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Una precisazione

Spesso i giornalisti danno delle loro interpretazioni personali in merito alle vicende politiche. Ci sta tutto. Però voglio precisare che, nonostante titolo e sottotitolo apparsi sull’edizione odierna di Latina Oggi, non lascio il PD. Conservo con orgoglio la tessera del PD in tasca. Non ho posti da chiedere, ruoli da rivendicare. Non ho pacchetti di voti da spostare. Sono solo in disaccordo con le scelte del mio circolo e della federazione provinciale. E non mancherò di far sentire la mia modestissima voce quando il PD prenderà strade che non condivido. Punto. Grazie per la comprensione.

Il mio no all’accordo PD-UDC a Minturno

Tutti noi abbiamo un amico che consideriamo un fratello.

Il mio, nelle rubriche del telefono o in quelle di carta, sta proprio sotto la voce “fratello”. Cerco di coinvolgerlo nelle mie scelte politiche. Gli rompo sempre e immancabilmente i cabasisi per dargli indicazioni su chi votare, non senza aver provato a spiegare le ragioni che stanno dietro quella mia scelta. E alla fine di ogni appuntamento elettorale, che sia riservato al PD o che si tratti di elezioni vere e proprie, mi manda un messaggio: m’hai fatto perde’ pure stavolta.

Politicamente parlando, è proprio vero.

Sto sempre dalla parte degli sconfitti. O meglio, delle minoranze.

A Minturno, però, mi sento proprio di averla persa la mia battaglia, almeno nel PD.

Le elezioni amministrative sono alle porte e il PD di Minturno ha fatto le sue scelte. Democraticamente. Con un voto.

Personalmente pago il prezzo di vivere a 150 km di distanza, e in più sono spesso fuori per lavoro. Perciò la sera in cui il direttivo del PD di Minturno ha ratificato la scelta di candidare a sindaco Gerardo Stefanelli ero assente.

La votazione si è conclusa con un solo astenuto e un convitato di pietra a fronte di tutti voti favorevoli. Ma non ho motivo di nascondere che, se fossi stato presente, avrei votato no all’accordo PD-UDC.

E se avrete la pazienza di leggere le mie parole, vorrei spiegare perché avrei fatto questa scelta.

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Romoletto in auto blu

Le Olimpiadi a Roma non si fanno più, ma a quanto pare sarà difficile disfarsi della Commissione speciale Roma 2020 e Grandi Eventi della Regione Lazio. Basterà togliere dalla denominazione Roma 2020 e lasciare i Grandi Eventi. E così a Romoletto resterà l’auto blu e una ulteriore indennità di 900 € al mese. Ovviamente saremo ben lieti di essere smentiti.

Per rinfrescare un pò la memoria Romolo Del Balzo è stato nominato, non senza polemiche, presidente della Commissione de quo a mo’ di consolazione per essere stato silurato dai suoi stessi amici di partito dalla Commissione Lavori Pubblici all’indomani del suo arresto per la vicenda munnezza a Minturno. C’è da dire che almeno i suoi l’hanno silurato. A Minturno, dove era Presidente del Consiglio Comunale e grazie a lui (PDL) si reggeva l’amministrazione PD-UDC, nemmeno quello. Per dire.

Sale slot, riciclaggio e politica

Cristiana lancia l’ennesimo allarme sulle mafie che continuano a prendersi pezzi di economia per riciclare denaro. A Minturno, come avevo già segnalato, negli ultimi mesi le sale giochi sorgono come funghi e praticamente sono le uniche attività commerciali che aprono. Vogliamo parlare della criminalità organizzata nel nostro Comune? Vogliamo dirlo che nella Provincia di Latina Fazzone e i suoi metodi contunuano a dominare la scena politica e gli accordi che si fanno nei comuni che andranno alle urne passano da lui?  Vogliamo dirlo che a Latina c’è un’amministrazione provinciale di centrodestra si regge grazie ad un pezzo di potere fazzoniano? E vogliamo dirlo che non è tollerabile che l’UDC provinciale governi contemporaneamente con Fazzone e con il PD?

Ultima chiamata per il centrosinistra di Minturno

Di seguito il testo del comunicato stampa inviato domenica. A quanto pare Roberto Lepone mi ha anticipato. Bene. Sotto a chi tocca.

ll quadro politico Minturnese, in vista delle prossime elezioni amministrative, si fa finalmente ricomponendo. Le forze della conservazione e della restaurazione mettono in campo i loro rappresentanti e i candidati a sindaco che gravitano nell’orbita del centrodestra chiedono ai cittadini minturnesi, per l’ennesima volta, un voto di fiducia nonostante pessime prove di governo della città nelle passate consiliature. I nomi di Faticoni, Graziano e Russo, che hanno fatto del trasformismo politico, del clientelismo e del malgoverno le principali caratteristiche del loro agire nell’ultimo ventennio, suonano come un’ulteriore offesa per i cittadini onesti, per le giovani generazioni e per chiunque abbia a cuore il futuro di Minturno e dei suoi figli.
Non stupisce, dinanzi alla possibilità di un profondo rinnovamento della classe dirigente minturnese, l’atteggiamento dell’UDC cittadino che, al pari del partito nazionale, continua a predicare una politica dei due forni a seconda delle convenienze politiche, ma che al momento delle scelte soggiace ai voleri del duo Fazzone-Forte che si stanno, ancora una volta, spartendo la provincia di Latina, anche a costo di mortificare e sacrificare le istanze di rinnovamento che provengono con sempre maggior forza anche del proprio interno.                       
Davanti al pericolo che i gattopardi minturnesi possano ancora una volta truffare cittadini ed elettori, rivologo il mio accorato appello al PD, alle forze di centrosinistra, alle forze civiche, alle associazioni culturali che a vario titolo operano sul territorio grazie all’apporto di giovani che amano sinceramente il territorio e a tutti coloro i quali desiderano rinnovare nel profondo la politica nel nostro Comune affinchè uniscano le proprie forze e le proprie idee per rendere possibile, anche a Minturno, una piccola, grande rivoluzione.
Chi pensa di poter incarnare con sacrificio, dedizione e competenza quelle istanze di rinnovamento che non sono più eludibili, si faccia avanti e dichiari, da subito, di rendersi disponibile a partecipare alle primarie per la scelta del candidato a sindaco di uno schieramento civico e riformista che allarghi gli orizzonti dell’attuale centrosinistra. Si attivi immediatamente quel meccanismo fecondo rappresentato dalle primarie per mettere in circolo idee e permettere ai cittadini di confrontarsi e scegliere un candidato a sindaco forte, autorevole e rappresentativo.

Ripartire? No, grazie

A Minturno sono apparsi, durante le feste natalizie, un bel pò di manifesti con il faccione rassicurante di Paolo Graziano. Ex sindaco di Minturno per ben dieci anni, attualmente consigliere provinciale del PDL, Paolo Graziano ha da tempo annunciato la sua volontà di ricandidarsi alla carica di Primo Cittadino e quindi la comparsa dei suoi manifesti segna in qualche modo l’inizio anticipato della campagna elettorale.

Ripartiamo insieme, lo slogan.

Il concetto di ripartenza implica che un tempo, anche lontano, lontanissimo, ci sia stata almeno una partenza, un inizio, un incipit. Allora io vorrei chiedere ai cittadini minturnesi se durante le passate amministrazioni Graziano si siano accorti che Minturno è mai partita. Se l’ex amatissimo Sindaco ha fatto qualcosa per migliorare domanda e offerta turistica, per evitare l’abusivismo edilizio, per contrastare la criminalità organizzata, per offrire opportunità di lavoro alle giovani generazioni, per combattere il degrado ambientale, per migliorare la qualità del mare, per promuovere la cultura sul nostro territorio, per favorire la nascita di nuove imprese. Paolo Graziano è corresponsabile, al pari della maggior parte delle persone che hanno fatto politica a Minturno con le amministrazioni di centrodestra (mi sento di escludere Ercole Conte e forse qualcun altro), delle condizioni di degrado nelle quali versa Minturno. È corresponsabile del consolidamento del blocco di potere che domina la Provincia di Latina  costituito da Del Balzo-Fazzone-Cusani-Michele Forte. Un blocco di potere spregiudicato, in alcune realtà colluso con la criminalità organizzata, come recenti sentenze della magistratura hanno dimostrato. Un blocco di potere che basa il proprio consenso sul clientelismo e sul malaffare e che rischia di stroncare sul nascere qualsiasi forma di riscatto politico, economico e sociale del territorio pontino.

E allora, ripartire insieme a Paolo Graziano? No grazie, Minturno ha già dato. Andiamo oltre.

Il resoconto dell’assemblea del Cantiere

Sabato sera si è tenuta l’assemblea organizzata da Un Cantiere per Minturno. Una prima occasione per far ripartire il dialogo tra cittadini e forze politiche, da troppo tempo assente sulla scena politica minturnese. Partecipazione in linea con le aspettative, presenti i rappresentanti di PD, IDV, UDC, SEL e Verdi, ma anche del centrodestra, che hanno colloquiato per più di due ore su temi concreti, che riguardano la qualità della vita di tutti i cittadini di Minturno.

L’introduzione degli organizzatori ha ribadito ancora una volta lo spirito del cantiere, ossia condividere con i partecipanti una visione del futuro, un progetto per Minturno e quindi donare al centrosinistra le proposte uscite preliminarmente dall’ incontro e dai successivi incontri operativi che si vorrebbero tenere quanto prima, tenendo presente che l’approdo naturale della condivisione di un progetto sarebbe lo svolgimento delle primarie per la scelta del candidato a Sindaco, ritenute lo strumento migliore per acquisire credibilità e aprirsi a quelle richieste di cambiamento e partecipazione che ormai giungono chiarissime da ogni parte. Si è passati poi ad illustrare delle proposte sul turismo, che deve puntare non più sulla quantità ma sulla qualità, tenendo conto che è prioritario far emergere dal circuito dell’illegalità l’offerta di case da destinare alla villeggiatura. Sarebbe necessario incentivare la creazione di una serie di micro-strutture alberghiere a conduzione familiare da inserire in un circuito istituzionale a cura di un’agenzia turistica “comunale” che si occuperebbe anche di stabilire contatti con paesi esteri per determinare, così, un allungamento della stagione turistica, compatibilmente con il carico antropico sopportabile dalla nostra cittadina. La conversione di edilizia residenziale in strutture ricettive potrebbe beneficiare di quanto previsto dal Piano Casa Regionale, offrendo così anche risposte alle necessità del cosiddetto “partito dei geometri”. Invece di continuare a consumare suolo, riconvertire e ristrutturare l’esistente. Di pari passo con il miglioramento dell’offerta turistica dovrebbe migliorare l’offerta culturale, valorizzando soprattutto le frazioni come polo attrattivo di manifestazioni di qualità. A proposito di cultura, sarebbe necessario, finalmente, destinare l’area ex SIECI alla creazione di un centro multiculturale comunale, con auditorium, biblioteca e spazi da affidare ad associazioni di promozione culturale che operano sul territorio, affidando la redazione del progetto ad un concorso di idee internazionale. Passando ai rifiuti, il Cantiere propone la revoca dell’appalto alle EGO-ECO, la ri-municipalizzazione del servizio di raccolta dei rifiuti e la costituzione di un servizio di raccolta differenziata che mutui dalle esperienze positive già in essere in molti comuni italiani, anche molto vicini. Un occhio di riguardo alle energie alternative, soprattutto per gli edifici pubblici che dovranno essere dotati di impianto fotovoltaico ed essere autonomi da un punto di vista energetico. Una particolare attenzione è stata posta allo strumento del bilancio partecipato, già previsto dalla normativa regionale della Toscana e applicato con successo in numerose comunità.

Passando agli interventi dei partecipanti, Vito Romano ha puntato il dito contro i padroni occulti del Comune, che hanno imposto i principali appalti in essere, ossia quello della EGO-ECO e della SOES e che vogliono che nulla cambi. Vito ha ricordato come già nel ’94, all’epoca della sua breve esperienza come Sindaco, era stato stipulato un accordo con l’Università di Cassino per spostare presso l’ area ex SIECI parte dei corsi di Laurea. L’dea di realizzare un polo universitario nell’ex sito industriale è rimasta lettera morta. Vito infine ha evidenziato l’importanza di definire la variante al PRG e ai Piani Particolareggiati, mai approvati nonostante i soldi dei contribuenti spesi in costosissime consulenze perché l’abusivismo è stato un volano per l’economia locale.

Emanuele Conte, al rientro a Minturno dopo una vita passata a Parma ( dove ha sempre fatto politica e dove, tra l’altro, è stato assessore allo sport in provincia) ha trovato persone tristi e incattivite, nonostante il sole, forse perché si rendono conto che, allo stato attuale, Minturno è un paese senza futuro. Emanuele ha parlato di un voto che deve dare speranza e soprattutto un alternativa a chi ha governato in questi anni ed è responsabile dello sfacelo che è sotto gli occhi di tutti. Emanuele ha parlato di legalità, da pretendere da parte di chi lavora, da realizzare con la partecipazione di tutti: istituzioni, sindacati e famiglie, che non devono più tollerare che i propri figli lavorino in nero, sfruttati, ma debbono avere la forza di pretendere che siano assunti regolarmente. Infine ha ribadito la necessità di svolgere le primarie rivolgendo un appello ai partiti e alle persone affinché si spoglino del proprio potere e non abbiano più paura.

Antonio Gagliardi ci ha parlato di mobilità e della necessità di passare la concessione delle maggiori strade comunali sotto la competenza della provincia dato che il comune non può mantenerle adeguatamente per mancanza di risorse. Ci ha parlato della possibilità di utilizzare spazi da destinare ad uffici e ad associazioni che sono attualmente ad uso scolastico ma che verranno liberati a seguito del’accorpamento degli istituti. Ci ha parlato della necessità di riscrivere la carta dei servizi, di creare polo fieristico nelle aree industriali dismesse di redigere un piano delle antenne e infine di collocare all’interno del territorio comunale un liceo musicale.

Roberto Lepone, ex vicesindaco, ha rammentato l’importanza di una partecipazione dal basso dato che spesso i partiti perdono i contatti con la realtà e con le esigenze dei cittadini. Ha inoltre ricordato alcuni provvedimenti che avrebbe voluto prendere se la giunta non fosse caduta, primo su tutti l’adesione al Patto dei Sindaci. Ha insistito sulla necessità di investimenti in cultura, in energie alternative, del raggiungimento, da parte de comune, di una certificazione di Qualità e dell’istituzionalizzazione dei servizi che non sono una concessione a un diritto. Infine ha evidenziato le opportunità di lavoro per i cittadini che derivano da una nuova concezione del turismo, da pensare come un’industria vera e propria.

Mimma Nuzzo, ex capogruppo del PD, ha parlato di cittadinanza partecipata e della necessità, da parte degli amministratori, di non perdere il contatto con le persone. Ha auspicato una la città possa essere più pulita, più sicura e più attenta alla cultura. Mimma ha sottolineato il fatto che i programmi elettorali sono potenzialmente tutti belli ma sono le persone che fanno la differenza. Infine ha rivolto un accorato appello all’unità del centrosinistra, invitando a non perdere tempo perché di tempo non ce n’è più.

Viviana, dal pubblico, ha chiesto che sia rivalutato il lungomare anche con l’istituzione di una pista ciclabile, che sia istituito un fondo sociale per aiutare le famiglie in difficoltà, che sia incentivato il ricorso ad energie alternative, che sia posta più cura alla pulizia e che aumentino i controlli sul conferimento dei rifiuti nei cassonetti.

Beniamino Gallinaro, segretario provinciale di SEL, ha fatto un appello affinché si costituiscano coalizioni coese e si è detto favorevole alle primarie anche per dirimere eventuali divergenze programmatiche. Ha evidenziato le potenzialità del settore turistico ma in una cornice di legalità, di tutela del territorio e di sinergia con le altre città del golfo.

Gerardo Stefanelli, intervenuto in veste di cittadino e non di assessore provinciale all’ambiente, ha auspicato una rinascita democratica fondata non tanto all’appartenenza politica quanto alla netta distinzione tra persone oneste e persone disoneste. Ha invitato ad un approccio pragmatico con la soluzione dei problemi del comune che deve fare i conti soprattutto con le risorse disponibili. Infine ha evidenziato la necessità di investire in energie rinnovabile, di rendere trasparenti gli atti dell’amministrazione, di attivare il comune come ente sussidiario per garantire la protezione sociale delle persone in difficoltà e infine di destinare le dovute risorse alle scuole.

Emanuela Ambrosino, che ringraziamo in maniera particolare per il supporto fornito al Cantiere, si è soffermata sulla difesa del mare, della qualità delle acque nel Golfo di Gaeta e sul valore della legalità quali elementi principali per una rinascita del Comune.

Claudio Camerota ha evocato la vittoria del centrosinistra nelle passate amministrative, grazie alla quale si è scalfito un potere granitico, seppur tale vittoria contenesse già, in sé, il germe della sconfitta. Ha quindi esortato ad una maggiore coerenza nell’azione politica perché le parole non possono essere contrabbandate per ciò che non sono, pena l’essere “scoperti” e quindi giudicati in maniera negativa dai cittadini.

Pino D’Amici, consigliere uscente del PDL e gradito ospite, ha sottolineato come,a suo avviso, le ideologie e l’appartenenza politica non debbano più essere utilizzate quali categorie per definire la bontà delle proposte in campo, ma piuttosto debbano essere prese in considerazione le idee delle persone e le storie personale di chi avanza proposte. Ha criticato lo strumento del bilancio partecipato, che rischia di apparire come un inutile controllo sull’attività di chi ha avuto già una delega dai cittadini in forza della sue elezione e ha piuttosto invitato ad istituire le consulte di frazione.

Ciro Pignalosa ha posto l’accento sulla necessità di rendere ordinario ciò che oggi, nell’amministrazione, appare come straordinario, mettendo mano pesantemente all’organizzazione della macchina comunale. Infine ha chiesto di porre una particolare attenzione alla gestione delle spiagge libere, ad oggi tenute in pessime condizioni.