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Il PD Lazio alle primarie #occupypdlazio

”Le primarie nel Lazio sono una vittoria per tutto il partito, perche’ rappresentano una scelta di democrazia e segnano un ritorno allo spirito originario del Pd: aperto, inclusivo e trasparente”. Lo afferma il vicepresidente del partito democratico, Ivan Scalfarotto. ”Questa – continua – e’ la vera scelta di unita’: restituire ai cittadini l’ultima parola per una responsabilita’ cosi’ importante come quella del segretario regionale in base a un confronto trasparente di programmi e persone”. ”Quella delle primarie era una scelta dovuta – sottolinea Scalfarotto -, ma non scontata e bisogna dare atto a chi ha convintamente portato avanti questa battaglia di trasparenza, primi fra tutti Giovanni Bachelet e Cristiana Alicata, a cui da subito ho accordato tutto il mio appoggio. Le primarie sono forse il patrimonio piu’ importante del nostro partito e sono lo strumento migliore per acquisire credibilita’ e aprirsi a quelle richieste di cambiamento e partecipazione che ormai ci giungono chiarissime da ogni parte. Con questa decisione torna ai cittadini e alle cittadine uno spazio in piu’ di democrazia e al nostro partito – conclude il vicepresidente Pd – un canale fondamentale e prezioso di ascolto e dialogo con il nostro elettorato”.

Cosa aggiungere alle parole di Ivan? Finalmente, nel Lazio, il PD potrà iniziare di nuovo a fare politica. Non era un risultato scontato, davvero. Nelle ultime settimane si è fatto di tutto per aggirare lo statuto, stravolgere il mandato del commissario Vannino Chiti e ridare vita ad un’assemblea delegittimata già nel luglio dello scorso anno. Il problema, ovviamente, non era Gasbarra, che sarebbe un degnissimo segretario regionale. Il problema era il metodo. E, grazie al coraggio di Giovanni e alla capa tosta di Cristiana, è stata vinta una battaglia decisiva per la vita del PD. Adesso inizia la parte bella e difficile: convincere iscritti ed elettori della bontà della proposta di Giovanni bachelet. Ma con una certezza in più: gli iscritti e i militanti del PD contano ancora qualcosa, hanno la forza di indirizzare, dal basso, le scelte del partito. E di questi tempi, non è poco.

L’unico candidato ufficiale alla segreteria del PD Lazio

In provincia di Latina esiste un pezzo consistente di PD che appoggia la candidatura a segretario regionale di Giovanni Bachelet.

Questo l’articolo apparso stamane su Latina Oggi.

Questo, invece, il testo integrale del comunicato stampa inviato.

In vista dell’assemblea regionale del PD, convocata per il prossimo 26 novembre con all’ordine del giorno gli “adempimenti statutari per l’elezione del segretario regionale”, sentiamo di dover fornire il nostro appoggio incondizionato all’unico candidato ad oggi ufficialmente in campo: Giovanni Bachelet.

Con coraggio e spirito di servizio Giovanni Bachelet ha messo a disposizione del PD regionale la propria storia personale nonché una proposta politica improntata innanzitutto al rispetto delle regole statutarie, in primis quella che prevede l’elezione del segretario regionale con le elezioni primarie. La difesa di uno strumento che riveste un’importanza fondamentale per un partito aperto alla partecipazione di cittadini ed elettori ha costretto una buona parte dei dirigenti regionali a rinunciare all’idea di scegliere il neo-segretario regionale con i soliti metodi poco trasparenti, attorno a caminetti e mediante accordi tra i capicorrente.

Tutto ciò ha provocato non pochi malumori tra chi, nel partito regionale, pensava di poter giocare la partita della segreteria su altri tavoli e farne merce di scambio per garantire la persistenza di equilibri interni che hanno portato il PD Lazio nelle condizioni che tutti ben conosciamo e per poter condizionare le candidature alla Camera e al Senato in vista delle prossime elezioni politiche.

Ma non manca, nel programma del deputato presidente del Forum Nazionale Politiche dell’Istruzione del Partito Democratico, la volontà di “girare le province per conoscere e vedere con i propri occhi, valorizzare i circoli sani, curare i malati, ricucire i divorziati, bonificare gli inquinati, certificare e seppellire i morti” e di “voltare pagina rispetto a spartizioni e etichette che non ci hanno portato fortuna, non per fagocitare e annullare la diversità e il pluralismo, bensì per valorizzarle nuovi e vecchi militanti che hanno un contributo da dare”.

Invitiamo quindi gli amici democratici della provincia di Latina a sostenere con coraggio la candidatura di Giovanni Bachelet, che rappresenta l’unica proposta ufficiale e credibile in campo, e aggiungiamo, anche in grado di liberare il PD Lazio dal drammatico immobilismo politico in cui si trova da troppo tempo.

Nicoletta Zuliani, Gianmarco Proietti, Nazzareno Ranaldi, Lorella Attanasio, Mimma Nuzzo, Raffaele Viglianti, Alessandra Arena, Cosmo di Perna, Fabio Luciani, Ernesto Schiano, Raffaele Vallefuoco

Diffidate dei titoli dei giornali e #occupypdlazio

Una piccola precisazione, una volta letto questo articolo apparso stamane su Latina Oggi.

Una parte del PD Pontino appoggia Gasbarra, il non-candidato. Ma un’altra parte del PD Pontino sostiene Giovanni Bachelet, ad oggi l’unico candidato ufficiale e, permettetemi, l’unica speranza per non lasciare il PD Lazio in mano ai capibastone, ai signori delle tessere, a tutti quelli che hanno ridotto il partito regionale nello stato di assoluta inconsistenza politica che oggi ben conosciamo. #occupypdlazio

Giovanni in piena corsa #occupypdlazio

La corsa di Giovanni continua. Questa la sua nota su Facebook che fa il punto della situazione a 10 giorni dalla convocazione dell’assemblea regionale.

 

A sette giorni dalla pubblicazione del mio articolo su Europa (vedi altre note precedenti), le adesioni email di iscritti 2010 alla mia candidatura a segretario regionale del PD hanno superato le 200 unità, abbastanza ben distribuite nelle province del Lazio. L’impegno di tutti quelli che hanno raccolto il mio appello sta dando frutti.

Se per eleggere il nuovo segretario del PD Lazio alla fine si faranno le primarie sarà stato merito anche nostro, o meglio vostro. Mentre le modalità di elezione (assemblea o primarie) sono ancora in discussione, è importantissimo andare avanti con la raccolta firme degli iscritti PD 2010, seguendo le istruzioni della precedente nota del 13 novembre, mettendo se necessario “non rinnovata” nei due campi numerici relativi alla tessera 2011 e intanto richiedendo e facendo richiedere a gran voce il rinnovo della propria tessera 2011 al coordinatore del proprio circolo. [NB Alcune tessere 2011 non hanno numero, in tal caso rivolgersi al proprio coordinatore di circolo che lo sa].

Uno dei risultati collaterali della nostra piccola battaglia è infatti la scoperta che in quasi metà Lazio il tesseramento PD 2011 non è ancora COMINCIATO (il che, trovandoci a metà novembre 2011, è notevole). Questa scoperta, che naturalmente ho riportato all’ultimo coordinamento regionale con il commissario Chiti, ha dato una spinta affinché (meglio tardi che mai) il tesseramento 2011 abbia inizio: essendo il problema ormai noto a tutti, è difficile per un coordinatore di qualsiasi livello continuare a tener bloccato il tesseramento 2011, o peggio, se è cominciato, negare la tessera a un iscritto 2010 che voglia rinnovarla adesso (e che secondo le regole vigenti ne abbia diritto, ovviamente).

In proposito vari amici dirigenti del PD (che si sono finora guardati dal firmare la mia candidatura) hanno generosamente riconosciuto che ormai, dopo il mio articolo su Europa e la vostra mobilitazione, io sono in campo come candidato alla segreteria del Lazio: a che pro raccogliere ancora firme? SE PER CASO ALLA FINE non arrivassi ad un numero sufficiente di adesioni di iscritti o delegati per presentare la mia candidatura alle primarie, ci avrebbero pensato loro. Ora: pur avendo appena appurato in Regione, statuti e regolamenti alla mano, che le adesioni degli iscritti sono necessarie per candidarsi alle primarie ma NON ad una eventuale elezione in assemblea (dove NON c’è soglia per la candidatura, basta un solo delegato a candidarmi e io ne ho già piú di uno), vorrei comunque arrivare in fretta a un bel pacco di firme e poter dire che beh, QUEL CASO non si è verificato e sono pronto alle primarie sulla base di una scelta degli iscritti, senza bisogno di soccorsi tecnici gentilmente offerti. Morale: sotto a chi tocca. Grazie a tutti, buon lavoro.

 Giovanni Bachelet

PS: Il primo aiuto che potete dare è rilanciare subito questa nota sul vostro profilo!

#occupypdlazio con Giovanni Bachelet

Vi giro la lettera scritta da Giovanni che potete diffondere ed usare per raccogliere le adesioni.

Carissimo, carissima:

il Partito Democratico del Lazio, sotto la guida del commissario Chiti, ha intrapreso un percorso che dovrebbe condurci all’elezione del nuovo segretario. L’Italia attraversa giorni drammatici e, da parlamentare di opposizione e presidente del Forum Politiche Istruzione del PD, cerco di affrettare e preparare giorni migliori. Però senza un PD Lazio impegnato oggi nello studio, nell’animazione politico-culturale e nel raccordo fra cittadini e istituzioni, non si vincono le elezioni e non si governa l’Italia; e senza un cervello e un cuore il PD Lazio non può resistere a lungo; deve quindi individuare al piú presto un segretario e un gruppo dirigente.

Insieme a un gruppo di iscritti e dirigenti di ogni età e provenienza ho identificato i compiti piú urgenti del prossimo segretario laziale. Ho da poco reso pubbliche queste idee e la mia disponibilità ad essere candidato in un articolo apparso sul quotidiano Europa, che accludo qui.

Per candidarsi alla segreteria regionale è però necessario (politicamente e anche a norma di statuto) l’appoggio di un piú ampio numero di iscritti. Per questo chiedo ora il tuo appoggio:

 – se vuoi sostenere la mia candidatura a segretario del PD Lazio,
 – se nel 2010 eri iscritto al PD Lazio,
 – se nel 2011 hai rinnovato o stai rinnovando nel Lazio la tessera del PD,

allora ti chiedo di spedire all’indirizzo bachelet_g@camera.it un messaggio con oggetto “segretario regionale pd” che contenga la porzione di messaggio sottostante (compresa fra ===) nella quale hai completato tutti e 14 i campi con i dati richiesti di inoltrare questo messaggio a ogni altro potenziale sostenitore tuo amico.

Procederemo alla raccolta delle firme su carta quando modalità e tempi esatti della raccolta firme saranno resi noti dagli organi regionali di partito, ma questa immediata disponibilità espressa per email è fondamentale in vista di ogni passo successivo.

Giovanni Bachelet

http://www.giovannibachelet.it/

http://www.politicheistruzione.forumpd.it/

===

Il sottoscritto
 – cognome:
 – nome:
 – luogo e data di nascita:
 – residenza (via cap comune provincia):
 – telefono:
 – email:
 – nome del circolo di appartenenza:
 – provincia del circolo di appartenenza:
 – numero tessera (si trova in basso al centro nella tessera 2011):
 – codice iscritto (si trova in basso a destra nella tessera 2011):
 – nome del coordinatore del circolo di appartenenza:
 – cognome del coordinatore del circolo di appartenenza:
 – telefono del coordinatore del circolo di appartenenza:
 – email del coordinatore del circolo di appartenenza:

dichiara di sottoscrivere la candidatura di Giovanni Bachelet per l’elezione alla carica di Segretario Regionale; dichiara, inoltre, di non aver sottoscritto altra presentazione di candidatura e di conoscere, condividere, possedere i requisiti richiesti dallo Statuto Nazionale e dal Codice Etico del PD.

Forza Giovanni! #occupypdLazio

La candidatura di Giovanni Bachelet alla segreteria del PD Lazio dà un senso alla mia militanza nel PD. Incarna il PD per come ce lo siamo immaginato, molti di noi, quando abbiamo contribuito a fondarlo. Ne parlano anche Cristiana e Ivan, e non riesco a trovare parole migliori delle loro.

Io ci sono. #occupypdLazio

Mentre il piano casa della Polverini diventa un caso nazionale, il Pd del Lazio continua a non avere un segretario. Possibile? Industria, commercio e turismo, attività finanziarie immobiliari e servizi, producono nel Lazio circa il 20% del corrispondente segmento di Pil nazionale con circa il 10% della popolazione nazionale.

Il Lazio ospita un grande stabilimento Fiat, le grandi istituzioni di ricerca italiane, la capitale e tutto quel che consegue in termini di opportunità ma anche pendolarismo e inquinamento: è nel Lazio la piú grande discarica di rifiuti in Europa.

Negli ultimi anni calo dell’occupazione, criminalità organizzata, clientelismo e inquinamento in almeno un paio di province rischiano poi di far risucchiare nel buco nero del sottosviluppo una regione che potrebbe aprire al meridione la pista della crescita. Può permettersi il Lazio di stare per anni con un governo incapace e un partito di opposizione a bagnomaria? Certo le politiche del Pd per il lavoro, la casa, l’ambiente, la ricerca, i trasporti, trovano negli amministratori locali, e particolarmente nei consiglieri regionali, un importante riferimento.

Esse rischiano però di risultare lontane, a volte incomprensibili per elettori e iscritti, in assenza di un partito capace di suscitare ampia partecipazione democratica, al di là dei pur preziosi bacini elettorali personali (nel 2010 il 46% degli elettori Pd non ha espresso preferenze e un altro 20% ha dato la preferenza a candidati non eletti). Eppure, a due anni dal rovinoso abbandono del governo regionale, il Pd non è riuscito a darsi un gruppo dirigente: nè primarie nè voti assembleari nè un anno di commissariamento hanno ancora sciolto la matassa dei veti incrociati, mentre non si arresta, dicono le ultime amministrative, la spirale di sconfitte elettorali ed emorragie. La fisiologia della competizione politica interna è diventata patologia, con interessanti capriole: chi in Italia vuole il partito solido, nel Lazio lavora alacremente alla sua liquefazione; chi vuole primarie sempre, nel Lazio predilige i caminetti; molti sembrano preferire che il Pd perda le elezioni pur di mantenere il controllo delle tessere, o la certezza della loro candidatura (o ricandidatura) alle prossime politiche. Nell’ultimo anno, infatti, la presunta imminenza di elezioni anticipate, anzichè indurre un rapido recupero di compattezza, autonomia territoriale e competitività elettorale attraverso primarie che la direzione del Pd aveva affidato al commissario Chiti, ha purtroppo agito da ulteriore forza centrifuga: pochi lo ammetterebbero in pubblico, ma molti sono privatamente ossessionati dal problema di chi sarà segretario regionale al momento della composizione delle liste di camera e senato, con una legge elettorale che dà tutto il potere alle segreterie. In queste circostanze risultano coraggiose e legate fra loro piú di quanto non appaia a prima vista le due decisioni estive di Chiti: creare un coordinamento politico (che ha da poco stabilito un percorso per eleggere il segretario regionale secondo l’invito di Bersani all’ultima direzione nazionale) e una commissione incaricata di studiare le modalità con cui gli elettori saranno coinvolti nella definizione delle liste di camera e senato alle prossime politiche (uno dei temi all’ordine del giorno della prossima conferenza nazionale organizzativa del Pd).

Nello stesso spirito un segretario capace di superare le divisioni e rilanciare il partito democratico nel rispetto dello statuto e del codice etico dovrebbe

 – promuovere nel partito regionale e nazionale la cessione di una porzione di sovranità dalle segreterie agli elettori nella definizione delle liste di camera e senato con elezioni primarie, da promuovere anche in tutte le elezioni monocratiche, a norma di statuto

 – rinunciare ad essere in lista e, se già parlamentare o consigliere, dimettersi da ogni altro ruolo elettivo in caso di elezione a segretario (ricevendo a questo punto dal partito un contratto a tempo determinato): per metter mano con libertà e credibilità a primarie e candidature, ma soprattutto per dedicarsi a tempo pieno al rilancio e alla ricostruzione del partito in tutta la regione

 – girare le province per conoscere e vedere con i propri occhi, valorizzare i circoli sani, curare i malati, ricucire i divorziati, bonificare gli inquinati, certificare e seppellire i morti

 – voltare pagina rispetto a spartizioni e etichette che non ci hanno portato fortuna, non per fagocitare e annullare la diversità e il pluralismo, bensì per valorizzarle, anche con un censimento di competenze capace di coinvolgere nel governo del partito, a tutti i livelli, nuovi e vecchi militanti che hanno un contributo da dare

 – impegnarsi nella trasparenza dei bilanci; nella parità di genere, nella convocazione di riunioni cui per orario e ordine del giorno possa partecipare chi lavora; nel rispetto di doveri e diritti di iscritti ed eletti; nella periodica consultazione dei livelli territoriali inferiori

– voltare pagina nel metodo e nel merito delle nomine nelle aziende partecipate, abbattere i costi principali ma occulti della politica: in Italia ci sono 3600 aziende partecipate, 23mila consiglieri d’amministrazione, 3mila incarichi apicali, e il 60% di queste aziende risultano in deficit (Cuperlo, l’Unità 8/8/2011); di queste un decimo si trova nel Lazio.

Il Partito democratico del Lazio non ha bisogno di rottamatori e neanche di disinvolti piloti che lo portino a un’altra sconfitta per poi cambiare scuderia: ha bisogno di ingegneri, gommisti e carrozzieri capaci di rimetterlo in pista per vincere la prossima corsa. A questo mira il programma delineato qui in poche righe. Poiché, a venti giorni dall’assemblea regionale e dieci dalla sua convocazione, molti sentono la necessità di ripartire da zero ma nessuno rompe l’incantesimo con il nome di un candidato, sento il dovere di proporre me stesso come candidato alla segreteria regionale.

Sono impegnato in parlamento e nel forum nazionale istruzione e per nulla attirato dal tritacarne del Pd Lazio: se altri candidati intendono recepire almeno parte di questo programma raccogliendo, secondo l’auspicio di Bersani, un consenso molto ampio, sono ben lieto di farmi da parte; altrimenti correrò io.

PD Lazio – La storia infinita

Il comunicato di Cristiana Alicata e Giovanni Bachelet sulla situazione ormai grottesca del PD Lazio.

“In un momento come questo, in cui si chiede al Partito Democratico di interpretare la necessità di partecipazione e trasparenza che negli ultimi mesi e’ stata protagonista indiscussa della vita politica del Paese – si pensi al referendum ed alle amministrative di questa primavera – la strada maestra per restituire al Lazio un partito forte appare essere solo quella delle primarie. Il richiamo al senso di responsabilità a cui Bersani aveva richiamato la classe dirigente del Lazio non andava scambiato per un invito a trovare una soluzione tra poteri interni, ma doveva essere interpretato come l’invito a cercare un segretario forte, autorevole e di garanzia per iscritti ed elettori e non per gli equilibri correntizi. Trasparenza ed ascolto s iano d’ora in poi i nostri fari.” Così commenta Cristiana Alicata l’inaspettata conclusione del secondo incontro del coordinamento politico del PD Lazio, dove ieri a tarda notte, dopo aver raggiunto sotto la paziente guida del commissario Chiti un accordo unanime su date e percorso per l’elezione del segretario regionale, alcuni partecipanti hanno rovesciato il tavolo, vanificando ogni precedente sforzo di convergenza e unità. “Dagli amici mi guardi Iddio -commenta Giovanni Bachelet, anche lui membro del coordinamento- in un anno di commissariamento e molte ore di riunione il commissario nominato da Bersani trova proprio in una delle aree che lo avevano sostenuto nel 2009 il veto a un percorso condiviso conforme a quanto auspicato dal Segretario nell’ultima direzione nazionale.” “Ringrazio Chiti per il lavoro fatto e mi auguro -conclude Bachelet – che Bersani respinga le sue dimissioni e confermi il percorso identificato sotto la sua guida per l’elezione del segretario regionale .”