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#occupyprimarie pt. 2

 

Noi pensiamo che il matrimonio sia un istituto civile a cui ogni cittadino deve poter accedere, se lo desidera. Ne va della propria eguaglianza, del diritto alla felicità e della responsabilità che ci si assume mettendo su famiglia, fondamento di ogni comunità di persone. Per questo domandiamo una legge che consenta anche alle coppie formate da persone dello stesso sesso di contrarre matrimonio, riconoscendo loro tutti i diritti e i doveri connessi allo stato coniugale.

Crediamo che la selezione dei candidati debba ispirarsi a principi di onestà e onore così come richiesto dalla nostra Costituzione. La riforma della politica non può che cominciare da un’attenta selezione dei nostri rappresentanti. Per questo la prossima legislatura dovrà approvare una legge che vieti la candidatura di chi è stato condannato per reati gravi (con sentenza di condanna o di patteggiamento anche non definitiva, o sottoposto a misure di prevenzione). In un Paese in cui la corruzione significa danni per decine di miliardi di euro, la lotta all’illegalità è prioritaria e non è credibile se a farla non sono persone specchiate e incensurate.

 

L’agenda. Punto.

Nei giorni scorsi Alessandro Gilioli ha punzecchiato Pippo Civati sulla frase “continuità a sinistra con Monti”, pronunciata nell’intervista rilasciata a Concita de Gregorio. Oggi Pippo precisa, e ditemi che non è questa, la giusta direzione.

Caro Alessandro,

leggo del gin con l’analcolico e faccio fatica a capire (a parte che il gin tonic non è poi così male, ma è il caso di non perdersi nell’analisi delle metafore).

La mia posizione sulla’«agenda Monti» (espressione sulla quale mi sono trovato spesso a ironizzare) è parecchio articolata, come ho scritto più volte, ad esempio qui.

Ci sono cose buone e altre meno, di questa esperienza di governo. C’è Barca e c’è Passera, per intenderci. Con l’impegno del primo a evitare sprechi e investimenti sbagliati (compresa la dispersione dei fondi europei, che vale decine di miliardi ogni anno) e c’è chi ha ancora in mente una ricetta che tutto sommato non è così distante da quelle seguite negli ultimi anni.

C’è la credibilità recuperata a livello internazionale e c’è però un’uguaglianza da recuperare, all’interno, perché le disuguaglianze sono diventate un tema fortissimo, in questi anni.

C’è una linea di rigore per me auspicabile – era quella di Prodi, che la sinistra faticò a capire – e c’è chi la regge che invece dovrebbe cambiare (per questo propongo da «prima di Monti» una patrimoniale per abbassare le tasse ai ceti medi e a chi rischia di più, in questa fase).

C’è la riforma delle pensioni, che non credo si debba mettere in discussione, e ci sono gli esodati, che si sarebbero dovuti affrontare con un atteggiamento diverso. E ci sono i giovani, della cui continuità contributiva in pochi si sono occupati (per altro, anche questo tema per noi precede cronologicamente Monti, perché ne parlammo già nell’ottobre del 2011 a Bologna, in quella piazza a cui anche tu partecipasti).

C’è una politica e delle infrastrutture che non funziona e che a tratti sembra ottocentesca e ci sono cose, ancora in nuce, sulla corruzione e sull’evasione fiscale che sicuramente segnano una netta discontinuità con gli anni precedenti. E sulle quali è necessario proseguire, non arretrare.

C’è una politica energetica che mi piace molto poco, e c’è un atteggiamento di serietà nei confronti delle istituzioni che è un miracolo avere recuperato, dopo vent’anni così.

C’è una sfida da lanciare, quella che abbiamo proposto con i 6 referendum che tu conosci, che riguarda per esempio il reddito di cittadinanza, una di quelle cose che l’Europa non ci chiede, ma che in tutta Europa si fanno.

E poi, certo, c’è una maggioranza improbabile, che è bloccata dalle differenze siderali che ancora – e fortunatamente – intercorrono tra le diverse forse politiche.

L’espressione che tu citi condensava in una frase tutte queste considerazioni.

Se vuoi la versione metaforica, a cui ho fatto ricorso qualche settimana fa, il Pd e il centrosinistra devono avere un’agenda loro, che tenga conto di Monti 2012, ma racconti l’Italia dei prossimi anni. E tra gli almanacchi d’anteguerra e la smemoranda, preferisco una moleskine da viaggio. Alla ricerca dell’unico tempo che non abbiamo perduto: quello che deve ancora venire.

E per quanto riguarda l’eterno dibattito tra socialdemocratici e liberisti, ho proposto una doppia mossa che per me è qualcosa di diverso, che risponde nel modo migliore alle questioni che si pongono all’Italia, ora e in futuro. La trovi qui.

Delle alleanze, infine, sono rimasto tra i pochi a pensare che più che a Macerata – ricordi, la città del modello? – si debba guardare a Milano, senza spingersi verso destra, e cercando di costruire un centrosinistra che si è però, in questi mesi, fino ad oggi, distinto per le distinzioni più che per il lavoro comune e la responsabilità di cui abbiamo bisogno.

Grazie Pierfrancesco

Bellissime le parole di Pierfrancesco Majorino sui referendumPD:

“Non male l’iniziativa sui referendum PD di Civati e Co. Finalmente qualcuno che chiede qualcosa sulle cose da fare e non sulle magliette da indossare”.

Ripartiamo da qui

Mentre il duello Bersani-Renzi (con svariati sparring-partners) entra sempre più nel vivo tra polemiche e personalismi. Mentre iniziano i riposizionamenti alla ricerca di un posto al sole, tra neo-rottamatori dell’ultima ora con credibilità prossima allo zero e pre-bersaniani da usato garantito. Mentre la confusione regna sovrana sulle regole delle primarie. Sulla legge elettorale. Sulle alleanze. Mentre tutto ciò accade, c’è qualcuno, nel PD, che prova a riportare la discussione sui temi. Sulle proposte. Sulle cose. Con i ReferendumPD. Anche in provincia di Latina è possibile firmare. Chi mi dà una mano?

6 pronto per i 6 referendum?

Come annunciato qualche settimana fa, al termine della due giorni di Albinea, si parte con i referendum PD. Tutto ció che volete sapere lo trovate qui:
https://www.facebook.com/ReferendumPd
Mentre i caminetti (non)decidono su legge elettorale, regole interne, primarie, deroghe. Mentre impazza il dibattito tra vecchi giovani e giovani vecchi, arriva lo strumento più democratico che esista su temi concreti come alleanze, fisco, diritti, ambiente, incandidabilitá. A voi.