Archivio mensile:Ottobre 2011

Vai Bobo, vai

Maroni se ne deve andare non solo perché non ha saputo garantire l’ordine pubblico durante la manisfestazione di ieri. Maroni se ne deve andare soprattutto perché non riesce più a garantire che la lotta alla criminalità organizzata sia portata avanti non dico in un modo decente, ma semplicemente portata avanti. Il miglior minnistro dell’Interno che il Paese ricordi. Mafaciteceopiacere! E se va via pure il ministro della giustizia Palma è ancora meglio. E se va via il governo siamo all’apoteosi.

Sondaggio PD Lazio

Lo lancia Cristiana. Qui. Il prossimo passo per venire a capo della ingarbugliatissima matassa del PD Lazio sarà chiamare l’esorcista. O forse le cose sono più semplice di quanto non si pensi. Del tipo, dare la parola agli elettori. Con le primarie. Vabbè, rispondete al sondaggio, intanto.

La potenza delle immagini

Non una parola di meno

Beh, parafrasando il titolo del film di Zang Yimou il post di Pippo, oggi, ve lo ri-posto tutto. Perchè merita. Perchè riassume il pensiero di tanti di noi. Perchè parla e-s-a-t-t-a-m-e-n-t-e di come il PD doveva (e deve) essere, quando lo abbiamo pensato. Tutti insieme. E le responsabilità ce le prendiamo tutte. Tutti insieme.

Leggo che Massimo D’Alema avrebbe invitato chi «ritiene sia possibile aprire una fase politica nuova» a «venire allo scoperto assumendosi le proprie  responsabilità». Accetto la sfida. E dico subito che il 22 e il 23 Ottobre a Bologna mi  assumerò ogni responsabilità, dalla prima all’ultima, per aprire una fase  politica nuova. Me le assumerò con chi condividerà, senza pregiudizi né timidezze, il nostro progetto. Che è il progetto originario del primo Ulivo, di quando ero ragazzo, e del Pd, il partito in cui credo e che ho contribuito a fondare. Senza giochetti di  corrente in stile Prima Repubblica, senza timori reverenziali per una classe  dirigente che ha fatto il suo tempo, ma senza tramare nell’ombra per screditare  (per altro senza dirlo esplicitamente), un segretario eletto democraticamente e  con le primarie. Provo vergogna e imbarazzo per chi non si rassegna  all’idea che le maggioranze si costruiscono alla luce del sole, con i cittadini  e non dietro alle loro spalle. Senza chiacchiere vuote e politicistiche, con i  fatti e le proposte, che sono l’unica cosa che il paese ci chiede. E senza ulteriori sorprese, perché la storia del centrosinistra italiano ce ne ha già riservate a sufficienza. A Bologna sono tutti invitati. E non è una provocazione, no, è un invito. I cittadini e i politici, i movimenti e le associazioni della società civile. Per aprire le porte e le finestre, non quelle «dei giovani» che vorrebbe aprire Veltroni, ma quelle del nostro partito. Anzi, della politica italiana. Chi non ha ancora capito che a Bologna nascerà un nuovo centrosinistra e non una nuova corrente del Pd, farebbe bene a prendere sul serio la nostra proposta. Perché il nostro tempo è arrivato. E sarà scandito dalle nostre proposte, per ritrovare la democrazia perduta, per contrastare la corruzione (e i conflitti di interessi, che non sono solo quello del premier), per tutelare il paesaggio e la bellezza italiana, per dare un futuro (anche pensionistico) ai giovani, e per togliere alle rendite, per dare al lavoro, con una riforma fiscale comprensibile e strumenti più seri per il contrasto dell’evasione. Cose che si possono fare. E che dobbiamo fare noi, se davvero vogliamo cambiare. Non una parola sarà sprecata. Non una relazione politica sarà negata. Non un minuto di più andrà perduto, in una polemica interna, in un politicismo, in una recriminazione. Vogliamo cambiare.

E cambieremo.

Condono e condono

E magari il PD siciliano, o meglio, quella parte del PD siciliano che appoggia a tutti i costi la giunta Lombardo, avrebbe approvato anche la sanatoria edilizia proposta dall’MpA (e per ora ritirata)? Vallo a spiegare, poi, che sei contrario al condono edilizio di B.

Impariamo anche dall’India

Il governo indiano spinge sull’innovazione, e regala un tablet agli studenti. Si chiama “Aakash” o “Ubislate”, è un dispositivo basato su Android con touchscreen e applicazioni in quantità, e si annuncia di qualità complessiva accettabile. Costo finale circa 45 euro, ma appunto, se non siete studenti: per questi ultimi infatti l’Aakash è gratuito, perché viene riconosciuto dalle istituzioni come strumento utile alla formazione, in un programma di test che coinvolge migliaia di studenti.

Quando si dice investire sul futuro, sull’innovazione, sulle tecnologie. In India fanno così. E pure l’Africa si muove.  In Italia la banda larga è una chimera, il wi-fi questo sconosciuto e Internet è ancora un luogo di perdizione. Per dire.

Vi ho avvertiti

Io non so se alla fine il condono fiscale e edilizio lo faranno, ‘sti maledetti. Magari il governo cade prima, grazie a Pisanu e Scajola, così magari come premio non gli romperemo più i cabasisi sulla casa, che se la goda la catapecchia al Colosseo, se l’è meritata. Però quando B. dice che il condono serve così vincono le elezioni, tutto mi è più chiaro, semmai ce ne fosse stato bisogno. Alle prossime elezioni tutti quelli che voteranno PDL e centrodestra e B. e Alfano e forzagnocca e Bossi e il Trota e chi altro non lo so,  saranno i disonesti del paese. I ladri. I mariuoli. Quelli che ci fottono tutti. Non mi raccontate più che non è così perché vi mando a cagare.

De Juventute

Vabbè, il mio amico Jacopo penserà che inizio a gasarmi per la Juventus. Non in questo caso. C’è erba da mangiare, ancora. E tanta. Si vedrà. Voglio invece parlare di gioventù, di giovani, di ragazzi, di politica. Il là me lo offre Cristiana, con la sua storia, tanto cruda quanto vera. Una storia che ci parla di un paese che, allo stato attuale, offre ai propri ragazzi un biglietto di sola andata. Via, si parte, si parta. Lontano dalla corruzione, dal così fan tutti, dal così è se vi pare, dalla burocrazia che fa scendere il latte alle ginocchia, dalla mancanza di  opportunità, dal credito che non fa credito. Da tutto. Dalla politica. Quella che dovrebbe offrite la prospettiva, indicare la strada, e che invece s’è pigliata i punti di fuga con tutto l’asfalto. Ieri sera partecipavo al direttivo del mio circolo e ascoltavo le parole dei “grandi”, degli “esperti”, di quelli che la politica è una cosa seria, lasciatela fare a chi ne capisce. E giù con l’alchimia, con il calcolo per il puro calcolo, con la tattica, manco fossero stati tanti micromaxi Arrigo Sacchi, quello si che con la tattica c’ha fatto la rivoluzione. E pensavo: ma un partito così, il mio PD, ma che cazzo c’avrà da dire ad un giovane del mio Comune?  A parte l’inerzia a naso tappato, giusto perchè dall’altra parte ci stanno le trote e i porcelli e la gnocca e il dito medio, ma perchè una ragazza e un ragazzo che sia affacciano alla vita, allo studio, al lavoro, alla famiglia, dovrebbero scegliere noi? Perchè l’amico di Cri che vuole aprire il ristorante dovrebbe guardare con fiducia alla nostra classe dirigente? Quel politico al quale rivolgersi potrebbe essere chiunque, anche il nostro consigliere comunale, il nostro assessore, il nostro consigliere regionale. Il nostro parlamentare. Chiunque. Chiunque. Chiunque, cazzo. E allora mi viene da pensare a quello che doveva essere il PD, alle nostre speranze, alle speranze di un Paese. E vedo la realtà. Vedo i personalismi. Vedo la mancanza di coraggio. Vedo il compromesso. Sempre. Ovunque. Comunque. E non ce la faccio. Voglio che Bersani mi dia un motivo per votare il PD senza turarmi il naso. Voglio che il Bersani o chi per lui dia a tutti i ragazzi e le ragazze italiane un motivo per votarci senza che debbano, per forza, turarsi il naso. Lo pretendo.

Non ci vuole la palla di vetro

Ecco i nostri prossimi alleati. Scommettiamo? E si fottesse pure la casa al Colosseo.

Il candidato premier del PdL

“Amanda esce e i giudici non pagano mai, dice Alfano. Invece loro, che per tre anni hanno annunciato l’uscita dalla crisi e non era vero, che hanno promesso un milione di posti di lavoro e ne hanno persi centinaia di migliaia, che hanno sbagliato clamorosamente la valutazione politica su Gheddafi, che hanno detto che a L’Aquila sarebbe stato tutto a posto in un anno, che hanno lasciato Bankitalia a bagnomaria nel mezzo della tempesta speculativa, che hanno proclamato sei-sette volte la fine degli sbarchi di clandestini…”

Marco Bracconi, qui.