti uguali, no?

Samu e il voto dilettevole

Beh, stamattina il post di Samuele ve lo ripropongo tutto, così com’è. E mi sento di abbracciare Samuele, a distanza. E di ringraziarlo per le sue parole.

Lo so, io non sono mai stato un cittadino comune nel mio rapporto con la politica. Mi ha sempre affascinato, mi è sempre piaciuta, mentre per la gran parte dei cittadini è un male necessario.

Però mi ricordo ancora quanto era bello avere diciotto anni e tre mesi e poter fare la croce sul quel simbolo, disegnato da Guttuso, che pochi mesi dopo sarebbe scomparso dalle schede. Che uno ci faceva la croce sopra e diceva: ah, bene!

Ah, bene! Pensai facendo la croce su l’Ulivo nel ’96, perché si sapeva che quella volta toccava a noi, toccava alla sinistra di andare al governo. Finalmente.

Ah, bene! Pensai, e forse mi scappò detto anche a voce alta nel 2006, perché 5 anni di Berlusconi erano stati davvero troppo per il nostro Paese, e si sperava di vincere, nonostante la battuta sull’ICI a tempo scaduto nel dibattito, nonostante l’ennesima promessa da marinaio di B. E poi vincemmo, ma di poco, l’urlo di vittoria ci si strozzò in gola.

Perché quando si da un voto, un voto importante come per le elezioni politiche, tutti vorremmo poter dire: Ah, bene! Col mio voto cambierò l’Italia, la renderò un paese migliore.

E stavolta per me vale anche di più, perché sono anche candidato, e lo sento come un onore, e sento anche il dovere di spiegare alla gente perché votare per il Partito Democratico, mettere idee per convincere la gente, far capire che se governiamo noi sappiamo come fare, sappiamo dove mettere le mani.

Per questo, il dibattito di questi giorni sul voto utile mi rimane sullo stomaco. Ma davvero abbiamo bisogno di agitare lo spettro di Berlusconi per convincere la gente a votare per il Partito Democratico? Davvero dobbiamo chiedere a Ingroia di non presentarsi al Senato in qualche Regione?

Per favore, smettiamola subito. Cominciamo a parlare di programmi, di proposte, di cosa faremo quando saremo al governo. Senza parlare di alleanze, senza parlare di Berlusconi.

Non chiediamo agli italiani di turarsi il naso e di votare per noi. Chiediamo agli italiani di leggere il nostro programma, il curriculum dei nostri candidati e di darci un voto per questo. Dimostriamo che siamo seri ed affidabili, e chiediamo il voto per questo.

Facciamo in modo che, dopo un anno di sospensione dalla politica torni la voglia di politica, che la gente possa entrare in cabina, fare una bella croce sul simbolo del Partito Democratico, e gli scappi detto, a mezza bocca: Ah, bene! E che la gente torni a casa soddisfatta (e magari anche orgogliosa) di averci votato.

Perché il voto al Partito Democratico non sia solo utile, ma anche e soprattutto dilettevole. Ah, bene!

Fare chiarezza

Casini mi sta sul culo. Profondamente. E non è una novità. Però non credo che sia un pazzo. Non credo parli a vanvera. Allora vorrei che qualcuno, nel PD, dicesse ora, subito, definitivamente, inequivocabilmente, che di proseguire con l’alleanza PD-UDC-PDL, Monti o non Monti, nella prossima legislatura, non se ne parla. Grazie.

Ai posteri

Ricapitoliamo: Monti piace agli italiani, che lo vorrebbero leader di una coalizione di destra o di sinistra, poco importa. Monti non può essere lasciato alla destra. Ma nemmeno alla sinistra.Pierferdi, e non da solo, inizia a dire che il governo di responsabilità nazionale deve sopravvivere al 2013. Berlusconi dice che nel 2013 dovrebbero presentarsi insieme alle elezioni PD-UDC-PDL. Casini plaude. Bersani dice non se ne parla. Berlusconi è furbo. Pierferdi vuole abolire il bipolarismo. L’UDC deve stare al centro della scena politica. Serve una nuova DC. Io un’idea su come va a finire me la sono fatta. In nome del bene comune UDC e PDL si rimettono insieme, con la scusa di Monti. Berlusconi vuole il Quirinale. Bersani, il PD e il Paese la prendono in saccoccia. Fantapolitica?