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Immedesimazione

Sto iniziando a ragionare come loro. Cioè, come i dirigenti del partito democratico. L’arguzia politica è degna di menzione. Hanno accettato il diktat sull’IMU perché chiederanno qualcosa in cambio. E’ la politica, baby. Hanno accettato di scaricare su tutti noi (con l’aumento delle accise sui carburanti, sull’alcol, su giochi e lotterie, con il taglio alle spese che si sa quasi sempre dove vanno a parare) la cancellazione dell’IMU sulla prima casa anche per chi se la può permettere perché chiederanno qualcosa in cambio. Qualcosa di grosso. Di veramente grosso: chiederanno al PDL di smetterla con gli attacchi alla magistratura, alla Corte Costituzionale e di accettare serenamente la sentenza di condanna di Berlusconi e la sua decadenza da senatore. Mi sembra uno scambio ragionevole, o sbaglio?

Il partito nè-nè

L’analisi di Ilvo Diamanti, su La Repubblica di oggi. Il PD non riesce a liberarsi di Berlusconi….

…anche e soprattutto perché il Pd non è mai riuscito ad affermare una propria, specifica, identità. È un partito né-né. Né socialdemocratico né popolare. Semmai post. Dove coabitano, senza amore, postcomunisti e postdemocristiani (di sinistra). Un partito im-personale. Che utilizza le primarie per selezionare leader poco carismatici e lasciar fuori quelli più pop (olari). Un “partito ipotetico”, ha scritto Eddy Berselli nel 2008. Rassegnato a perdere, anche quando vince – o quasi. Perché coltiva il mito della sconfitta –  e dell’opposizione. In fondo, anche Berlusconi, per il Pd e la Sinistra, è un mito. Negativo, ma non importa. Perché i miti, si sa, non muoiono. Per non morire berlusconiani, dunque, non c’è alternativa. Occorre costruire un’alternativa: “senza” Berlusconi. “Oltre” Berlusconi. Solo a questa condizione è possibile sopravvivere a Berlusconi. Il Pd, per questo, deve cambiare in fretta. Individuare e comunicare una propria, specifica identità. Con poche parole e una leadership forte. Prima delle prossime elezioni. Non gli resta molto tempo.

Proposte a confronto – Pt.3 – Casa

Bersani: molte famiglie, soprattutto giovani, sono in grave difficoltà: non riescono a comprare casa, a pagare l’affitto, a estinguere il mutuo o ad accedere alle case popolari. Il PD rilancerà il mercato degli affitti, tra l’altro dando vantaggi fiscali a chi metterà sul mercato le abitazioni a prezzi calmierati. Siamo contrari a consumare altro territorio. Per questo metteremo al centro la manutenzione e la trasformazione del patrimonio esistente, compreso quello pubblico.

Berlusconi: condono edilizio.

Monti: faremo tutto quanto è stato impossibile fare fino a qualche settimana fa.

Proposte a confronto – Pt.2 – Evasione fiscale

Bersani: Decisiva per noi la fedeltà fiscale. Gli interventi da questo punto di vista riguardano, oltre all’uso concreto ed efficiente delle banche dati, soprattutto la riduzione nella circolazione del contante: la trasparenza nei pagamenti è fondamentale. Considerando i benefici che verrebbero alle banche da un maggior ricorso agli strumenti di pagamento elettronico (bancomat, carte, ecc…) sarà necessario fare un accordo con le aziende di credito perché azzerino, o comunque abbassino in modo decisivo, i costi delle carte. Sarà importante anche rendere più difficili tutte quelle attività che oggi consentono di spostare facilmente fondi e basi sociali da un paese all’altro per non pagare le imposte.

Berlusconi: condono fiscale.

Monti: faremo tutto quello che non è stato possibile fare fino a qualche settimana fa.

Fate voi.

Il consigliere Del Balzo risponde ma…

“Io non indosso cravatte”. Scherza Romolo Del Balzo, rispondendo alle domande fatte da Raffaele Viglianti (PD), in merito allo “scandalo” delle spese sostenute dal gruppo consiliare del PDL alla Regione Lazio, nell’ambito dell’indagine aperta dalla Procura di Roma sulla gestione dei fondi del Pdl, nella quale è indagato per peculato l’ex capogruppo, Franco Fiorito, che si è autosospeso dal partito.

“Non ho mai partecipato a cene o feste organizzate a Roma – precisa Del Balzo – la mia attività resta nella provincia di Latina. Di certo vado a cene di partito, con amici di partito. E non ho mai fatto regali quali cravatte, bottiglie di vino o altro con i soldi del partito. Di regali ne ho fatti ma solo alla mia famiglia e con soldi miei”.

Prendiamo atto. Ad onor di cronaca e per completezza di informazione vi segnalo anche un articolo de Il Fatto Quotidiano che riporta alcune indiscrezioni in merito ad un dossier che Fiorito, ex capogruppo PDL alla Regione Lazio, avrebbe confezionato contro i suoi ex-colleghi.

Soldi della Regione per assumere parenti e finanziare la bella vita dei consiglieri Pdl. Il dossier confezionato da Franco Fiorito, ex capogruppo del partito, ora indagato per peculato, coinvolge anche Arianna Meloni, sorella del più famoso ministro della Gioventù, Giorgia Meloni, nonché moglie di Francesco Lollobrigida, assessore regionale ai Trasporti. L’ex capogruppo del Pdl sputa veleno sui suoi ex compagni: dalla parentopoli interna alle spese pazze, ovviamente tutte pagate con i soldi dei contribuenti. Arianna Meloni, secondo quando riporta il dossier che in Regione sta girando da un ufficio all’altro, sarebbe stata assunta come dipendente, con un contratto di tremila euro al mese. Persone a lei vicine affermano che lavora in Regione dal ‘99 ed è ancora precaria. Ma dopo la maternità non è mai ritornata nella sua postazione, essendo sempre in servizio esterno. A seguire nella lista nera, ci sono anche Alessandra Sabbatini, cognata del deputato Fabio Rampelli. Poi ci sono Carmela Puzzone e Elisabetta Pimpinella, dipendenti del gruppo Pdl, legate a Romolo Del Balzo, consigliere regionale finito in manette nel 2010, per truffa e frode in appalto pubblico: Carmela infatti è la moglie, Elisabetta la nipote.

Qualche domanda al consigliere Del Balzo

In queste ore le cronache ci parlano dell’ultimo “scandalo” che riguarda le spese sostenute dal gruppo consiliare del PDL alla Regione Lazio. Cravatte di Marinella, champagne, vini, viaggi, auto, cene, feste. Per fini che, probabilmente, hanno ben poco di istituzionale. Non sono i primi: i casi Lusi e Belsito, fatte le dovute differenze, insegnano che il malcostume è trasversale. Anche se, proprio in questi giorni, il Gruppo Consiliare del PD alla Pisana pubblica il suo bilancio, segno di una trasparenza che non appartiene a tutti.

Il gruppo consiliare del PDL in Regione annovera, tra le sue fila, anche il concittadino Romolo del Balzo. Premesso che, dalla lettura dei giornali, non compaiono nomi di consiglieri che abbiano beneficiato direttamente di un tale uso distorto di finanziamenti pubblici. Può dirci però, l’On. Del Balzo, se ha mai usufruito delle spese “pazze” sostenute dal proprio gruppo con i soldi dei contribuenti? Se ha mai partecipato a cene e feste organizzate per fini che esulano dall’attività politica sostenuta dal partito di appartenenza? Se ha mai elargito regali quali cravatte, vini, champagne, acquistati con i fondi messi a disposizione quali contributi regionali per l’attività del gruppo consiliare del PDL?

Attendiamo fiduciosi una risposta.

La politica inerziale

DOPO Monti. Che ne sarà del sistema partitico italiano? Con quali alleanze e quali leader affronterà le prossime elezioni? Intorno alla legge elettorale: è difficile dire qualcosa. Le proposte dei diversi partiti sembrano fatte apposta per interdire quelle altrui. Mentre i contatti tra i leader e i partiti proseguono. Disegnano scenari futuri che riflettono quelli di un tempo…

Insomma, dopo Monti: la confusione regna sovrana. Tutto è possibile e nulla è escluso. In questa transizione estiva. Parole e immagini: come dissociate. Asincrone. Come provenissero da un altro mondo. D’altronde, i mercati non vanno in ferie. Non si riposano. Anzi. E neppure la politica, quest’anno. I suoi protagonisti: impegnati a disegnare mappe e scenari per il prossimo futuro. Il dopo Monti. Seguendo gli stessi linguaggi e le stesse formule di ieri. Come se – dopo Monti – fosse possibile ripetere lo stesso copione. Con le stesse etichette, le stesse sigle, gli stessi calcoli. Di prima. Io penso che si tratti di ragionamenti in-fondati. Elaborati e proposti in modo inerziale…

Le ipotesi di cui discutono i partiti e i leader risultano, per questo, inattuali. Come le mappe storiche che colleziono, disegnano confini e Paesi che non esistono più. Comunque, irriconoscibili, rispetto al presente. Come l’Italia pre-unitaria. Oppure l’Europa prima della fine della Yugoslavia e dell’Urss. Ma, dopo Monti, sono cambiate le mappe e le bussole della politica del Paese. Siamo entrati in un’epoca geopolitica diversa. Nulla resterà come prima.

Ilvo Diamanti, qui.