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I bookmakers la davano a 1

Pier Luigi Bersani saluta con favore l’apertura di Pier Ferdinando Casini a un patto moderati-progressisti. “Ognuno vede che questo è un passo importante, credo sia un’intervista che ha un significato politicamente di grande rilievo”. “Credo – dice il leader Pd – diventi sempre più evidente che il problema è costruire un patto tra le forze riformiste e democratico-costituzionali contro una destra risucchiata da tentazioni populistiche. E’ la logica delle cose che porta a un patto di questo genere”.

 

Rinunci a Satana?

Ecco, quando leggo queste cose di Pierferdi rabbrividisco. In primis, perchè per il principio di causa ed effetto subito si alzerà qualcuno nel PD pronto a rilanciare sull’alleanza con l’UDC. E giù polemiche, con gli elettori del PD disorientati sempre di più. Poi, perchè Casini è un arnese della politica talmente vecchio che il solo pensare di potersi presentare in maniera credibile agli elettori con il suo faccione è una bestemmia. Soprattutto di questi tempi. Comunque, se proprio Casini crede alla necessità di una alleanza progressisti-moderati, potrebbe presentarsi alle primarie del centrosinistra, che dite? E magari potrebbe anche uscire da tutte le amministrazioni con il PDL. Qualcuno glielo chiederebbe? Ma dai, scherzo! Ponti d’oro per Pierferdi Caltagirone.

L’asintoto

Passi la giornata a Villa Ada, poi vai a sentirti gli Afterhours alla FNAC con tutta la famiglia e pensi che la giornata è stata meravigliosa nonostante tutto. Poi accendi la TV trovi Pierferdi. Mi sta sul culo all’ennesima potenza, Pierferdi. Fattoriale, tendente all’infinito. Asintoticamente sul culo. Casini è parte del problema. Nomen omen, del resto. Come può essere credibile chi ha contribuito in maniera decisiva a farci precipitare nella situazione in cui siamo tutti? E non parlo semplicemente della situazione economica, la crisi è globale e blablabla. Parlo della crisi del sistema-Italia. Casini ci parla di responsabilità. Quale? Quale? Casini ha governato con Berlusconi per anni. Casini ha votato la maggior parte delle leggi ad personam. Casini ha voluto il Porcellum. E non parliamo dei temi “eticamente sensibili”. Casini ha voluto il ritorno al proporzionale per poter continuare a far quel che cazzo voleva, destra o sinistra, non importa. Perpetuare se stesso, del resto è in Parlamento dal 1983. Casini perpetua i sistemi di potere che ammazzano le regioni, le province, i comuni. Come si fa solo a pensare di poterci salvare insieme ad uno così. Bersani!!!! Ma come si fa a non essere scossi da un moto di rabbia quando ti viene a parlare di sacrifici uno che di sacrifici, negli ultimi quarant’anni, non ne ha visto nemmeno l’ombra? Uso le sue parole. Lo trovo amorale, immorale. Ma vaffanculo! E dai!

Fare chiarezza

Casini mi sta sul culo. Profondamente. E non è una novità. Però non credo che sia un pazzo. Non credo parli a vanvera. Allora vorrei che qualcuno, nel PD, dicesse ora, subito, definitivamente, inequivocabilmente, che di proseguire con l’alleanza PD-UDC-PDL, Monti o non Monti, nella prossima legislatura, non se ne parla. Grazie.

La promessa mancata

Il post di Pippo, stavolta, lo incollo integralmente. Perchè le sue preoccupazioni sono le mie.

Se quello che scrive l’Espresso è vero, ci toccherà fare qualcosa di diverso.

Tanti, tantissimi di noi hanno aderito al Pd perché in Italia ci fosse un soggetto politico capace di guidarci nella Terza Repubblica, non di tornare alla Prima con i protagonisti della Seconda.

Tanti, tantissimi di noi hanno aderito al Pd, perché era un partito democratico fondato sul bipolarismo e l’alternanza. Perché il Pd è stato da sempre a favore di un sistema elettorale che restituisse ai cittadini la possibilità di scegliere e di sapere da subito chi avrebbe vinto e chi perso.

Tanti, tantissimi di noi hanno aderito al Pd perché si impegnava a organizzare il centrosinistra, cercando di dare un profilo di governo coerente alle iniziative della società civilissima, dandosi un profilo rappresentativo di tutte le sensibilità progressiste del Paese e di quelle cattolico democratiche, sulla base di un dettato laico e liberale per quanto attiene la condotta dei singoli.

Se tutte queste condizioni venissero a mancare, non ci sarebbe più non già questo o quel Pd: non ci sarebbe più il Pd. È il caso che gli strateghi se ne rendano conto, perché gli elettori se ne sono accorti già. E stanno già pensando di organizzarsi di conseguenza, per fare quello che avevamo promesso (a noi stessi e agli altri) di fare.

Ai posteri

Ricapitoliamo: Monti piace agli italiani, che lo vorrebbero leader di una coalizione di destra o di sinistra, poco importa. Monti non può essere lasciato alla destra. Ma nemmeno alla sinistra.Pierferdi, e non da solo, inizia a dire che il governo di responsabilità nazionale deve sopravvivere al 2013. Berlusconi dice che nel 2013 dovrebbero presentarsi insieme alle elezioni PD-UDC-PDL. Casini plaude. Bersani dice non se ne parla. Berlusconi è furbo. Pierferdi vuole abolire il bipolarismo. L’UDC deve stare al centro della scena politica. Serve una nuova DC. Io un’idea su come va a finire me la sono fatta. In nome del bene comune UDC e PDL si rimettono insieme, con la scusa di Monti. Berlusconi vuole il Quirinale. Bersani, il PD e il Paese la prendono in saccoccia. Fantapolitica?

Potevate andare a Pescopagano (CE)

Non ne faccio una questione di moralismo, o di pauperismo, o di quellochevoletevoi-ismo.

È una questione di opportunità.

Parlamentari pagati da tutti noi non possono, in un momento come questo, farsi le vacanze di capodanno a 2.500,00 € a notte. Punto. Se poi appena tornati iniziano a blaterare dei sacrifici che gli italiani “normali” devono sostenere e trovano qualcuno che li manda affanculo, di che si lamentano?

PiGi, chiama Zapatero

Bersani (e non solo, nel PD, n.d.r.): “Pronti a un governo di emergenza”.

Casini: “Al voto”.

A volte PiGi mi sembra l’ultimo dei mohicani. Va bene, la situazione economica del Paese è quella che è. La credibilità pure. È bene che B. vada via al più presto. Ma è necessario dare la parola agli elettori. Punto. Fanno così in Spagna, per dire. E non è che la situazione sia rose e fiori, da quelle parti.

Della decantazione (ovvero come gettare la posa nel contenitore giusto)

Sia chiaro, non è che non condivida le preoccupazioni di Veltroni. Gli effetti del berlusconismo, sul tessuto civile del nostro Paese, sono stati devastanti e rischiano di esserlo ancora di più. Però continuo a non capire. La “spallata” al governo è fallita a dicembre e, ad oggi, gli unici che possono staccare la spina al governo sono quelli della Lega. Più il governo è in difficoltà politica (in numeri il governo ce li ha, il resto sono chiacchiere), più la Lega alza la posta per continuare a coprire il sedere di B. Anche se l’esito delle elezioni amministrative dovessere essere negativo per l’Asse PdL-Lega (ossia perdono Milano), credo troverebbero nuovo cemento per consolidare il loro patto scellerato. Detto questo, Veltroni non vuole le elezioni ma chiede a Casini di allearsi per le elezioni. Tres bizarre. Continuare, poi,  a disegnare scenari futuribili mi sembra un esecizio alquanto sterile, soprattutto quando, antiberlusconismo a parte, non si capisce bene quale dovrebbe essere il programma concreto di una coalizione “di decantazione”. Siamo sicuri che sarebbero tutti d’accordo con la proposta Ichino sul precariato? E la nuova legge elettorale? Università e ricerca? Diritti? Scuola? Fiat? A meno che che allearsi con l’UDC non comporti un significativo spostamento al centro del PD, e a quel punto credo che potrebbe divenire un sogno anche il 25%. Altro che stagione riformista da riaprire dopo che tutto è decantato. Al netto dei programmi, poi, ci sono le persone. Veltroni premier? Casini? Fini? Montezemolo? Cioè, si vota tra un anno, o due, e ci siete sempre voi di mezzo? Poi magari si aspetta la decantazione, passa un altro paio d’anni e ci siete sempre voi a contendervi la leadership? Quando il vino decanta, la posa non si beve, si getta. Allora facciamo così. Mi avete convinto. Sono a favore della santa-alleanza-decantatrice.  A patto che nessuno degli attuali dirigenti “storici” di PD, UDC, FLI, SEL, IdV, Sinistra si ripresenti. Veltroni, Casini, Bersani, D’Alema, Pisanu, Di Pietro, Vendola, Fini, Letta, Lombardo, Bindi, Granata, Cesa, Volontè, Giordano, Diliberto, Salvi, Finocchiaro, Donadi. Tutti via. Tutti. Ci state? Così iniziamo a decantare.