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Proposte a confronto – Pt.2 – Evasione fiscale

Bersani: Decisiva per noi la fedeltà fiscale. Gli interventi da questo punto di vista riguardano, oltre all’uso concreto ed efficiente delle banche dati, soprattutto la riduzione nella circolazione del contante: la trasparenza nei pagamenti è fondamentale. Considerando i benefici che verrebbero alle banche da un maggior ricorso agli strumenti di pagamento elettronico (bancomat, carte, ecc…) sarà necessario fare un accordo con le aziende di credito perché azzerino, o comunque abbassino in modo decisivo, i costi delle carte. Sarà importante anche rendere più difficili tutte quelle attività che oggi consentono di spostare facilmente fondi e basi sociali da un paese all’altro per non pagare le imposte.

Berlusconi: condono fiscale.

Monti: faremo tutto quello che non è stato possibile fare fino a qualche settimana fa.

Fate voi.

I primi 100 giorni secondo Marina

Mancano appena tre settimane, e il potenziale rovinoso della vicenda Mps (in arrivo gli avvisi di garanzia) può essere contenuto solo, omeopaticamente, dando il senso di una restituzione del maltolto:

impegno per una drastica riduzione dei costi della politica condotta con mano ferma: rinuncia al finanziamento pubblico, abolizione delle province e di tutti gli enti inutili, dimezzamento del numero dei parlamentari, riduzione di stipendi, indennità ed emolumenti, tetto alle spese -i 124 milioni per tenere in piedi la Camera nel 2012 sono intollerabili- e così via, sapendo bene che con ciò non si diminuisce il debito, ma certamente si aumenta la fiducia

• adozione di una legge anti-evasione rigorosissima, eventualmente sul modello americano: le buone leggi ci sono già, basta importarle. Piano per una riduzione graduale delle aliquote in corrispondenza dei maggiori incassi

nuova legge elettorale (anche perché secondo la gran parte degli osservatori la legislatura non durerà , e il tema del voto si riporrà a breve)

Il tutto nei primi 100 giorni.

Si potrebbero fare tante altre cose, ma queste tre, a me pare, sono decisive.

Mi sembra che Marina abbia ragione

Passiamo alle idee

E comunque adesso basta, davvero. Basta parlare di Monti, di Berlusconi, di Fini, di Casini, di Grillo, di Ingroia. Si parla del PD. E delle cose da fare. Delle proposte. Nei giorni scorsi ho postato le idee degli EcoDem sull’ambiente. Oggi si parla di giustizia. Trovate le proposte del pd qui: Schede PD Giustizia gennaio 2013. Buona lettura.

Lista non è un sostantivo femminile

Al netto dei Razzi e degli Scilipoti, “fottuti” in partenza dai loro nuovi compagni di viaggio (nemmeno un po’ di riconoscenza, diamine!), quello che colpisce delle liste PDL pubblicate è il numero irrisorio di donne presenti. Se ho letto bene nel collegio senatoriale della Lombardia per trovare il nome della prima donna bisogna arrivare alla posizione 22. E anche in altri collegi la storia non cambia. Fatti loro. Il PD porterá in parlamento una rappresentanza composta al 40% da donne. Ma tanto siamo tutti uguali, no?

Un atto di generosità (e una questione di opportunità), diciamo – #tengofamiglia

La commissione nazionale di garanzia del PD è al lavoro per decidere definitivamente in merito ai cosiddetti “impresentabili” (Crisafulli, Capodicasa, Genovese, Papania, Caputo). La mia opinione è che nessuno di “impresentabile” dovrebbe presentarsi (a meno di Rosaria Capacchione per la quale mi sembra che la situazione sia leggermente diversa rispetto alle altre). Al di lá del codice etico, che sono sicuro Bersani fará applicare nel modo più rigoroso possibile, penso che ci siano dei motivi di opportunitá che dovrebbero spingere a compiere delle scelte. Se vuoi fare una campagna elettorale puntando il dito contro dei fenomeni che allargano la zona grigia nella quale spesso si muovono alcuni esponenti delle coalizioni avversarie e che a volte vedono coinvolti anche esponenti del PD, allora bisogna avere la forza di chiedere ai singoli un sacrificio personale di cui beneficerebbe tutto il partito. Stesso discorso andava fatto per i consiglieri uscenti della Regione Lazio che non si sono macchiati di alcun reato ma che portano su di sè la responsabilità politica di aver avallato un sistema di proliferazione delle spese dei gruppi consiliari. Persone “scartate” alla Regione, ma in parte “promosse”, non si sa con quale criterio (ah, i voti!) a Camera e Senato. E se non sono stati promossi in prima persona allora subentrano i parenti. E non lamentiamoci se poi ci scappa un ricorso sacrosanto. Come dice Giovanna Cosenza anche questa è comunicazione: sbagliata, ma sempre comunicazione.

Samu e il voto dilettevole

Beh, stamattina il post di Samuele ve lo ripropongo tutto, così com’è. E mi sento di abbracciare Samuele, a distanza. E di ringraziarlo per le sue parole.

Lo so, io non sono mai stato un cittadino comune nel mio rapporto con la politica. Mi ha sempre affascinato, mi è sempre piaciuta, mentre per la gran parte dei cittadini è un male necessario.

Però mi ricordo ancora quanto era bello avere diciotto anni e tre mesi e poter fare la croce sul quel simbolo, disegnato da Guttuso, che pochi mesi dopo sarebbe scomparso dalle schede. Che uno ci faceva la croce sopra e diceva: ah, bene!

Ah, bene! Pensai facendo la croce su l’Ulivo nel ’96, perché si sapeva che quella volta toccava a noi, toccava alla sinistra di andare al governo. Finalmente.

Ah, bene! Pensai, e forse mi scappò detto anche a voce alta nel 2006, perché 5 anni di Berlusconi erano stati davvero troppo per il nostro Paese, e si sperava di vincere, nonostante la battuta sull’ICI a tempo scaduto nel dibattito, nonostante l’ennesima promessa da marinaio di B. E poi vincemmo, ma di poco, l’urlo di vittoria ci si strozzò in gola.

Perché quando si da un voto, un voto importante come per le elezioni politiche, tutti vorremmo poter dire: Ah, bene! Col mio voto cambierò l’Italia, la renderò un paese migliore.

E stavolta per me vale anche di più, perché sono anche candidato, e lo sento come un onore, e sento anche il dovere di spiegare alla gente perché votare per il Partito Democratico, mettere idee per convincere la gente, far capire che se governiamo noi sappiamo come fare, sappiamo dove mettere le mani.

Per questo, il dibattito di questi giorni sul voto utile mi rimane sullo stomaco. Ma davvero abbiamo bisogno di agitare lo spettro di Berlusconi per convincere la gente a votare per il Partito Democratico? Davvero dobbiamo chiedere a Ingroia di non presentarsi al Senato in qualche Regione?

Per favore, smettiamola subito. Cominciamo a parlare di programmi, di proposte, di cosa faremo quando saremo al governo. Senza parlare di alleanze, senza parlare di Berlusconi.

Non chiediamo agli italiani di turarsi il naso e di votare per noi. Chiediamo agli italiani di leggere il nostro programma, il curriculum dei nostri candidati e di darci un voto per questo. Dimostriamo che siamo seri ed affidabili, e chiediamo il voto per questo.

Facciamo in modo che, dopo un anno di sospensione dalla politica torni la voglia di politica, che la gente possa entrare in cabina, fare una bella croce sul simbolo del Partito Democratico, e gli scappi detto, a mezza bocca: Ah, bene! E che la gente torni a casa soddisfatta (e magari anche orgogliosa) di averci votato.

Perché il voto al Partito Democratico non sia solo utile, ma anche e soprattutto dilettevole. Ah, bene!

Aspettiamo le liste altrui

Si poteva fare di più? Forse si, ma comunque è impensabile azzerare completamente una rappresentanza parlamentare da una legislatura all’altra. E comunque aspettiamo, davvero, quello che faranno gli altri. In termini di rinnovamento e termini di rappresentanza femminile.

E lista fu

E così sono uscite le liste dei candidati del PD per Camera e Senato. Un’operazione complessa, senza dubbio, ma alla fine il risultato si può dire soddisfacente. Alcune scelte non sono state proprio esaltanti (avrei preferito un passo indietro ab origine di molti cosiddetti big del PD, secondo me ci avremmo guadagnato in termini di consensi), e il fenomeno catapulta lascia l’amaro in bocca a molti. Soprattutto se i catapultati vengono prima di chi ha fatto le primarie e ci ha messo la faccia. Malumori consistenti si registrano in Puglia e in Sardegna. Alcune cosa vanno gestite con maggiore trasparenza e comunque non è possibile che la Direzione Nazionale voti le liste prima di conoscerle. Nella speranza che, nel tempo, non vengano fuori altri Calearo e che non scorra il sangue tra posizioni apparentemente antitetiche (tipo Epifani Vs Santini). Note positive: le primarie per i parlamentari, una missione compiuta. Da migliorare, da fare nei modi e nei tempi giusti. Ma comunque un successo. E ancora la presenza di molte facce nuove in parlamento, prima su tutte quella di Pippo, e un maggior numero di donne. Altra nota negativa: l’esclusione dell’ala ecologista del PD: Roberto della Seta e Francesco Ferrante, segno di una scarsa attenzione del PD ai problemi ambientali. Propongo di nominarli, in caso di vittoria del csx, uno ministro l’altro sottosegretario  all’Ambiente. E ancora: la presenza in posizioni eleggibile dei consiglieri uscenti della Regione Lazio: continuo a ritenere che sarebbe stato più corretto se fossero stati fermi un giro. Nota negativissima: Crisafulli.

p.s. sono inserito al n°25 nelle liste del Senato. Se fossimo stati in Bulgaria sarei stato eletto

pp.s delle liste ne parla anche Pippo qui

Braccino corto

Non mi spaventa l’ennesimo accordo Lega-PDL. Forze politiche che non hanno più nulla da dire e che cercano di sopravvivere nonostante anni di malgoverno, di ruberie, di inganni perpetrati ai danni degli elettori. Non mi spaventa la lista Monti, anzi le tre liste in appoggio al professore. Che mette assieme Fini e Sant’Egidio, nella più grande contraddizione socio-culturale che si sia vista negli ultimi trent’anni, e Casini e Montezemolo,  classici esempi del moderatismo che ha sempre proclamato di voler fare gli interessi del Paese ma che alla fine ha chiesto sacrifici sempre ai più deboli. Non mi spaventa Grillo, che dimostra giorno dopo giorno il suo essere un nuovo egoarca del web, talmente dedito al culto della propria personalità da rischiare di far passare in secondo piano tutto quello che c’è di buono nel movimento. Non mi spaventa Ingroia, che stimo come magistrato ma che poteva scegliersi compagni di strada migliori di Diliberto, Ferrero e Di Pietro, tre superbolliti della politica italiana. Mi spaventa un pò il PD, però. Mi spaventa Bersani che continua a dire ai quattro venti che intende collaborare, in futuro, con chi oggi lo addita come suo nemico principale. Mi spaventano le liste in corso di definizione, perchè poche persone catapultate nei posti sbagliati rischiano di vanificare buona parte del’effetto positivo delle scelte coraggiose di Bersani. Ma pensare a vincere al meglio no?